Val Ticino. - Apresi la valle di questo nome nella direzione di O-N, da Bellinzona, e si estende per più di 70 chilom., popolata di frequenti paesi, e aperta a quattro precipue valli adiacenti, la
Marobbia cioè, poco in là da Magadino di sotto Giubiasco, per dove varcando la Colma puossi scendere a Gravedona sul lago di Como; la
Mesolcina, poco oltre da Bellinzona, di cui capo luogo è Musocco, donde si sale al San Bernardino ed allo Spluga; la val di
Blenio presso Biasca (capoluogo Olivone) per dove è progettata la strada ferrata al Lukmanier; e la val
Bedretto a mano manca da Airolo, formata da un ramo del Ticino e donde puossi salire a’ ghiacciai del Gries, ed alla cascata del Toce in val Formazza.
Il primo tratto di piana valle, che da Magadino giunge a Bellinzona e comprende gli antichi campi
Cununi, dicesi comunemente val di Bellinzona, e novera 2640 ab.; quello che da Biasca sale ad Airolo, nomasi val
Leventina dagli antichi Leponzi che l’abitarono: la è questa divisa in 4 circoli con 12,746 ab. sparsi in 21 com., dei quali son capi luoghi
Giornico, Faido, Quinto, e
Airolo..Sopra quest’ultimo luogo un ultimo tratto della medesima valle, che si protende a poca distanza dall’Ospizio con aspetto assai lugubre e selvaggio, è detto val
Tremola, forse dalle frequenti frane e valanghe di neve che si discoscendono e fan triemare con pericolo de’ passeggeri: da essa, dice l’Amoretti, pigliò nome la
tremolite, pietra cristallizzata a raggi, che vi si trova in copia nella roccia, e sparsa a frantumi lungo la via.
Più volte negli antichi e moderni tempi calarono per questa valle stranieri eserciti a far guasto dell’Italiane terre: e più volte ne furon respinti con sanguinose pugne. Accanitissimo e formidabile sul cadere dell’ultimo secolo (13 settembre 1799) è stato lo scontro che avvenne tra gli eserciti Russi e Francesi nelle vicinanze di Airolo, e colla peggio di quest’ultimi.
Di là dal detto borgo cessa il dolce idioma d’Italia, e vi subentra un rozzo dialetto di lingua tedesca, al cui aspro suono s’accorda la crescentè asperità del sito. Avvegnachè man mano che si procede verso l’Ospizio del S. Gottardo, per dove la novella strada conta da Airolo ben 44 risvolte serpeggianti nella schistoso macigno, l’orizzonte si restringe, il verde scompare, l’ardue scogliere si coprono di ghiacci eterni, il fiume Ticino cade precipitoso e fremebondo, e talor sui cela sotto massi enormi d’accumulate nevi, che servon di ponte su cui il viandante passa senza avvedersene,- e raccapriccia poi, dice Sulzer, pensando al corso pericolo.
Il principal ramo del fiume che da Airolo si rivolge ad ovest, va a terminare al passo della
Forca, tra il Reus e il Rodano: l’altro piega a N-E. e riesce al sommo valico, in cui sta l’albergo fatto costrurre a spese del Canton Ticino in luogo dell’antico ospizio de’ Cappuccini, bruciato e distrutto da’ soldati nel 1799; e dove veggonsi quattro laghetti, tre dei quali danno le acque al Ticino, ed uno al Reus.
Tutta la valle appartiene al Canton ticinese sino al di là dell’ospizio al ponte
Rudunt, limite del Canton d’Uri. In essa veggonsi di molte belle cascate, fra cui la
Calcaccia, sotto Airolo; la
Piumegna, innanzi Faido; la
Cribiaschina, a un’ora più basso del medesimo borgo; la
Cremolina, sotto Giornico, dove nel 1478 una mano di appena 600 svizzeri gagliardamente pugnò contro ben 15,000 austriaci.
Da Giornico superiormente sino alla vetta del S. Gottardo, nello schisto micaceo e nel granito che la montagna compongono, racchiudosi numerose vene di cristallo di rocca e vari minerali e gemme, come l’abesto, l’amianto, la delfinite, la pietra ollare, il clorito ordinario ed a fogli, lo spath di varie qualità, il rubino, il topazio, la tormalina, l’ametista e via dicendo;
(1) e vigoreggiavi una grandissima varietà di piante alpine. E dal medesimo punto di Giornico in giù sino al lago, la valle incomincia a dischiudersi sotto un più ridente cielo, e vestirsi di più variata e ricca vegetazione; e l’acque medesime del fiume, raccresciute dal Blenio e dal Moesa, potrebbero essere da Poleggio sino al Lago Magg. navigabili, se dal suo letto si rimovessero i grossi macigni che fannovi ingombro.
Per dilungo la medesima valle mantienvi comoda e frequentata comunicazione, tra l’Italia e la Svizzera, una magnifica strada, già conosciuta sino dal 1319 e modernamente, con largo dispendio di oltre un milione, dalla repubblica del Cantone riformata sotto disegno dell’ing. F. Meschini. Ma di questa diremo più particolarmente altrove.
Facendo ritorno sulle rive del lago a Magadino, vedesi il suo territorio verso mezzodì e levante, come altresì quello di tutta la costiera del Gambarogno, assai povero e montuoso; su breve zona, in vicinanza del lago, maturanvi scarsi e mediocri vini bianchi; e superiormente lo rivestono castani, pascoli e selve. Una bella via lacuale però contorna tutta questa riviera, sulla quale procedendo s’incontrano lunghesso la via o sul dosso dell’adiacente montagna, a brevi intervalli gli uni dagli altri, i sunnominati comuni di
Vira ecc.
(1) V.
Osservazioni mineralogiche sulle montagne del S. Gottardo, del cav. PINI, e
Voyage dans les alpes, del SAUSSURE.
Fonti bibliografiche:
L. Boniforti,
Il Lago Maggiore e Dintorni, Corografia e Guida, Torino e Milano s.d. (ma 1858), pp. 199-202.
- A Cura di:
- [Valerio Cirio]
La scheda che stai visualizzando è visibile GRATUITAMENTE.