Valle Cannobina.- Questa valle si apre nella direzione di E. ad O-N-O., procedendo da Cannobio per ben sei ore di cammino pedestre sino al passaggio di Finero, dove un ingente masso di rupe s’attraversa a contendere il varco per chi ascende di qui alla valle Vigezzo nell’ossolana provincia. Abbonda di larici, querciuili, faggi e betulle, e del più ricercato selvaggiume. Il terreno della parte superiore ha larghi strati di marmo bianco primitivo, donde quegli abitanti traggono la calce al loro bisogno. Di essi la popolazione maschile per la massima parte se n’esce nella opportuna stagione a far da vignaiuoli per le vitifere provincie di Piemonte e Lombardia.
L’acqua che decorre sempre mai abbondantissima per questa valle sino al lago, è feconda di squisite trote, e serve di naturale veicolo al trasferimento del grosso e piccolo legname da ardere, che in molta copia traesi dalle adiacenti montagne. Di queste le più alte vette, e donde maggiori acque affluicono in grembo alla valle, sono quelle del monte Pedon in fondo alla valle; del monte Zeda, che la divide da valle Intrasca e si eleva a 2228 m.; e, verso il confine svizzero, le poco meno elevate cime de’ monti Limidario e Gridone.



Fonti bibliografiche:
L. Boniforti, Il Lago Maggiore e Dintorni, Corografia e Guida, Torino e Milano s.d. (ma 1858), pp.160-161.