STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Denominazione:
Breve Abstract:
Giovanni Giuseppe Vagliano, Le Rive del Verbano 1710: Dell`aria salubre, terre fertili ed altre nobili qualità del lago
Abstract:
Dell’aria salubre, terre fertili,
ed altre nobili qualità
del lago.
CAPO XXXXII.

Quanto dalla Divina clemenza è donato ad un clima, per cui il luogo si fa comodo, e salutare all’individuo de gli abitanti, tutto è nobiltà, tutto porta grandezza a’ favoriti continenti; onde non v’ha dubbio, che i popoli abitatori delle Riviere di quello maggior Lago, senza nota d’ingratitudine, non possono, che dar gloria, e grazie grandi a Dio d’aver destinati i loro natali in sito, ove la soavità purgata, la fertilità delle terre, la copia, e bontà de’ vini, la chiarezza, e purità dell’acque, le vettovaglie, ed ogni frutto abbondano, come d’aver allargate le mani a simili favori ricolmi di tante sodisfazioni; osservandosi da gli effetti, che il Cielo sempre fu, ed è liberalissimo a questo clima, ove l’aure temperate recano salute, l’acque limpide in buona parte passate sotto monti tra le miniere de’ metalli più preziosi, però di minor peso e sanissime; ove il verno il più degli anni è piacevole, la state nel sol lione refrigerata da’ zefiri, e coperti dall’ombre de’ fagi, e de gli arbori fronzuti gli armenti, sotto quello Cielo godono continua primavera. Qui i fiori sono eterni, le frutta perpetue, l’erbe, e gli orti sempre verdeggiano; il che tutto invita le creature ad amar il loro Creatore, a dargli grazie di sì sublimi favori.
In ambe poi le laterali sponde del Lago appare verdeggiante scena, in cui le vigne co’ loro lunghi pergolati rendono mirabili quelle arene, e le viti, che innumerabili abbondano sopra le terre seminate, fanno composta mostra del loro esser ferace. I frutti delicati, porgono in tazza di smeraldo al passeggero soavi dolcezze, al cacciatore il colle utile, e diporto, al mercante ricchezze su l’acque dormendo, come al pescatore in varie guise guadagno, e diletto. E calcando questi ameni sentieri chi porta tutto il suo bene in picciol casale, canta, e gode.
Se poi ascendi il monte, lo ritrovi nell’Autunno tutto increspato da globi spinosi di saporite castagne colà, se fai, ritroverai il napello d’indi appresso l’antora suo correttivo; delizioso osservi il prato, che fiorisce, e rinverde anche nell’antico decembre, e tocchi con mano il vero, ove la favola su le carte ti lusinga l’intelletto col falso. Ivi vedi scender furiose al basso l’acque limpide, quali precipitando da quell’alte rupi, che nel loro lume ti sembrano cristallo; se i valloni ne’ loro profondi ti spaventano, le tempre verdeggianti rive t’invitano a’ riposi. Scendendo poi vedi le terre ben coltivate fruttare nettari, ed ambrosie feconde ne’ seminati, e ricolmi d’ogni bene del Cielo. Qui i pascoli invitano le mandre in tutte le stagioni a saziarsi, che poi ti donano usciti dalle loro poppe latti, burro, e casci delicati, mercè l’erbe odorifere, delle quali si pascono; né mancano siti deliziosi sopra monti, che favoriti da chiari, e freddi fonti ti rendono amico Febo in canicola, servito, e sventolato il caldo ambiente dall’acre fresche, ove il solitario passere, il canarino, il capo nero, l’ussignuolo, e’l fringuello col loro dolce canto, t’invitano alla quiete, ed al sonno. Quindi è, che questi abitatori godono tutto il bene più invidiabile. Il Verbano abbonda di pesci, il suo colle di delicate carni di quadrupedi, il monte di fiere silvestri, il suolo, e gli arbori di volatili d’ogni spezie più solitari. Vi sono poi alcuni monti, che oltre a’ che nascondono nelle viscere, hanno anche in se miniere d’oro, e d’argento; ma per imperizia de gli uomini del paese, così Dio disponendo, non vengono ricercati questi metalli.
La copia poi de’ semplici di gran virtude, o sia facoltà, vien colta, ed usata da chi ne conosce le qualità, benché sia di pochi simile intelligenza; come sopra i medesimi monti scaturiscono acque, che sanano mali incurabili, e su quello di Dumenza esce un rigagno dalla fissura di grosso sasso, che precipitando scorre giù dalla balza furioso, e nel maggior calore della state è sì freddo, che non si può bere, chiamandosi questa fontana la Cavalliera.
Altr’acqua di vicino fonte vien detta la Volcina, di tanta leggerezza, che al paragone pesa quattr’once meno d’ogn’altr’acqua; onde, essendo salubre sopra ogni credere, da’ vicini infermi vien desiderata, e cruda com’è, si bee. Quest’acqua, mirabile segreto della natura, ove nasca non si vede, ne si sa, solo si vede uscire da una strettissima buca, né per grande arsura di Cielo, od altra seccagna, come né per pioggia eccessivamente continuata, od altra inondazione mai cresce, né cala.
Vi sono altri monti, nidi d’astori, e sparavieri d’ottima riuscita, ed ivi per la soavità dell’erbe, e nobiltà de’ semplici, ove pascono gli armenti, s’uniscono casci delicati, e speziosi, come su l’alpi della Valle Travalia.
Non mancano in quelle parti antichità degne di memoria, tra le quali nella Valle di Vedro da’ Romani fu tagliato un gran sasso, ed ivi aperto il varco capace, e comodo a passarvi. Questa fu opera di Giulio Cesare, quando impedì alli svizzeri il passo in Italia. Sul medesimo sasso anch’oggi si leggono in due linee i seguenti caratteri.


.TLVVCCO.
.MOCCD.

Nella Valle Premia si vede un vestigio di muro, che continuando da un monte all’altro chiudeva la detta valle, pure construtta dallo stesso Giulio Cesare. Appresso s’osserva anch’oggi, che v’erano molti antichi castelli, fortezze, tempi, bagni, e sepolcri nelle terre, borghi, e contorni del lago, de’ quali si vedono anche al presente alcuni vestigi, oltre a molti epitafi, iscrizioni, e cenotafj, in parte notati dall’erudito Andrea Alciati.
A Cura di:
   [Carlo Alessandro Pisoni]

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Magazzeno Storico Verbanese

A tutti gli amici e studiosi che nel tempo avete condiviso o vi siete interessati alle attività della Associazione Magazzeno Storico Verbanese, dobbiamo purtroppo comunicare che in seguito alla prematura scomparsa di Alessandro Pisoni, la Associazione stessa, di cui Alessandro era fondatore e anima, non è più in grado di proseguire nella sua missione e pertanto termina la sua attività.

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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