STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Nome del Gruppo:
Cadorna
Nomi Associati:


Secoli di Fioritura:
saeculo ineunte XVI  -  saeculo exeunte XX 
Personaggi Salienti:
Carlo
Raffaele
Luigi


Descrizione:
Famiglia CADORNA

Scrive il Bianchini nella tante volte lodata sua dissertazione, che questa famiglia fu tra le più antiche e numerose in Pallanza, ma sino al suo tempo senza splendore.1 Noi possiamo però soggiungere, che, lui ancora vivente, avvenne tal fatto nella casa loro, che la nobilitò grandemente, e contribuì di molto a porla in estimazione.
Imperversava nel 1630 in Milano la pestilenza, che aveva invasa buona parte della Lombardia e del Piemonte, e minacciava di accostarsi al Verbano. Le popolazioni spaventate imploravano soccorso dal cielo per mezzo dei santi loro protettori. Pallanza ricorse al suo compatrono S. Carlo. Stava appunto in una sala della casa di Giovanni Battista Cadorna appeso un piccolo quadro coll’effigie di questo Santo, e nella sera del 17 dicembre 1630, quando più vive e fervorose erano le preghiere per essere liberati da quel flagello, ecco che quella immagine alla vista di tutta quella famiglia,2 incominciò a spargere copioso sudore di sangue, che si raccolse in un candido pannolino colla maggior divozione.3 Attratte dal rumore del fatto, che tosto si diffuse per tutto il borgo, molte ragguardevoli persone furono similmente testimoni di quel prodigio. Non basta, trasportatasi pel momento la detta immagine mila Chiesa dei Cappuccini per essere esposta alla venerazione di tutti, quivi stesso ripeteva il portento.
Non è a dire la gioia dei buoni Pallanzesi per questo avvenimento: clero e popolo concorsero nell`addobbare un’elegante cappella nella Chiesa collegiata e parrocchiale di S. Leonardo, nella quale quel sacro pegno d`ordine superiore venne con solennissima pompa processionalmente deposto, al quale in ogni tempo Pallanza vi fa devoto ricorso nelle pubbliche e private sue calamità. Tutto questo ne consta dal processo autentico, formato regolarmente e pubblicato altresì per le stampe; ed è in base di questo che il Capitolo della Collegiata posseditrice di tanto tesoro distingue il suddetto giorno anniversario con solenni funzioni e messa votiva alla mentovata cappella.
Aveva questa famiglia il proprio sepolcro sormontato dallo stemma gentilizio nella Chiesa della Madonna di Campagna, il quale venne nel seguente secolo riedificato dalla medesima, come appare dalla iscrizione che vi si legge ed è la seguente:

D • O • M
SEPULCHRUM • HOC • DE • FAMILIA • DE
CADORNA • PALLANTIAE • VILLA
REAEDIFICATUM • FUIT • AB• EADEM
ANNO • MDCCXVIII.

Ho già di sopra accennato parlando delle contese avute dal curato Caccianini col prevosto di Pallanza, che tra le famiglie, che diedero occasione a quel litigio, era anche quella dei Cadorna; questo spiega abbastanza le parole Familia de Cadorna Palantiae villa della epigrafe surriferita.
Proprietarii da ultimo della casa, nella quale avvenne il prodigio suddetto, furono i fratelli Giambattista e Luigi Cadorna, nati in Pallanza. Il primo di essi datosi allo studio delle leggi divenne uno dei legali più celebri del foro milanese, ed aveva una clientela estesissima Ira le principali famiglie di Lombardia. Morì in Milano, in età molto avanzata al principio di questo secolo e lasciò erede del pingue suo patrimonio il fratello cav. Luigi.
Questi al contrario si dedicò al mestiere delle armi e fu, dapprima Capitano nelle armate Napoleoniche, indi Maggiore e luogotenente Colonnello in ritiro. In tale stato si dedicò quasi esclusivamente alla patria, della quale era amantissimo: e ne fecero prova le cariche da lui onoratamente coperte di Sindaco, di Commissario di leva del Circondario e di riformatore del Real Collegio di Pallanza, il quale sotto la di lui savia direzione crebbe in lustro e in magnificenza.
Morì in Pallanza nell’ottobre del 1848 e fu sepolto nel pubblico cimitero nella cappella gentilizia. Sulla sua tomba fu posta la seguente iscrizione:

AL NOBILE LUIGI CADORNA
TENENTE COLONNELLO CAV. MAURIZIANO
UOMO COLTO GIUSTO SEVERO
A DlO ALLA PATRIA ALLA FAMIGLIA
DEVOTO
PER PUBBLICI UFFICII BENEMERITO
AI CONTERRANEI FRATELLO E PADRE
CHE SALUTATA CON GIOIA L`AURORA
DELL’INDIPENDENZA ITALIANA
MORIVA DI ANNI OTTANTATRE A DÌ 25 OTTOBRE 1848
LA CONSORTE E I FIGLI DOLENTISSIMI
POSERO

Da donna Virginia de` marchesi Bossi di Milano ebbe tre figlie Laura, Antonia, ora defunta, e Maria, e tre figli. Due di questi sono ancora viventi, cioè il Commendatore Carlo, attuale presidente del Consiglio di Stato e il Commendatore Raffaele luogo tenente Generale, amendue senatori del Regno, e Giovanni Battista.
Quest` ultimo dopo di avere conseguita la laurea d`avvocato nell`Università di Torino, applicossi alla carriera amministrativa, nella quale coprì le cariche da prima di Consigliere d`Intendenza, e poscia d` Intendente provinciale in Domodossola. In questa egli diede prova, come fui assicurato, di una sagacia e di un`assennatezza piuttosto uniche, che rare. Se non che per la gracilità della sua complessione si vide costretto di ritirarsi l`anno 1849 ancora in giovane età a vita privata. Morì in Pallanza nell`universale compianto nel febbraio del 1870 e fu sepolto nella cappella gentilizia suddetta. Egli era stato anche valente nel suono del violino e nelle composizioni musicali.
La madre alcuni anni dopo la morte del marito si recò ad abitare (1852) in Novara nella stessa casa della figlia Antonia, moglie del commendatore avv. Giuseppe Mattachini, ma in separato appartamento, tutta dedita ad opere di pietà e al bene dei poveri. Ivi anche carica di anni o di meriti venne a morte l`anno 1815, e il suo corpo trasferito in Pallanza con pompa funebre accompagnato al cimitero dai figli in mezzo al generale compianto di tutto il paese, che l`aveva in venerazione, ed ivi sepolto accanto a quello del marito.4
I figli superstiti, alienato ogni bene stabile, che possedevano in Pallanza e nel suo territorio, espatriarono, sicché al presente questa famiglia quivi più non esiste.5



1 Familia antiqua et numerosa olim fuit et continuat adhuc sine splendore.

2 Si componeva allora dei suddetto Giovanni Battista, di Bernardino suo figlio; delle figlie Maria Elisabetta e Maria, col canonico Zaccaria e la zia Bernardina de` Magistris.

3 Questo pannolino, nel quale sono ancora visibili le traccie del sangue, Si custodisce religiosamente insieme con un quadretto consimile, da S. E. il Presidente del consiglio di Stato, d. Carlo Cadorna.

4 Sulla sua tomba si legge I epigrafe seguente:

VIRGINIA DE` MARCHESI BOSSI
MOGLIE AL CAV. LUIGI CADORNA
DONNA DI ALTI SENSI COLTA PIISSIMA
INSEGNÒ CO` PRECETTI COLL` ESEMPIO
AI FIGLI CHE L`ADORARONO
L`AMORE DELLA PATRIA LA RELIGIONE DEL DOVERE
IN OGNI BENE ALTRUI OPEROSISSIMA
Al POVERI AGLI INFELICI
FU MADRE CONSIGLIERA CONSOLATRICE
COMPIANTA VENERATA
SALÌ A DIO A DÌ 24 DICEMBRE 1873 D` ANNI 86
I FIGLI DESOLATI POSERO

5 II Cotta nel suo Museo Novarese (pag. 300, n.° 745) registra tra i cultori distinti di poesia sulla fede del Vailate (Acad. Philocal. pag. 43, 74 e 93) un Carlo Zaccaria Cardona da Pallanza. Non avendo trovato di questo altra memoria, e d`altronde essendo ignota questa famiglia in Pallanza, sono venuto nel sospetto che in luogo di Cardona, si deva leggere Cadorna. Lascio però ad altri la cura di decidere e chiarire questo mio dubbio.

Autore:
[Vincenzo De Vit]
A Cura di:
   [Francesco Malingamba]

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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