STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Nome del Gruppo:
Varini
Nomi Associati:
Pallanza
Varrona
Secoli di Fioritura:
saeculo ineunte XVI  -  saeculo exeunte XXI 
Personaggi Salienti:
Si veda nella sezione Biographica




Note:
Più famiglie vi sono in Pallanza di questo cognome, le quali diedero alcuni personaggi distinti alla Chiesa e allo Stato. E` probabile che essa sia quella stessa, che il Vagliano (pag. 182), chiama Varrona, che d`altronde ci sarebbe ignota, ove si supponesse diversa.
(V. De Vit, Il Lago Maggiore. Stresa e le Isole Borromee, vol. IV, Prato 1878, pp. 107-108).

Le prime tracce certe della presenza della famiglia Varini a Pallanza risalgono alla seconda metà del XVI secolo. Questa data è stata ricavata dai registri anagrafici delle parrocchie di San Leonardo e di Santo Stefano, che iniziano ad essere compilati e conservati proprio da quel periodo. Quindi non è da escludersi, ma anzi è presumibile, che già molto tempo prima tale famiglia vivesse a Pallanza. Questa ipotesi è suffragata dal fatto che i Varini abitavano in contrada San Francesco cioè in quel nucleo urbano ove le famiglie pallanzesi più antiche avevano la propria dimora.
Se analizziamo più da vicino l’articolarsi di questa famiglia ci accorgiamo che è composta da numerose discendenze - ne abbiamo contate almeno sette - la quasi totalità nel 1700 e nel secolo successivo si estinsero o abbandonarono Pallanza; una sola è giunta sino ai nostri giorni. Quattro di questi rami - sui quali abbiamo focalizzato la nostra attenzione - con il trascorrere dei secoli si intrecciarono imparentandosi tra di loro. (vedere alberi genealogici allegati).
Queste quattro discendenze del ceppo Varini erano caratterizzate da un forte spirito imprenditoriale che trovava la sua realizzazione in molteplici attività. Basandoci sui registri fiscali comunali e su altre carte d’archivio, a partire dal XVIII secolo, possiamo schematizzare così le attività che nel corso ci circa due secoli intrapresero.

Nella prima metà del Settecento il ramo della famiglia Varini Giuseppe Antonio commerciava in stoffe, o più precisamente in pannine. Famiglia molto ricca tanto da diventare, all’inizio dell’Ottocento, esattore delle imposte dell’intero Mandamento di Pallanza. Dimorava in una casa signorile, con corte interna, ubicata in contrada San Francesco e possedeva terreni in regione cappuccini fino quasi a Suna e sulla Castagnola. A metà dell’Ottocento i discendenti di questa dinastia, sulla scia di altre famiglie del Verbano, investirono i propri ingenti capitali nell’industria tessile. Nel 1846 Cesare Varini possedeva una tessitura del cotone all’interno del carcere femminile di Pallanza, manifattura in cui venivano impiegate sessantuno recluse più due persone esterne; il fratello Carlo aveva invece una fabbrica di zolfanelli ubicata a Pallanza lungo l’attuale via Crocetta. Contemporaneamente la «Ditta Varini Cesare» gestiva un negozio di tessuti in piazza San Rocco a Intra. In seguito trasferirono le loro attività lontano da Pallanza; per un breve periodo risiedettero a Trobaso ove rilevarono terreni e vecchi opifici, nella zona del maglio Miller, poi si spostarono definitivamente a Monvalle in provincia di Varese, allora Regno Lombardo Veneto. Gli ultimi discendenti che hanno avuto contatti con Pallanza furono: Bruno che nel 1908 costruì, abbattendo vecchie case della sua famiglia, l’Hotel Simplon (oggi hotel Pallanza) e Antonietta Varini Bulgheroni proprietaria nel 1937 dello stesso Hotel.

Il secondo ramo studiato è quello di Giacomo Antonio; anche questo all’inizio del Settecento si occupava di commerci e in special modo della vendita di formaggio. Questa famiglia risiedeva in contrada San Francesco, all’angolo con la contrada delle Madonne; la casa venne venduta nel 1848 a Germano Cavanna; attualmente il pianterreno è occupato dall’ex ristorante Crêperie. Tra i suoi beni immobili censiti in un registro catastale del XVIII spiccava per estensione un terreno coltivato a vite situato tra le attuali via Crocetta e viale Azari. All’inizio dell’Ottocento Giuseppe Antonio, omonimo del nonno, fu nominato parroco di Trobaso; sempre all`inizio del XIX secolo il fratello Domenico insieme al primogenito maschio, si rasferì nel Canton Ticino mettendo la parola fine anche su questo ramo pallanzese.

Terza famiglia Varini è quella di Cristoforo, facoltoso falegname, cugino di Giacomo Antonio. Al contrario degli altri Varini non abitava in contrada San Francesco, ma sulla piazza Maggiore vicino alla collegiata di San Leonardo. I discendenti, fino ad arrivare al nostro secolo, rimarranno sempre nell’ambito delle attività artigianali specializzandosi come calzolai, ombrellai, fabbri. È l’unico ramo ancora residente a Pallanza.

Infine la famiglia di Leonardo che nella prima metà del XVIII secolo si occupava del commercio di grano, grano duro e altri generi alimentari. Abitavano anch’essi in contrada San Francesco, nell’edificio che ancora esiste sulla destra dell’hotel Pallanza, la casa fu venduta nel 1841 alla famiglia Croppi. Quest’ultimo ramo è quello che possiamo definire più “intellettuale”, dedito più agli studi che ai commerci. Non pochi sono infatti coloro tra i discendenti di Leonardo, che si dedicarono agli studi frequentando l’università: i figli Pietro, famoso matematico e socio dell’Accademia Napoletana, e Giuseppe, protofisico a Pallanza; i nipoti Pietro, anche lui dottore, e Carlo, farmacista. Questo ramo nell’Ottocento lasciò Pallanza, il farmacista unico discendente maschio superstite, poiché il fratello Pietro morì in giovane età, si trasferì a Omegna. Sono quindi molti i Varini che lasciarono Pallanza spinti dalle loro attività e dai loro commerci, tra questi vi fu il già ricordato Domenico, figlio di Giacomo Antonio, il quale trasferitosi a Locarno iniziò la discendenza che attualmente vive nel Canton Ticino.

Autore:
[Leonardo Parachini]
Allegati:
Scheda Biografica Scheda Biografica

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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