E perché si sappia la qualità del luogo, di cui, fra gli altri, de quali prima furono padroni, ultimamente pur n’erano signori i Morigi, noterò qui in compendio le parti e circostanze del medesimo. È Monza luogo sì onorevole per la grandezza del sito, per le chiese magnifiche, per gli edifizj, per famiglie nobili, gente civile, copia di trafici, mercanti, ed artisti, che non la cede a molte città d’Italia. Ha gran numero di Tempi ben tenuti, ne’ quali s’esercita con molta religione, e pietà il culto di Dio, sì da’ regolari, come da ecclesiastici secolari, e dalle monache. Tra le chiese più qualificate v’è quella di S. Gio. Battista, eretta dalla devotissima Teodolinda regina de’ Longobardi, a cui S. Gregorio Papa, e Dottore di Santa Chiesa, dedicò il libro de’ suoi Dialoghi, e donò molte reliquie per arricchirne il filo elevato Tempio, il quale da lei fu dotato di molte rendite per Patrimonio di quel Mitrato Arciprete, Canonici, e Regi Capellani. Lo guernì di ricchissimi paramenti, tessuti d’oro, e d’argento per uso de’ sagri altari, e delle funzioni ecclefiastiche; come d’argenterie per lo splendore de’ giorni festivi, arazzi, e suppelletili sagre, oltre al Tesoro, che consiste in molte libre d’oro massiccio, lavorato, e disposto in varie figure; ma tanto segretamente nascosto, che con difficoltà si potrà ritrovare, sepolto più tra le rovine di molti secoli, che tra’l fondo de’ sotterranei ripostiglj; che vi sia però, vi sono antichissime scritture autentiche.
Ha il popolo di Monza antichi privilegi, ed autorità d’incoronar gl’imperadori della Corona di Ferro.
In comprovazione di ciò, tra gli altri casi seguiti, v’è quell’ ultimo, e preciso, che l’anno 1530, quando Carlo V fu coronato in Bologna da Clemente VII Pontefice Massimo di Casa Medici, si portarono ambasciadori quelli di Monza a Bologna con la corona di ferro, supplicando S.M. Cesarea, volesse restar servita d’accettar quest’atto della loro devozione, secondo l’antico costume d’esser coronato a nome di Francesco Sforza II Duca di Milano; per Io che, furono dall’Imperadore ricevuti con molto onore, e stima di quell’azzione, e ne seguì nello stetto tempo l’atto con le solite solennità, ed instrumenti, serbandosi questa Corona nel Tempio del preaccennato S. Gio. Battista di Monza per contrasegno della dignità, ed antichità del luogo.
Quefla Corona, come affermano molti scrittori, e molto più la fede oculata dimostra, non è già tutta di ferro, ma d’oro di 24 carati con peregrino magistero lavorata, in cui, quasi in cerchio viene tessuta una lamina di ferro, che dicono, fosse prima un chiodo di quelli, che trafissero le carni del Redentore, e servisse di fregio, e fortezza d’animo alle Tempia Imperiali di Costantino, nelle guerre de suoi tempi.
Questa grossa terra, ch’altre volte chiamavasi Città d’Impero, vien cinta da forti mura co’ ponti levatoj alle Porte. Avea un forte Castello, di cui qualche parte ancor si vede, ove facevano residenza i rè de’ Longobardi.
- A Cura di:
- [Gioacchino Civelli]
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