Maccagno Superiore ed Inferiore; questo era dianzi capoluogo di distretto; ora è semplice comune in distretto di Luino, con una complessiva popol. di 1000 ab., ufficio post. e dog.
Il fiume Giona, che deriva le sue acque dal monte Tamar [
oggi Tamaro] nel Ticinese, e scende fra le gole dei monti Paglione e Vedasco, formanti la valle di quest’ultimo nome, nella quale, secondo l’Amoretti, trovansi indizi di piriti aurifere e miniere di ferro, divide le due borgate alla distanza di circa un miglio l’una dall’altra. Sul fiume è imposto un ponte di bella muratura a più archi, donde si domina un circostante assai fertile piano di terreno alluvionale.
In Maccagno di sopra eravi già il deposito e la raffineria del sale, che per convenzione dei due limitrofi governi si forniva annualmente alla Svizzera del porto di Venezia per la via del Po e del Ticino.
Maccagno inferiore gode di più antica rinomanza, siccome quello che ebbe già titolo e privilegio di feudo imperiale, con diritto di batter moneta e d’altre sovrane attribuzioni.
Ottone il grande, allorché mandò parte del suo esercito a cingere d’assedio l’isola di S. Giulio, sul lago d’Orta, contro il secondo Berengario Willa di lui coniuge, traeva in persona sulle rive del Verbano, e pigliò stanza per più giorni in questo villaggio (anno 962). E fu in tale circostanza, che il comune di Maccagno veniva eretto in contea con titolo di Corte imperiale, e data in libero feudo ai sigg. Mandelli, ai quali subentrarono più tardi i Borromei.
Di questa terra è nativo Domenico Della Bella, detto Maccaneo, che tenne cattedra di umane lettere, di etica e di storia naturale nella Università di Torino, dove morì circa il 1530, e dove ebbe onorevole sepoltura nella chiesa di S. Domenico. Abbiamo di lui una corografia descrizione del nostro lago, edita la prima volta in Milano nel 1490.
All’ingresso del paese da mezzodì si mostrano ancora le ruine dell’antico castello, e delle forti mura che lo ricingevano ai tempi di sua maggiore prosperità; e sotto quelle diroccate torri con pittorico effetto appare tra bruni scogli una biancheggiante chiesuola con elevato pronao, sostenuto da pilastri e volte ricoperte d’edera, e fondati nell’onda.
In entrambi questi villaggi fioriscono principalmente le industrie del legname, dei lavori in ferro, delle concie [
sic] di pelli, ed una filanda di seta.
Il lago da questo lido incomincia a più largheggiare dilatarsi, correndo verso mezzodì in isfogata superficie dei ben 25 chilometri di lunghezza. Il tratto di riviera, che volge a Luino, s’inarca in un amplissimo golfo di onda tranquilla, e continua fra dirupi e scogli ombreggianti di cespugli, di querciuoli e castani; a mezzo la strada, che assai comoda a’ pedestri o cavalcanti, e deliziosa per la variante amenità de’ suoi prospetti, va su giù disvolgendosi lungo l’arcuata scogliera sino a Luino, apresi la piccola valle Dumenza, e all’ingresso della medesima, appo la riva del lago siede.
Fonti bibliografiche:
L. Boniforti,
Il Lago Maggiore e Dintorni, Corografia e Guida, Torino e Milano s.d. (ma 1858), pp. 205-207.
- A Cura di:
- [Valerio Cirio]
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