Si rallegra che la revisione del suo Sinodo sia nelle mani dell`Alciato e del card. Sforza, e che la questione di Santa Cristina sia rimessa al card. S. Clemente; non è stato informato in tempo di un appuntamento con il Martello per le difficoltà dei marchesi di Caravaggio; ringrazia per la chiarificazione datagli; manda la nota dei livelli del seminario che si vogliono alienare; unisce alcune scritture che comprovano la sua giurisdizione sulla chiesa di Santa Cristina.
Al card. Alciato 20 Luglio `69
Poichè Nostro Signore si contenta di commettermi, si come ha fatto per lettere di Vostra Signoria Illustrissima di 10 del presente l`assolutione in foro coscientiae di queste ville di Val Sasina gli huomini delli quali hanno ne i compartiti riscosso gravezze dal clero, io esseguirò la commissione di Sua Beatitudine con le circostanze necessarie, facendo per dare il consenso de i preti medesimi et la promessa d`essi huomini di refrerendosi per l`avenire dall`aggravar non più beni ecclesiastici.
Resto satisfatto che il Sinodo mio sia caduto in mano del caid. Sforza per compagno di Vostra Signoria Illustrissima alla revisione de i diritti, massime che mons. Buoriliomo mi scrive d`haver trovato in Sua Signoria Illustrissima ogni buona dispositione et prontezza d`attenderci tutte le volte che da Vostra Signoria Illustrissima n`haverà la posta, dicendo di sperare di far fine a tal revisione in tre o quattro volte che si trovino insieme.
Del fatto di Santa Christina resto parimenti satisfatto della remissione in mons. ill. S. Clemente poiché le sue lettere della congregatione della quali m`ha mandato copia non mi levano l`impedimento di poter essere in la mia giurisdittione nella cura che il sig. card. Sforza pretende siano sotto la sua badia. Che della commenda non parlo, la quale non ho mai havuto pur pensiero di visitare, caso che in essa vige tal regularis obeservantia di che non sono anchora ben informato, ma ne scriverò con un`altro ordinario. Che ben conto che in questo caso il cardinale haverà ragione di dolersi come di cosa contra la dispositione del Concilio tridentino. Ma io pretendo solo di potere, come ordinario, governare assolutamente le predette cure come le altre di questa diocesi se (a) ... anche la cura intessa parochiale di S. Christina che è (b) ... dall`abbatia, sin tanto che non mi sia fatto constare delle essentioni loro per vigor del privileggio concesso all`abbatia dilla quale il Cardinale pretende che dette cure siino membri et però essente.
Il che non so vedere non essendo esse nominate in detto privileggio. Sopra di che si manderà in mano di Vostra Signoria Illustrissima tutto quello haveremo in iure et in facto per informatione di mons. ill. S. Clemente come lei ricorda.
Quanto al negotio di Caravaggio ho visto quel che Vostra Signoria Illustrissima mi scrive dell`appuntamento che s`era preso cori occasione della venuta del Nlartello, del quale appuntamento io non fui avvisato da alcuno, se non che mons. ill. Morone con una sua lettera mi ne diede qualche parte, pregandomi a far officio con le parti che si contentassero di metterlo in essecutione, ma perchè la predetta lettera mi venne in tempo che dall`altra parte Nostro Signore mi faceva admettere ch`io procedessi nella causa sopra l`impotentia del Marchese, me ne scusai con mons. ill. Morone. Hora dico a Vostra Signoria Illustrissima che a me piacerla che tale appuntamento havesse effetto parendomi che non dovesse ostare la spontanea confessione dil Marchese sopra l`impotentia, sua presupposto, come è vero, che la detta confessione non basti a finire il giuditio se non vi s`accompagnano l`essamini et le inspettioni necessarie. Oltre quello che io intendo pare che quando nel Marchese non vi sia impedimento notorio di impotentia naturale, non gli si può negare secondo la dispositione di sacri canoni la cohabitatione per tre anni con la moglie, la quale cohabitatione facendosi in Roma, quelli signori ill. Colonna si satisfaranno di veder esso medesimo di mano in mano come le cose passassero, dove hora convengono stare alla relationi di suoi qui, che molto volte possano scrivere delle cose incerte per iure, et così portare alienatione al negotio, e se l`assicuririano dal dubio che hanno della severità del Marchese et in tanto trattariano amorevolmente con le parti. con speranze che mediante l`auttorità di Sua Beatitudine et li buoni offici di persone amiche il negotio havesse a pigliare qualche buono assetto, presupposto che non vi fossi l`impedimento reale a1 matrimonio. Con tutto ciò non si manca intanto di andar inanzi nella causa, nella quale non havendo poi gli avvocati del sig. Marchese risposto nel termine che havevano, s`è loro dato per urbanità un altro termine perentorio a rispondere alla petitione, che è quanto lio da (lire per adesso.
Mi è stata cara la chiarezza che Vostra Signoria Illustrissima m`ha data che la congregatione del Concilio non habbia fatto alcuna dichiaratione che le unionii fatte da gli ordinarli de i beneficia vacati nel mese del Papa siano invalidi, perchè me ne valerò dove bisognerà. Et quanto alla Bolla che lei dice si sta concertando per ovviare al disordine di quelli ordinarii che conferivano li beneficii di suoi mesi a chi loro pareva, et li vacanti del mese del Papa univano al seminario, o` altrove, ricordasse che s`havesse consideratione di non pregiudicare alle unioni che si sono fatte et si faranno dilli beneficai cum primum vacaverint quovis modo, perchè in queste si vede che non può esser fraude, potendo venire le vacanti tanto nel mese degli ordinarii come del Papa.
Si manda la nota distinta de i livelli. che si vogliono alienare per il seminario et anche il concerto fatto della vendita di essi livelli essendo state messe fuori le cedole sopra il consenso che si havea di Sua Santità et Vostra Signoria Illustrissima potrà vedere che detta alienatione torna in evidente utilità di esso seminario atteso il bisogno che si. ha d`alienat.ione per servitio di detto seminario, et però Vostra Signoria Illustrissima sarà pregato a faccine espedire quanto prima il Breve. Che sarà il fine di questa, et humilmente mi le racc. Di Milano XX Luglio NIDLXIX.
Poscritta: saranno con questa alcune copie (c) delle scritture pertinenti alli Costa, che è una di quelle cure che il sig. card. Sforza pretende siano vacanti dall`abbatia sua, et Vostra Signoria Illustrissima vederà in che è fondata la ragione di questa mia chiesa, ordinerà per che sia tenuto conto di dette copie secondo la nota che le mando. Saprà anchora che la parochiale di S. Christina è talmente separata dall`abbatia che ha la chiesa sua nell`istessa terra di S.Christina, che non ha punto che fare con la detta abbatia.
Unire l`altra postscritta del prevosto di Derfo (d).
(a) C`è una macchia che impedisce la lettura.
(b) La parte che segue è poco chiara perchè molto sbiadita. (c) Queste copie a noi mancano.
(d) Questa frase è scritta a sinistra in piccolo e allude alla lettera seguente scritta però su un altro foglio.
Fonti Archivistiche:
Biblioteca Ambrosiana, Epistolario di San Carlo, Lettera 205 P 4 inf. 229. 230.
http://epistolariosancarlo.ambrosiana.it
Fonti Bibliografiche:
M.L. Tranquillo,
Carlo Borromeo-Francesco Alciati, carteggio inedito 1568-1560, tesi di laurea, Milano Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Lettere e Filosofia , A.A. 1986-1987, rel. N. Raponi.
- A Cura di:
- [Maria Luisa Tranquillo]
- e con modifiche e integrazioni di:
- [Anna Elena Galli]
La scheda che stai visualizzando è visibile GRATUITAMENTE.