STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Elenchi di funzionari e cariche pubbliche in «BRISSAGO SVIZZERA»

Denominazione:
Brissago Svizzera
Breve Abstract:
Giovanni Giuseppe Vagliano, Le rive del Verbano 1710: la descrizione di Brissago Svizzera
Abstract:
Brisago
Capo V

Proseguendo il viaggio di quattro miglia per le Rive del Verbano, su quelle costiere vedesi il luogo di Brisago ripieno di case, per la maggior parte picciole, ma fabbricate con bell’ordine, tra le quali v’è la casa Borani alzata dall’industria, sorella della fatica.
Questa terra di trecento fuochi elegge il proprio podestà con perpetuo privilegio ogni anno; di detto luogo conviene sia nativo uno di que’ sette ministri, o giudici, senza la presenza de’ quali il commissario di Locarno, non può sentenziar alcuno a morte, come anche tiene in jus patronato l’elezione del proprio paroco. Vien governata da’ Signori Svizzeri, i quali la proteggono, e favoriscono con molti privilegi.
Fu prima dominio de’ duchi di Milano, ora signoria de’ detti Signori.
Sta questo delizioso luogo in linea retta guardando il Mezzogiorno, alla sinistra lo serve l’Oriente, alla destra l’Occidente; si che tutto dì vien favorito dal sole, che gl’indora il manto. Gli fan corona sul capo fertili colli, ricchi di tralci, che ne’ loro trebiani, non invidiano le vigne di Creta; lo fregiano ameni oliveti, con frutta d’ogni spezie, e secondo il paese, abbonda anche di grano.
Questa terra confina con ambidue li Stati, terminando qui la signoria degli Svizzeri, e cominciando il dominio spirituale della Diocesi di Milano.
Quivi l’aria è sì temperata, e pura, che rende ne’ parti de’ suoi nazionali il sangue vivace, li fa robusti di forze, nobili nell’idea del volto, e nella cute coloriti dalla natura a giglj, e rose, non essendo seconde all’altre in beltà le donne brisaghe; oltra la prerogativa di conservarsi sani, che molti campano sino a cent’anni.
Evvi un tempio dedicato alla Gran Madre di Dio Nostra Signora, e serve di parochiale, sì nobile, che non invidia a molte delle città d’Italia, mercè la devozione di que’ popoli, che grati alla lor chiesa madre, oltre d’averla fabbricata con buon disegno, l’hanno anche fregiata di coro nobile, e di sontuoso santuario per trono del nostro Dio fatto uomo, ove divotamente adorandolo, ogni dì gli offeriscono i cuori, ed a spese de’ nazionali trafficanti per lo mondo, si vedono in esso alcune capelle coperte di marmi lustri, ori, stucchi, e tavole de’ più celebri, e rinomati pittori.
Oltra li signori, che governano detto luogo, già detti, hanno tre consoli per antico privilegio da loro eletti, i quali coll’assistenza del proprio cancelliere, anche assente il podestà, ogni sabbato risiedono a banco di giustizia, che sommariamente s’amministra.
Questo luogo fu prima de’ signori Visconti duchi di Milano, poi fu occupato, dice Giovanni Botero nelle sue Relazioni Universali al cap. de’ Grigioni, da’ Signori Svizzeri.
Le genti di questa terra sono d’ingegno sottile, ed acuto nell’intendere, e come di natura ignea molto risentire, massime in punti d’onore. Vaga a vedersi è la positura di questo continente, perché il corpo d’esso resta unito in bel sito, a cui bagna le piante l’onda del lago, e sul colle vi sono molte terre soggette, che lo circondano.
Da questo luogo uscirono molti uomini illustri in santità, e lettere, ed in primo numero molti di Casa Rainaldi, come il sig. Antonio, che fu rettore di quella chiesa, il sig. Gio. Battista canonico, e teologo di Varese, altro sig. Antonio, che nuovamente eresse la parochiale del detto luogo, il sig. Gio. Giacomo, tenuto in somma venerazione, il sig. Giacomo, che fu cancelliere, e penitenziero nella cattedrale di Lodi, il p. don Giustino della Congregazione di S. Paolo, Pietro, che pur fu rettore di quella chiesa sua patria. Oltra a tanti altri officiali nel Senato, e maestrati di Milano pure di Casa Rainaldi, come altri di diverse famiglie nativi di detta terra, che a celebrar le loro virtudi troppo lunga sarebbe l’Iliade.
Poscia salendo a mano manca si ritrova una terra, chiamata Trafiume, nella quale sta un ponte sì alto, che l’occhio teme guardando il fondo, ove precipitano l’acque; d’indi si passa, e si camina per una valle detta Canobina, in cui veggonsi molte terre, e di là s’entra nella gran valle di Vigezzo, poscia a quella di Domodossola, tutte signorie, feudi, e contee del gran casato borromeo.
Ma ritornando alle Rive del Verbano, ove s’avanza una punta di lago, vedesi la foce d’un fiume, che scarica in esso le sue acque, ed è questo il rinomato tragitto d’innumerabili legni, che ne’ correnti diluvi precipitando da’ monti, rendono abbondante il paese, e Milano ancora.
A Cura di:
   [Sergio Monferrini]
e con modifiche e integrazioni di:
   [Gioacchino Civelli]

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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