STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Denominazione:
Breve Abstract:
Giovanni Giuseppe Vagliano, Le rive del Verbano 1710: Descrizione Geografica, Idrografica e Genealogica del Verbano
Abstract:

Descrizione Geografica Idrografica, e Genealogica

CAPO I.

Sendo l’acque figura della grazia, non è maraviglia, ch’ove queste vantano qua giù in terra i loro principi, la mano onnipotente del Grande Iddio non concorra con parzial amore a render salubre il continente d’esse, ed i paesi che più vicini lor fan corona co’ loro monti, con le valli, colle fraposte pianure, e coi colli aprichi. L’acque dunque sono il miracolo maggiore degli elementi.
Nell’origine perché nacquero dalle vene sotterranee de’ mari, prodotte in essi dal perpetuo influsso de’ fiumi, esse vengon concette nel seno più cupo dell’ombre e pur mostrano tutto il loro corpo trasparente, sono partorite dalle dure viscere delle rupi, e pur tenere e molli e fluide, e fuggitive a se stesse sempre s’uniscono. Animose più del fulmine nel cader da’ precipizi, riposano sopra tutti i letti della terra, anzi come padrone di tutto il globo, in ogni sito, in tutti i luoghi ergono trono. Nelle valli si mostrano d’esse signore, ne’ piani grandeggiano, scherzano su de’ colli più fioriti, ed ascendendo su l’erte cime de’ monti, colà s’incoronano regine d’essi. Ne’ propri moti incontrastabile dimostrano la loro onnipotenza; scherzano coll’aure, or s’appianano in cristalli, e si fanno specchio a chi le vagheggia, or si ragruppano in vortici, e si fan largo all’ardir de’ masnadieri, or si disciolgon in correnti, e portano a volo chi s’affida alle lor forze, or guerriere assaliscono, e tutto vincono, or pacifiche si ritirano, ed invitano a gioire nelle proprie fluidezze il passeggero; ora sdegnando la terra: «Scandunt in sublime, er caelum sibi vindicant» (Plin.). Colà inalzano la reggia, ivi si condensano in nubi, si congelano in grandini, si stemperano in piogge, s’accendono in folgori, si figurano in iridi, e sotto que’ archi colorati, si coronano regine de gli altri elementi. «Quippe hoc elementum caeteris omnibus idem imperat».
Queste dunque al dir de più sensati, dimostrando la sovrana Maestà da gli effetti della propria possanza, si fanno vedere superiori agli altri tre suoi competitori, comandando, e volendo esser ubbidite, comparton grazie e dispongon pene, secondan i seni più cupi de’ mari, di perle e di coralli, aricchiscon le glebe di biade, e de’ frutti più dolci. Sopra il suo impero fan galeggiar i corpi più gravi, e vogliono che i più leggieri s’anneghino. Se dunque l’acque inalzano il loro seggio su de’ cieli, e sotto tutta la terra il loro impero è universale sopra tutti gli elementi; in grembo a queste però ecco il nostro Verbano, ed in esse formato il maggior Lago, che nel cuore della vaga e fertile Italia risiede. Mostrano il loro nascere su l’altezze del Monte Somma, a cui Giulio Cesare imperadore diede il nome Alpes Summae, fatto poi grande dall’azioni sue eroiche, arrivò all’impero di Roma, dopo che quelle sempre vittoriose colonei vissero lunga serie di secoli nella libertà della prima e più vasta repubblica del mondo; se bene con politico riflesso, sinché Cesare visse, non volle altro titolo che di perpetuo dittatore.
Prima carica ad tempus, che per l’adietro conferisse al più degno capitano la stessa repubblica.
Vedesi perciò anch’oggi di uscir dalle viscere del detto Monte Somma ma in picciol rigagno d’acqua chiara e risplendente il Tesino, che dopo il Po tra i fiumi d’Italia tiene la maggioranza.
Le dette Alpi sono il termine tra l’Italia e la sede de’ Signori Svizzeri; su la cuspide d’esso monte, che con molta fatica s’ascende, sendo ertissimo, sta construtto picciol tempio dedicato alle glorie di S. Gottardo; però dal santo trasse il nome quella montagna che quasi madre feconda d’acque correnti s’osserva, mentre genera in poca distanza l’un dall’altro, e partorisce quattro fiumi.
Quivi dunque ha ‘l suo principio la Toce, che scendendo dirizza il corso verso la Valle d’Ossola, e dopo il giro di molte miglia sempre cadendo, entra nel lago Maggiore sopra Palanza due miglia.
All’incontro d’esso monte ha origine il real fiume Reno, che scorreno per la Germania, e per le parti più basse della Fiandra, sbocca finalmente nel mar Brittanico, ove porge in tributo le grand’acque.
Non lungi dal famoso monte, s’osserva nascer il Rodano, fiume nobilissimo, che passando per le parti de’ signori vallesi, forma il lago Lemano, che noi diciamo di Genevra, e scorrendo buona parte della Francia, sotto le mura di Leone, e d’Avignone, entra vittorioso nel Mar Gallico sopra Marsiglia circa dieci miglia.
Nelle viscere del monte, che sta sopra il borgo vicino ad Abiasco, ove la valle Lepantina si congiunge con la Bregnana, furono già ritrovate alcune gemme, che per loro splendore chiamaronsi carbonci, ma gli orafi a distinzione di quelli che s’ebbero da’ monti dell’Indie, le dissero rubini. Queste con molta fatica dopo lungo scavare di duri macigni, si ritrovarono nel mezzo di fragil sasso; per essersi poi osservato che la spesa soverchiava il valor delle gemme, fu cessato dall’opera.

Da’ medesimi monti si cavano preziosi marmi, de’ quali la Lombardia si serve per fregiar sue fabbriche.
Ma ritornando al bel Tesino, si vede uscir dal monte sudetto verso mezzogiorno e scorrendo per la vicina Valle Lepantina, presso le terre d’Airolo, Faido, e Giornico, arichito dall’acque del fiume Biasca nella Valle di Bregno, s’accosta in distanza di due miglia al castello di Belinzona, sì baldanzoso tra quell’aspre balze traboccando, che, sì per la furia, come per lo spruzzo dell’onde, sì per l’urto scambievole de’ sassi, come per lo precipitoso moto della caduta, tanto rumoreggia, che cagiona spavento, e panico timore a’ vicini passeggeri, facendosi sentir orgoglioso lunga traccia lontano. Vicino poi al borgo di Belinzona si fa più grande coll’acque favoritegli dal fiume Mosa, che scorre nella valle Mesolzina, e mostra il suo principio nella montagna di S. Bernardino, paese de’ Signori Grigioni; giunge poscia a Belinzona, ove lasciati i monti, e le valli, s’allarga in ampia pianura, passando vicino a’ prati, e poderi di Locarno. Quivi fatto gonfio per le molt’acque de’ fiumi, e torrenti, ch’entrano in esso, sbocca nel lago tra Locarno e Maghedino di modo che il Tesino vien chiamato padre di detto lago.

A Cura di:
   [Valerio Cirio]

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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