STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Elenchi di funzionari e cariche pubbliche in «LESA»

Denominazione:
Lesa
Breve Abstract:
Giovanni Giuseppe Vagliano, Le rive del Verbano 1710: la descrizione di Lesa
Abstract:
Lesa
Capo XXIX


Stando Belgirato nel suo vago promontorio, che con lingua d’arena, la quale termina in punto, bee l’acque del lago, in breve passeggio si corre in seno al fu nobil borgo di Lesa, altre volte formato da novecento cinquanta fuochi, e molti autori di grido, sì antichi, come moderni, ne hanno lasciato memorie ricolme d’applausi. Si vedono ancora le vestigie di forte, e sontuoso castello, che al riferir de’ vecchi, per tradizione continuata in molte etadi a dietro, fu edificato alla metà d’esso borgo, poscia da barbare forze tiranniche nella miglior parte, in deplorabili congiunture di guerre crudeli atterrato.
Lo stesso mercato, che oggi si fa in Arona, concorrendovi le genti di tutte queste riviere, come dal Novarese, e Vergante, venia eseguito in questo luogo con privilegi ducali.
Ma il tempo, che nelle sue vicende tutto divora, benché scemasse la parte migliore di sì bel continente, non ebbe però sì duri denti di romper il tutto, e tanto v’è rimasto di nobiltà, e fregi in molta parte, che quantunque si mostra Lesa, non è però consunta, anzi vittoriosa de’ secoli, sempre più vaga, nobile, e ricca d’abbellimenti compare. Per cominciar dunque dalle cose di Dio.
Ha la Chiesa parocchiale, tanto nobilmente fabbricata con ordine dorico, che può servire di chiesa maggiore a qualsivoglia città. È questa disposta in tre navi; ne formano un tutto cinque altari con balaustri di preziosi marmi. Il coro, ed altar maggiore, ove s’adora il Grande Iddio, sono sontuosi. Una sagrestia ripiena d’arredi sagri, nelle sue preziosità contesti d’oro, e d’argento, non cede alle catedrali.
Vi sono molte reliquie insigni de’ Santi protettori, e padroni. Una croce con quattro busti mitrati, entrovi l’ossa de Santi Vescovi. Due cassette, ed altre reliquie d’argento.
Lo stesso coro vien guarnito da tre preziosi quadri; cioè un Cristo, confortato dall’Angelo nell’Orto di Getsemani, del famoso Morazone, che nel prezo dell’opera tesoreggia. Ne’ laterali del detto coro un S. Martino, che divide il mantello, e ne porge al Signore in figura di povero sciancato una parte, mostrando nel nudo la parte più studiata dell’arte.
Dall’altra parte. Un S. Giorgio, che sopra bizzaro [sic] destriero passa coll’asta ferrata la gola al drago, e salva la regia donzella. Gloriose fatiche del sig. Giulio Cesare Procaccino.
In detto tempio, vi si godono sempre esposti tant’altri quadri de’ rinomati pittori moderni, che formano fregi di continuo festoso apparato.
Un’ampia piazza avanti la porta maggiore rende più maestosa la detta parrocchiale, la quale viene governata attualmente dalli signori arciprete Ercole Luvino, vicario foraneo, e protonotaro appostolico, e Bonino penitenziero maggiore di Lesa, e tutto il Vergante, in qualità tra loro di grado pari.
Assistono, e servono alla detta chiesa diece sacerdoti nelle funzioni ecclestiastiche.
V’è la chiesa della Beata Vergine di Campagna miracolosa, di struttura moderna, ed ha varie entrate, lasciatele da’ divoti.
Un oratorio sotto l’invocazione de’ Santi Fabiano, e Sebastiano.
Un altro di S. Bernardino nel corpo d’esso borgo, in cui sta eretta la Confraternita di Santa Marta.
La chiesa di S. Giorgio di Villa di Lesa.
Un altro oratorio di S. Rocco nella terra di Solcio, territorio di Lesa, i quali tutti vengono visitati in occasione di processioni, estendendosi detto oratorio fino a’ confini de Mena [= Meina].
Ora questo luogo risplende tra fregi di molti palagi di continuo abitati da nobili, e formano, dalle rive vicine all’acque verbane sempre ascendendo, vaga scena con nobili prospetti.
Vien circondato da lunghi, e vasti pergolati, ed in questo ambiente purgatissimo si respirano aure salubri; di modo che quasi sempre stando in pacifico equilibrio uniti gli elementi, che compongono gl’individui, questi si vedono prosperosi, e vaghi nell’uno, e nell’altro sesso.
Si mira poi con diletto il bellissimo colle tutto fruttifero, che vi sovrasta, dal cui territorio ripieno di viti si levano da que’ tralci i famosi vini di Lesa.
Tiene altresì questo borgo una vasta campagna sul piano, di lunghezza, e larghezza sopra un miglio con diligenza esquisita fatta colta, ricca di copiosi frutti d’ogni spezie, e tanto più si rende singolare, e degna d’osservazione, quant’è formata dalla natura in figura di perfetto teatro; onde s’imagini il lettore, quanta soddisfazione abbia l’occhio di chi vagheggia sì bel sito, e quanto utile, chi possiede le sue terre.
Questo luogo è capo del Vergante, feudo de’ signori Borromei, ed ivi risiede di continuo il podestà.
Sotto questo Tribunale stanno soggette più vicine diece terre; poi passando nel Vergante, parte su le rive del lago, e parte sparse per la provincia fanno il numero di trenta, e sono
Ferajolo [= Feriolo], Baveno, Campino, Roncano [= Roncaro], Somarero [= Someraro], Lecco [= sic, per Levo], Carziano [= Carciano], Isella di sotto, Isella di sopra, Stresa, Binda, Vedasco, Passera, Breisino [= Brisino], Magonino [= Magognino], Stropino, Carpugnino, Cigneso [= Gignese], Vezo [= Vezzo], Hoco [= Nocco], Gralia, Brovello, Comnago, Cologna, Belgirato, Lesa, Villa, Solzio, Mena, Dagnente, Ghevio, Sovazza, Colazza, Fosseno, Tapiliano, Corzago [= Corgiago], Pesano [= Pisano], Nebiuno, Dormeletto, e la Rotta; tutte terre borromee.
Rendono illustre sì vago borgo le nobilissime famiglie de’ signori Visconti, tra’ quali
Il sig. Urbano Visconti dottore del Collegio di Milano.
Il sig. dottor Gerolamo Francesco Visconti, che fregiato di nobilissimi talenti, questi coltivando tra continui studi si rende perfetto oratore, poeta sublime, teologo profondo, e leggista acutissimo, testimoni di queste verità l’opere sue.
Il sig. capitano Lodovico Visconti,
li quali discendono per retta linea da’ duchi di Milano, e di queste famiglie furono già imperadori, regi, duchi, cardinali, ed altri personaggi innalzati sopra più alti seggi del stato.
La famiglia Picenna, signori, che in molte età vissero, e si mantengono nobilmente delle loro ricche rendite. In essa furono e vi sono dottori ch’esercitarono con gloria immortale i loro talenti in cariche regie, e posti elevati. Questo ceppo poi fu diviso in tre colonnati.
La famiglia Tremonti è celebre per l’antichità.
Quella de’ signori Galli, che per molti secoli ebbero persone graduate nell’ordine ecclesiastico, e negl’impieghi della toga.
Li signori Appostoli, nella cui famiglia furono già abbati, dottori famosi, che con gloria sostennero uffizi regi, dignità, ed altre cariche per loro medesimi, e per li posteri.
V’è un’altra famiglia distinta da’ signori Visconti nominati, pure di nobili natali.
Come altra de’ signori Rabajoli, i quali vissero sempre o delle loro ricche rendite, o de gl’uffizi che con molto splendore della virtù e del merito portarono le loro cariche sul trono degli onori.
Abitarono, ed abitano anch’oggi in detto borgo li signori Borella, Motta, Pizzi, e Ferrari, i quali coronano la nobiltà di detto luogo.
A Cura di:
   [Sergio Monferrini]
e con modifiche e integrazioni di:
   [Gioacchino Civelli]

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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