LITTA CARLO
Fu milanese, ma merita di essere ricordato tra gli illustri Aronesi per le sue beneficenze a questa sua nuova patria di adozione. Uscito di una famiglia distinta per nascita e per ricchezze, e dotato di belle doti di mente e di cuore, venne in Arona quale successore del ven. Arciprete Ponzoni, del quale parlerò tra poco, verso la fine del 1652 o al principio dell’anno seguente, e chiuse quivi la sua carriera mortale, contrassegnata da continue beneficenze.
Esisteva in Arona, non si sa in qual epoca precisamente fondato, un antico ospitale, le cui certe memorie risalgono verso la fine del secolo XV. Sembra che in origine non fosse che un istituto elemosiniero, che soccorreva pecuniariamente gli infermi, le vedove e i poveri settuagenarii, e taluni anche ospitava, mentre altri provvedeva di medico e di medicine a domicilio. Il Card. Federico Borromeo formò per esso particolari costituzioni, che ne regolavano l’amministrazione. Ma i bisogni della popolazione col tempo il chiarirono insufficiente. L`arciprete Litta fu quello, che innalzò nel 1662 dalle fondamenta la fabbrica attuale sotto il titolo della SS. Trinità di contro alla Collegiata. «Chiunque osservi - scrive il Medoni (pag. 152) - questa spaziosa e solidissima fabbrica, potrà facilmente convincersi dell`egregia spesa che sarà costata, e potrà da ciò misurare quanto potente e liberale fosse questo lodevole arciprete. Raccolse poi varii legati e si procurò lasciti ed eredità, colle quali accrebbe il patrimonio dei poveri e stabilì la sussistenza all`ospitale. La torre che s`innalza vicino alla Chiesa di S. Maria . . . , riconosce per suo ristauratore questo arciprete, che la volle ordinata sopra vago disegno per uso di campanile, allo stato in cui la vediamo al presente. Costituì inoltre il prodotto per l`onorario della cappella di quattro musici pel decoro nelle funzioni solenni della Collegiata1 e provvide per la manutenzione del lume avanti il deposito delle sacre reliquie della medesima Chiesa2».
Qui aggiungerò che l`opera dell`Ospitale intrapresa dal benemerito arciprete Litta fu portata al presente suo compimento in questi ultimi anni la mercè dei cospicuo legato di circa quaranta mila lire lasciate dal sacerdote d. BERNARDINO MORIGGIA di Arona, che fu per molti anni Vice rettore del Collegio Borromeo di Pavia. L`Ospitale fu per tale beneficenza nel 1845 potuto ampliare coll’aggiunta della parte occidentale espressamente costruita sul disegno dell`architetto G. Molli ad uso di ammalati in numero di 24. Questa aggiunta costò circa sessanta mila lire e fu terminata nel 1847.
1 Nota poi il medesimo Medoni (l.c.) che il capitale di lire 1220 lo costituì del proprio con istrumento 18 gennaro 1674, rogato Rampone, e lire 600 le procurò dai fratelli Emilio e Luca Vincenzo Miles di Arona.
2 Con istromento del 3 settembre 1674, rogato Rampone, come scrive il medesimo Non ho trovato quando questo benemerito arciprete Litta sia morto: da questi stromenti però appare, che deve essere vissuto lungo tempo nella sua cura.
Altre informazioni:
Arciprete di Arona, parroco della chiesa di Santa Maria Nascente, corrispondente del card. Giberto III Borromeo.
È autore di due missive (15 agosto 1644 e 12 luglio 1655) in cui è ricordato come
arciprete di Arona.
Viene ricordato dal De Vit in vari passi della sua opera maggiore; da riscontri archivistici e dalle note di Giovanni Di Bella (ad es. in «Verbanus» 14-1993, p. 298) risulta esser stato in carica almeno sino al 1694.
Fonti Archivistiche:
ABIB, Famiglia Borromeo, Giberto III card.le, Cariche, Vice Legato di Ferrara
ABIB, Famiglia Borromeo, Giberto III card.le, Corrispondenza 1655
- Autore:
- [Vincenzo De Vit]
- A Cura di:
- [Anna Elena Galli]
- e con modifiche e integrazioni di:
- [Gioacchino Civelli]
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Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo,
dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio
Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a
disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago
Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi
passati dal lago, condividendoli con la sua gente.
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