Pietro Berna, come lo chiama l`Oldelli, o Berni, come è detto nell’iscrizione, che riferiremo più sotto, nacque in Ascona l’anno 1553. In età di anni 24 abbracciò in Roma l`lstituto di S. Ignazio e compiuti quivi i suoi studii di filosofia e teologia, si accese talmente del desiderio di patire per la fede di Gesù Cristo, che ottenne la grazia di potersi trasferire nelle Indie Occidentali, come allora si denominavano per distinguerle dalle Orientali, ossia dall`America. Appresa la lingua del paese in breve cominciò le sue missioni.
Attendevano in quel tempo i PP. Gesuiti con tutto zelo alla conversione degli infedeli e idolatri nella penisola di Salsetta, la quale è distante da Goa per un braccio di mare di tre leghe ed ha venti miglia circa di circonferenza . Il P. Alessandro Valignano, ch`era ivi provinciale, lo destinò a predicare in quel luogo sotto l’obbedienza di Rodolfo Acquaviva, figlio del duca di Atri, in compagnia di altri tre padri Alfonso Pacecco, Antonio Francesco e Francesco Aragna. Si partirono dunque alla volta di quella penisola col disegno di fabbricarvi una chiesa e sulle rovine degli idoli, che speravano di atterrare, alzare il vessillo della croce. Ma que` barbari, memori come otto anni prima erano stati per ordine di Antonio Orogna, viceré del Portogallo, parto gettati a terra e parte abbruciati da duecento circa tempii de` falsi loro idoli, e immaginandosi fosse ciò avvenuto ad istanza di questi Padri e segnatamente del lodato Alfonso Pacecco, già altre volte superiore in quelle missioni, pensarono ad istigazione ancora de` loro Bramani, essere giunto il tempo opportuno alla loro vendetta.
Si unirono dunque in gran numero e appostatisi sulla strada, per la quale dovevano i Padri passare, ne assalirono tre e in varie maniere uccisero. Il terzo ad incontrare la morte fu il nostro B. Pietro, cui fu data una coltellata dietro la testa, tagliandone un pezzo, che restò pendente. Fugli di più con un dardo trafitto un occhio e con un nuovo colpo di coltello in mezzo a un orecchio fu lasciato cadere estinto sul suolo. Né di ciò paghi quei barbari infierirono anche contro del suo corpo, e a maggior sfogo dell’odio loro contro quei santi martiri, offerirono ai loro idoli quel sangue, ungendosi con esso secondo il loro costume tra le feste, le grida e gli schiamazzi e dopo di avere trascinato qual e là quei benedetti corpi, li gettarono in una fossa piena d` acqua, coprendoli con frasche perché non fossero trovati. Ma dopo tre giorni furono scoperti e trasportali in Racciulo, luogo della dimora dei Padri, dai quali quei corpi vi furono insieme, coi novelli Cristiani ricevuti con segni di straordinaria allegrezza, e sepolti nella cappella maggiore della loro Chiesa sotto un` arco assai grande e distinti I’uno dall`altro e ciascuno col proprio nome.
La morte di questo Beato avvenne il 15 luglio 1583 in Cuculino piccolo villaggio del paese di Salsetta nel Malabar, siccome aveva predetto assai tempo prima. Parlano di lui l’Oldelli, il Ballarini ed il Bartoli.
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Nella chiesa dei SS.MM. Fabiano e Sebastiano di Ascona si legge la seguente epigrafe:
B • PETRVS • BERNI
ASCONAE • E • SOC.
TE • IESV
MISS.
VS • APOST
VS • APVD • INDOS
AETATIS • SVAE • ANNO • XXXIII
MARTYRIO • CORONATVS • EST • IN • CVCVLIN
DIE • XXV • MDLXXXIII
Nella chiesa suddetta, come anco nella chiesa parrocchiale della sua patria, esistono due quadri rappresentanti il nostro Beato.
1 L`Oldelli nel citato Dizionario, nel quale è chiamato Berna, Francesco Ballarini, arciprete di Locarno nel suo Compendio delle Croniche della città di Como, ivi, 1619,in 4.° (pag. 1600-162) e il P. Daniele Bartoli nella sua Storia delle Missioni del gran Mogor, c. 43, dove lo chiama Berno.