Si deve a Luigi Bionda – persona tanto schiva e modesta quanto ricca per umanità e radici culturali e coscienza della propria storia di famiglia – la riscoperta di Nicola Della Casa, dinamico precursore della moderna locale industria dei graniti.
Dopo una vita appassionatamente dedicata all’insegnamento come maestro elementare, Luigi Bionda si era ritirato nella piccola
dépendance della villa edificata da Nicola Della Casa nel 1879 con il concorso dell’architetto suo compatriota Augusto Guidini; qui Luigi Bionda coltivava ricordi e custodiva memorie preziose e indispensabili a tener viva la vicenda dell’industriale svizzero venuto a Baveno a partire dal 1863 a innovare metodi estrattivi e lavorativi dei graniti rosa e bianchi.
Con la scomparsa dell’amata moglie Nicolina Della Casa (che del nonno paterno riprendeva al femminile il nome),
il maestro Bionda (così era da molti conosciuto) aveva mantenuto quanto più integre possibile, nella propria abitazione bavenese di via Nicola Della Casa (quasi imperiosa, la presenza dell’avo!), le raccolte di carte, immagini e oggetti dell’imprenditore, raccolte che definiva con grande affetto, «gli strumenti per mantenere viva, con umiltà, la
memoria della nostra gente».
Se molto era purtroppo andato perduto per antiche vicissitudini, il maestro Bionda aveva però volentieri messo le parti superstiti dell’archivio Della Casa a disposizione di chi aveva egli stesso individuato come persona adatta a scriver della storia del granito di Baveno. Nacque così quel volume «Il granito di Baveno. Un pioniere: Nicola Della Casa» (G. Margarini – C.A. Pisoni, 1994), che riuscì a gettare molta luce sull’antica storia delle cave di Baveno, e rappresentò una buona aggiunta alle tante e variegate storie industriali del Verbano.
A distanza di quasi un anno dalla scomparsa di Luigi Bionda, che tanto si prodigò nella propria vita per preservare le memorie dei Della Casa, sembra giusto rendere omaggio alla memoria di quest’uomo con una
nuova attestazione documentale dell’intraprendenza commerciale e pubblicitaria di Nicola Della Casa, grazie ad un documento ritrovato in Archivio Borromeo Isola Bella; dalla segnalazione documentale traspaiono una volta ancora (non bastassero i
jingle pubblicitari e le brochures escogitate dall’intraprendente uomo d’affari) le capacità imprenditoriali e le malizie di precursore dei moderni pubblicitari escogitate dal Della Casa.
Luigi Bionda ha raggiunto la
propria gente nella piccola cappella dei Della Casa presso il camposanto di Baveno; da passate conversazioni avute con lui da chi scrive, si può star certi che egli interpretasse questo passaggio obbligato e ineluttabile della propria vita terrena come un onore per sé: stare eternamente accanto alle persone che gli furono care, e per il cui ricordo Luigi Bionda si prodigò in vita, affinché di loro, perfino più che di sé medesimo, si preservasse e mantenesse memoria.