“Messer Giberto, prehendendo nuy de vuy, per la virtù et probità vostra et per la fede che ce portate, tuto quello bono concepto se possa, ne è parso, in li presenti suspecti che se hanno del vescovo de Suno(a) seu de Valese, che non facia qualche hostile invasione contra le cose nostre dal canto de Dondossula(b), constituirvi nostro commissario generale de quelle parte, cum ampla facultà de commandare ad tuti et fare quanto noi medesimi, como più largamente per le littere patente quale vi mandiamo qui alligate de la commissione vostra poreti vedere.
Siché vuy mo, secundo li avisi che havereti de movimenti del dicto vescovo, le havereti usare et in beneficio del Stato nostro et conservatione de quelle parte de Dondossula et circumstantie, provedere ad quanto serà expediente. Circalché, quantuncha extimamo mediante la prudentia et destreza vostra, advertireti procedere cum bona maturità et discretione per non tirare più tumulto et rumore alle spalle come bisognasse, né intrare anchora in periculo alchuno; niente di meno per maiore nostra satisfactione ce è parso farvi questa pocha admonitione:
Che stati advertito non venire, né lassare venire, li nostri ad alchuna rottura et novità contro valesani, se loro prima non principiassero ad offendere epsi nostri, aciò che may non gli possa essere spincta graveza d’essere stati li primi ad prehendere le arme in mane.
Secundo, quando accadesse valesani venire ad assaltare li nostri, ita che bisognasse fargli resistentia, advertireti che epsi nostri vadano cum tale governo che non possano incorrere in periculo alchuno, ma che’l tuto si facia ad mane salva, et niuno disordine, né damno possa seguire dal canto de li nostri.
Et quando dicti valesani fossero talmente grossi(c) che li nostri non potessero securamente havere ad fare seco, li fareti stare sopra le defese, fin ad tanto che per nuy in quelle parte se inviarà tale subsidio de persone che non sia poi periculo havere congresso(d) cum valesani, per spontarli dal loco dove fossero venuti tra le fine nostre(e); tenendone avisato de quanto alla giornata de momento vi accaderà presentire circa li andamenti de dicto vescovo, et se per nuy vi parirà se habia ad fare più una cosa che una altra.
Ultimo, se bene nuy ne la littera de la commissione vi tribuemo ampla possanza de commandare anchora al commissario de Dondossula, tamen vi admonemo ad volere advertire de deportarvi talmente verso luy et quelle altre cose nostre che al tuo pare, habiati debito respecto per modo che alchuno disordine non habia ad seguire, como ne persuademo che fareti”.
Note al testo:
(a) Sion in Vallese (Svizzera); (b) Domodossola; (c) numerosi; (d) contatto, scontro; (e) i nostri confini.
Fonti Archivistiche:
Archivio di Stato di Milano (ASMi), Archivio ducale visconteo-sforzesco, Carteggio Interno 828, lettera ducale di istruzioni per il commissario generale Giberto I Borromeo, Milano, 1487 apr 14.
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