STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Nome del Gruppo:
Bologna
Nomi Associati:


Secoli di Fioritura:
saeculo ineunte XII  -  saeculo exeunte XVIII 
Personaggi Salienti:
Eleuterio
Egidio
Giovanni
Silvestro
Giovanni Battista
Descrizione:
FAMIGLIA BOLOGNA

Questa famiglia, come appare dal suo cognome, è originaria di Bologna, e discende, secondo che affermano il Crescenzi nell’Anfiteatro Romano (pag. 44 e segg.), e il Morigia nella Historia del Lago Maggiore (pag. 62 e seg.), dai principi Capistrati, detti anche, come scrive il Nessi (l.c. pag. 170), Garassendi, di quella città, uno dei quali, Eleuterio, nel 14021 per sottrarsi alle turbolenze della patria, venne a stabilirsi in Locarno, dove, lasciato il proprio cognome, prese quello della patria, e si chiamò Bologna o De Bologna. Filippo Maria Visconti nell`anno 1413 lo creò cittadino di Como con diploma del 29 novembre.2 Di lui scesero i seguenti:

GIOVANNI BOLOGNA, il primo, secondo il Nessi (I.c.), che venne a stabilirsi in Locarno, e fu creato cittadino Comense.
Questi nel 1428 con diploma del 12 dicembre dato da Mendrisio, venne dal co. Franchino II Rusca pei suoi importanti servigi insignito di particolari onorificenze, come di avere l`aquila imperiale colla corona nel suo stemma, e di più fu dotato di annue considerevoli entrate. Fu poi castellano di Locarno, indi podestà delle Valli Maggia e Verzasca, e finalmente anche di Gambarogno nel 1444 con facoltà di creare pubblici notai. Sotto il duca Francesco Sforza occupò nuove cariche luminose e salì presso di lui in tanto credito, che lo volle famigliare e suo commensale ogni giorno ed onorollo anche della cittadinanza di Milano con tutti i suoi discendenti l`anno stesso (1450) del suo ingresso in questa città. Allorquando poi il co. Franchino fu privato del dominio della valle di Lugano, questa con diploma del medesimo Sforza del 19 novembre 1458 dato da Albairate, fu concessa in feudo al Bologna (Oldelli, I.c. pag. 39 e segg).3

SILVESTRO BOLOGNA, suo figlio, laureato in legge all`università di Bologna, fu egualmente caro al duca Galeazzo Maria Sforza, del quale fu intimo consigliere ed alla duchessa Bona, la quale dopo la morte del duca suddetto lo ritenne nel medesimo officio, e non gli permise di ritornare in patria che solo nell`anno 1486 in età molto avanzata, in qualità di Vicario o Podestà della medesima. Occupò questo officio per alcuni anni con universale soddisfazione, e quivi ancora morì carico d`anni e di meriti. Cosi l’Oldelli (l.c. pag. 40) e il Nessi (l.c. pag. 171).

GIOVANNI BATTISTA BOLOGNA fiorì sul principio del secolo XVII. Studiò le lettere umane in Milano nelle scuole Palatine sotto Alessandro Rubino, e poscia nelle scuole di Brera sotto il P. Nicolo Magnezio attese alla Rettorica coltivando in pari tempo lo studio della lingua greca e in modo particolare la poesia Latina. Si applicò nell`età di 16 anni allo studio delle istituzioni di Giustiniano sotto Girolamo Bescapè e compì nei collegi de` Castiglioni e de` Borromei di Pavia il suo corso legale, al cui esercizio si sentiva fortemenle inclinato. Ma terminati ch`ebbe appena i suoi studi il padre contro la sua volontà lo volle invece impiegato nell`officio di notaio e procuratore. Vi attese egli, sebbene di mal animo, per alcun tempo, ma finalmente risolse di abbandonare una tal professione che gli era omai divenuta odiosa, e gittatisi i libri sotto dei piedi si diede a condurre una vita da vagabondo; per la qual cosa, oppresso poi da grave tristezza, infermò.
Giorgio Manriche si mosse a pietà di lui e lo fece fiscale del suo feudo e nel 1607 venne anche eletto protettore de` carcerati.
Una sera avendogli il padre negato l`ingresso in casa, si diede di bel nuovo ad un tenor di vita assai sregolata, che gli fu cagione di molte disavventure, la principale delle quali fu la sua prigionia, la quale seguì sul sospetto ch’egli avesse attentato ai giorni del padre. Si diceva poi che per coprire le sue scelleratezze, egli fingevasi pazzo. Tutto ciò si apprende da lui medesimo; poiché essendo in prigione compose vari epigrammi ed una orazione de attentato, ut dicebatur, parricidio ac de somniata dementia. E questa e quelli furono poscia da lui pubblicati, i primi col titolo: Corona poetarum lusus poeticus, accessit epigrammàton libellus ab Auctore in vinculis indigne constituto conscriptus, Mediolani 1616 in 4to, e lettera dedicatoria a Pietro Toletano Osorio governatore di Milano; la seconda, nella quale sommariamente descrive il tenore della sua vita, parimente in Milano nel 1619. Dopo quest`anno niun altra notizia si ha di lui.
Parlano alquanto diffusamente di G.B. Bologna l`Argelati e il Mazzucchelli nelle opere, che abbiamo le tante volte citate; e più brevemente il Ballarini (l.c. pag. 213), l`Oldelli (l.c. pag. 40) e il Nessi (l.c. pag. 176 e seg.).



1 Questa data è tolta dall`Oldelli e corrisponde a quella posteriore del diploma del duca Filippo Maria Visconti, mentre il Nessi (l.c.) pone la venuta di questa famiglia da Bologna in Locarno un tre secoli prima, cioè l`anno 1102. Il medesimo ricorda un Egidio Garassendio da Bologna (ivi, pag. 81 e 171), creato vicario e podestà di Locarno l`anno 1344 dall`arcivescovo Giovanni Visconti: ciò che viene confermato anche dal Ballarini nelle sue Cronache (pag. 213) colla sola dilferenza che lo dice fatto podestà di Locarno due anni dopo, cioé nel 1346. - Ora questa data supporrebbe assai più antica in Locarno la famiglia De Bologna. Ma forse i Garassendi e i Capistrati considerati dal Nessi come una sola famiglia di doppio cognome sono da distinguersi in due, Bolognesi amendue di origine, e trasferitesi ad abitare in Locarno in due tempi diversi. In questo modo si potrebbero conciliare insieme le date sopra indicate.

2 Il co. Pompeo Litta nelle sue Famiglie illustri Italiane registra tra esse anche i Bologna di Locarno, e ne adduce lo stemma consistente in due veltri, di cui l`uno in campo azzurro e l`altro in campo rosso con cimiero sormontato da un`aquila coronata.

3 Vedi anche l`Oldelli, l.c. pag. 39 e seg.

Autore:
[Vincenzo De Vit]
A Cura di:
   [Anna Elena Galli]
e con modifiche e integrazioni di:
   [Gioacchino Civelli]

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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