Che forma lunga fascia, o sia corona al capo di questo monte. Alcuni autori moderni hanno scritto gran cose dell’Antichità di questo luogo, ma con prove assai scarse, non v’essendo altro che le vestigia d’antica torre, e la nominano Castello. È però terra che abbonda d’ogni grazia del Cielo, ed oltre le copiose vigne, dalle quali s’estraggono ottimi vini, i giardini, cinti d’alte mura, rendono ogni spezie di frutta, e con parzial abbondanza pera garavelle.
Soggette a questo vicario sono le valli co’ luoghi, che ne’ loro continenti risiedono. Per cominciar però dalla parte di sotto alle rive d’un seno di lago, che forma semicircolo v’è la terra di Caldé, già nominata, e passando all’insù, si ritrovano quelle di Castello, Ori [= Orile], Piscina [= Pessina], Bissaga, Ronchiano e Creda, tutti membri soggetti alla parochiale di Castello.
Poi ritornando alle rive del lago, si vede Porto, che s’alza in qualche spazio di vaga colinetta aprica, di cui già s’è fatta menzione.
Poscia si passa salendo verso la montagna alla parochiale di Santa Maria di Domo, discosta dalla riva un miglio. Retta al presente indegnamente da chi scrive. Questa parocchiale è antichissima, vedendosi presso d’essa una struttura di figura rotonda, separata dalla chiesa, trionfo de’ secoli contro al dente vorace del tempo, in cui anco oggidì i parochi battezano, non vedendosene altra simile in tutta questa gran diocesi, che un’altra sola.
Qui per tradizioni di molte etadi abbiamo, ed in spezie da una visita di s. Carlo Borromeo, che fosse la chiesa propositurale.
In questa chiesa hanno per obbligo e consuetudine antica il proposto, canonici e tutto il clero della pieve di far capo a tutte le processioni comandate, antiche e moderne, fuori che quella del giorno della Solennità del Corpus Domini, che si comincia dal fondo della pieve di Valtravaglia, cioè dalla parochiale di S. Pietro, si posa in questa di Domo, e si serve al Santissimo da tutto il clero, e popoli sino a S. Vittore chiesa propositurale, spazio di tre miglia di montagna, che stancò i giganti a’ loro tempi.
Questa chiesa, da cui, come s’è detto, fu trasportata la propositura da s. Galdino a S. Vittore che sta in mezzo al vicariato, si conservò sempre non soggetta ad altra chiesa, come le altre vicine parochie, le quali prima venivano regolate da’ canonici di S. Vittore nella cura dell’anime, come furono Porto, S. Pietro di Castello, Rogiano, Brisago [= Brissago], Buvilione [= Biviglione] e Voldomini [
sic], le quali sciolte da s. Carlo, come incompatibili colli canonicati, si providero,
apostolica auctoritate, di parochi, che risiedettero di continuo nelle terre soggette:
hoc adjecto ordine, che que’ popoli riconoscessero la loro matrice nel giorno della Solennità di S. Vittore, con portarsi colà processionalmente col proprio paroco, ed ivi cantate le litanie de’ santi, offerissero un cereo in memoria della soggezione antica, come inviolabilmente s’osserva.
Questa cura di Domo ha come membra a lei soggette le terre di Sartirano [= Saltirana], Nasca, e Sarigo, che formano comune proprio, chiamato Vecano, ed altro comune distinto, cioè Ligorno, la Torre, Musadino e Domo.
Poi s’ascende a S. Vittore di Bedero, propositura con annesso il vicariato, come s’è detto, e detta collegiata ha sotto di sé il mentovato luogo di Bedero, Brezzo, Ticinallo, d’onde dicono avesse i suoi natali Gerardo Sella, arcivescovo di Milano, benché non si provi, che per tradizione de’ popoli, perché il Besozzi lo ripropone nella sede degli arcivescovi, ma non lo dice natìo, né originario di tal luogo; e Muceno, tutte terre soggette e governate nello spirituale come paroco dal medesimo sig.r proposto.
Scorrendo poi avanti su la montagna si ritrova la terra di Rogiano in mezzo a’ boschi, feraci di legnami, ottimo a sostener pergolati, e copiosa in molte parti di vigneti; come, passando avanti un miglio, si ritrova la terra di Brisago, luogo fertile, quantunque nel centro de’ monti.
Entrando poscia più a dentro nel cuore di questa valle, si ritrova Massenzana [= Mesenzana], Grantola, e Montegrino, che tiene sotto di sé Castendallo, Bonera, Rovera, Roverpiano, Sciorbaga [= Sciorbagno], ed il Molino detto il Cucco.
Poi ritornando alle rive del Verbano, vediamo Germignaca, che passando avanti si vedrà meglio descritta, d’indi passato il ponte del fiume Tresa per poco spazio si ritrova il Convento de’ Padri Carmelitani, poi Luvino luogo nobile capo di pieve, che ha sotto di sé le seguenti terre: Voldomino, Creva.
Nella parte superiore si vede Colmegna, membro della cura d’Agra, d’indi Dumenza; colà passando dentro per li boschi dell’erto monte, ritrovasi Curiglia, e sopra la cima d’esso che guarda verso Lugano, Monte Viasco; descendendo poi fino al fiume Gionna si ritrova Pierro.
Poscia cavalcando l’altra montagna, verso la cima d’essa vi sta Bienno. All’incontro s’osserva Luzzo [= Lozzo], e scorrendo avanti si ritrovano Armi [= Armio], e Gralio; d’indi calando vi sta Cadero.
Passando poi l’orrida valle Casnera, ivi stanno situati sul monte Garabiolo, Campagnano e Muscignano [= Musignano].
In questo vasto continente descritto vi soggiorna tutto il vicariato di S. Vittore, si lubrico, sassoso, e malagevole per le salite de’ monti altissimi e straripevoli, che in ogni moto si nasconde un pericolo, ad ogni passo v’è un inciampo, in modo che i poveri ecclesiastici non possono con quella diligenza che vorrebbero, accorrere ad assistere ogni mese ed in ogn’altra occasione alle congregazioni comandate dall’ordinario.
Chi è pratico del paese osservi se si dice vero, camminandosi nel verno con le grappelle ferrate, tra’ ghiacci, e nevi gelate, in sentieri angustissimi d’un palmo di larghezza, che da un lato vi sta diritto la sassosa parete dell’erta montagna, dall’altra si mira con orrore il profondo vicino vallone, ch’accenna al passeggero il precipizio. Ma ritornando adietro per lungo spazio, continuiamo la nostra descrizione, da S. Vittore a
Germignaca
- A Cura di:
- [Gioacchino Civelli]
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Biografia Carlo Alessandro Pisoni
Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo,
dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio
Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a
disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago
Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi
passati dal lago, condividendoli con la sua gente.
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