Luino
(2000 ab., capol. di distretto politico giudiziale nella prov. di Como, e diocesi ripartita fra Como e Milano; albergo
Beccaccia).
Cenni storici.- Fece parte della contea d’Angera in un colle prossime valli Vedasca, Travaglia, Cuvio, Marchirolo e Dumenza; sotto la debole signoria degli ultimi Sforza, dal 1512 al 1517, l’occuparono gli Elvezi: in seguito da re Filippo II fu concesso in dominio ai conti Marliani, che il comune stesso e le dipendenti valli governavano a mezzo di un podestà da essi nominato, e residente in Luino. A’ Marliani succedettero i conti Crivelli, che ne sono tuttavia i più ricchi possidenti, e vi tengono un sontuoso palazzo, architettato dal prof. F. Soave, ma non del tutto finito.
Il 15 agosto 1848 accadeva in Luino un fatto pieno d’insolito ardimento; il Garibaldi a mezzo dei sociali piroscafi, di cui erasi a forza impadronito, lanciovvisi a terra, e con una mano di circa mille ragunaticci diede improvviso assalto al tedesco presidio, ingaggiando per più ore una fiera zuffa, in cui rimasero morti sette croati [Croati] ed un ufficiale, e cinque garibaldini.
Questo borgo diede i natali al vener. ANSELMO LUINI, che fu arcivescovo di Milano, e morì a Costantinopoli sul principio del XII secolo, esempio d’apostolico zelo; ed al beato GIACOMO ELEUTERIO LUINI, che fattosi carmelitano fondò una chiesa ed un cenobio dello stesso ordine in questa sua patria, l’an. 1477. Del medesimo borgo, e credesi del medesimo ceppo, uscirono BERNARDINO LUINI-CONFALONIERI, che legava con testamento del 1803 all’Ospedal Maggiore di Milano il patrimonio di circa 100 mila lire austriache, coll’onore al medesimo di stabilire in Luino, e nella casa di sua abitazione un ospitale ricovero aì poveri infermi della pieve di Valtravaglia inferiore e superiore: il barone STEFANO LUINI, che fu prefetto del Dipartimento dell’Agogna, e nell’esercizio della magistratura lasciò egregia fama di sé: e il conte GIACOMO LUINI, morto nel 1839.
In una cappella della restaurata chiesa parrocchiale vedesi un assai bel monumento eretto al medesimo G. Luini per cura di Maria Dell’Acqua Germani, la quale è figurata giacente a pie’ del funerario cippo, su cui poggia il busto del rimpianto suo benefattore. Sul medesimo cippo leggesi la breve epigrafe, che ben ne piace di qui riferire:
Gratitudine – promove, accresce, perpetua – ogni maniera – di benefizio. ,- Questa scultura in bel marmo di Carrara è opera del cavaliere Monti.
Particolarità.-
Luino, a chi lo mira in qualche distanza dal lago, offre uno de’ più pittorici aspetti, che maggiormente allietino le verbanesi rive. Locato in grembo a tranquilla baia, alle falde di ridenti poggi e colline fastose di ricca vegetazione, ci fa delle sue case un assai spiccato e piacevol gruppo intorno a nobile porto di recente costruzione. Al destro lato di chi vi approda due filari d’olmi e pioppi ombreggiano la spaziosa via lacuale, dal ponte di Tresa fino all’ingresso del borgo. Succede davanti a bel pronao di antica chiesa, ed all’attiguo palazzo Crivelli – magnificentissimo, dice il Bertolotti, per questi luoghi, abbenchè non condotto a termine, e però forse più propizio al scenico effetto – un viale d’altissimi pini fiancheggianti l’ampia rada in sino al porto, con solenne adornamento d’annose e sempre verdi chiome. A mano manca si elevano in anfiteatrica forma dolci clivi e poggi assai vezzosamente ornati di giardini, di vigneti, di splendidi palazzuoli, di pinte torri, di amene e capricciose ville. Dal medesimo lato poi, ma più presso alla riva, è soprammodo piacente a mirare, si per coltura, che per amenità di sito, il chiuso poderetto del conte Crivelli, là dove su ponte murato e grandi archi disegnasi un lungo e saliente pergolo a pilastri di granito venato, sul quale è aperto l’adito ad un grazioso tempietto di rotonda forma, poggiante sopra doriche colonnine appaiato, e vagamente all’intorno da ombrose piante ricinto.
Acqua minerale.-
Al di sotto di detto podere, rasente la pubblica via, zampilla in apposita conca a pubblico uso una sorgente d’acqua medicale fredda, ferruginea, con cloruro di calcio e magnesio e gas acido carbonico (1). Per altro la sua medica virtù fuor del distretto è quasi totalmente ignorata, ed anzi agli stessi abitatori di Luino ben poco in uso. Del che può addursi a bella scusa di non sentirne gran fatto bisogno; avvegnachè pari alla confortevole amenità del sito è quivi la dolcezza del clima, la natia salubrità dell’aere, e conseguentemente la gioconda bellezza e la fiorente salute che spira in volto agli abitanti di si lieta contrada.
Ma tutto ciò veramente non basta a gran pezza a cessare i bisogni dei poverelli infermi, dei quali, se non abbonda il paese, certamente non ne è senza.
E a questi caritatevolmente provvede l’
Ospedale,
fondato nel 1838 per lascito del nobile patrizio Luini-Confalonieri. Provvisto, anche per giunta d’altri legati, dell’annua rendita di lire austr. 8900, in tutto l’esecizio del 1855 ne spese 7373, e vi ricoverò circa 150 infermi accoltivi dai diversi comuni, che sono sparsi nella superiore ed inferiore Valtravaglia.- “Per condizione geografica del paese e suo territorio a molta distanza del grande spedale di Milano (è detto in una
Relazione storico-statistica del D.re C. Bazzoni, direttore di questo medesimo Ospedale), pel grave incomodo, anzi in molte contingenze, per l’impossibilità, di trasportarvi i propri ammalati, sarebbe vivamente a desiderare che questo stabilimento in Luino assumesse più ampie proporzioni e tali da soddisfare ai bisogni or più sentiti degli abitanti.
Un appello pertanto a quella carità che altamente onora i nostri concittadini, non crediamo inutile indirizzar loro, e speriamo che non andrà guari e questo piccolo istituto potrà stendere la mano più generosa e accogliere maggior numero di poverelli, che affranti per malori assai spesso loro causati da improbe fatiche nel coltivare quella gleba che aumenta le ricchezze altrui, intristiscono nella domestica miseria.
Commercio e strade.
Il borgo di Luino è il solo tra’ più grossi a popolosi comuni in riva al lago, che non abbia importanza di industrial movimento. Vantaggiato di ottimo suolo, ei vive contento dei prodotti che gli somministra in buona copia una diligente coltivazione, e per lo smercio dei quali tiensi al mercoledì d’ogni settimana un fiorente mercato, per maggior comodo delle suddette valli trasferitovi da Maccagno, dove più anticamente erercivasi.
Il territorio, che a mezzodì estendesi in fertile pianura di campi e prati sino al fiume Tresa, da nord-est elevandosi in colline va a finire in breve distanza col luganese [Luganese], è solcato da due belle vie postali, delle quali l’una per ponte Tresa [Ponte Tresa] mette direttamente a Lugano, l’altra per monte o Sasso Mericcio guida a Varese: una terza da quest’ultima si dirama per valle Cuvia, e accenna pue essa a Varese, Como e Milano da un lato, e dall’altro, ripiegando ad ovest, ridiscende sulle rive del lago a Laveno. Il tratto da Luino a Lugano, e quello da Luino a Varese si percorrono in circa tre ore, a mezzo di giornaliere vetture in corrispondenza con gli arrivi e le partenze dei battelli.
Dipendono da questo capo-distretto ben 45 comuni, sparsi nelle adiacenti vallate Dumenza, Vedasca, Marchirolo e Travaglia: i paesi che abbiano sin qui percorsi e accennati sulla riva lombarda, e quelli che verrem visitando, senz’altra indicazione, appartengono tutti al medesimo distretto.
(1) Giusta l’analisi, che ne publica il dott. Balzari in una sua lettera inserita nell’
Almanacco di Como del 1842, un volume di quest’opera, del peso di 500 oncie, conterebbe: carbonato di ferro gr. 19; solfato di calce gr. 12, muriato di calce gr. 2, muriato di magnesia gr. 2, silice gr. 3, principi fissi gr. 38.
Fonti bibliografiche:
L. Boniforti,
Il Lago Maggiore e Dintorni, Corografia e Guida, Torino e Milano s.d. (ma 1858), pp. 207-212.
- A Cura di:
- [Valerio Cirio]
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