STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Denominazione:
Breve Abstract:
Giovanni Giuseppe Vagliano, Le Rive del Verbano 1710: Delle spezie di pesci prodotte dall`acque verbane - Congedo dal lettore
Abstract:
Delle spezie de’ pesci prodotte
dalle acque verbane.
CAPO XXXXIII.

Della Trotta

Il primo tra essi è la Trotta, di cui abbonda non solo il lago, ma ogni fiume, che in esso sbocca, e ve ne sono di sì smisurate, che pesano diciotto, e venti libre grosse, come io medesimo ho veduto, dicendosi, che se ne sono pesate di libre trenta. Queste hanno le polpe di color rosso, ma prese vive dal lago, e poste nelle peschiere d’acqua chiara, e corrente, s’imbiancano, e si rendono di maggior stima, e valore.

Del Carpano

Il Pesce Carpano, che a Venezia, Ferrara, e Bologna si chiama Raina, alcuna volta, ma di rado si lascia vedere in quest’acque, di poco peso in riguardo alla sua natura, perché partendo dal mare, e portandosi contr’acqua nell’acqua dolce, s’ingrascia così, che si fa grosso come il porco, e secondo Aristotile nel sesto de gli animali al cap. 14. partorisce cinque, e sei volte l’anno. Egli è molto astuto, e scaltro nello sfuggir le reti de’ pescatori; onde alle volte si caccia al fondo, altre rivolgendosi fugge, e torna indietro dal tuo corto, altre con la bocca addenta l’erba, e forte la rattiene per non esser preso; altre volte dall’alto con la testa si concentra nel fondo, perché le reti non toccandolo, che con la coda, possa salvarsi fuggendo, né per le dure scaglie puo esser offeso da’ colpi delle balestre, o da’ tridenti.

Del Temolo

Questo è pesce nobile, e delicato; si prende in qualche parte del lago, ma per lo più nel Tesino, tanto sopra Belinzona, quanto di sotto, passato Sesto Calende, e ne’ fiumi della Magia [= Maggia], della Tresa, e della Toce, come in altre acque, che sboccano nel lago. Dicono, che l’oglio, che si cava dalla grascia di quelto pesce, è ottimo per riaver l’udito, applicandolo all’orecchio.

Del Pesce Persico

Il nostro lago abbonda parimente di Pesce Persico. Questo è la Triglia d’acqua dolce, per sua natura nobilissimo, di facile digestione allo stomaco, e sì soave, che lo svogliato infermo ne trionfa, invitando al ritorno lo sfuggito appetito. Questo, come vogliono Aristotile, e Plinio, partorisce sul sasso l’ova sue, e’l maschio spruzzandole col proprio feme sì le feconda, che subito d’esse se ne formano pesci minutissimi. Questo siegue una sola volta l’anno, nella luna crescente di giugno. Egli è di polpa tenero, di facile cottura, e di buon sugo. Si condisce in molti modi, e con vari intingoli, sempre grato al palato.

Del Luccio

Questo pesce vien detto da Plinio, e da gli altri Autori, che hanno scritto de natura animalium, lupo, perché sempre va cacciando gli altri pesci, ed il Verbano è ripieno di lucci buonissimi, sendovene di sì smisurata grandezza, che il loro peso arriva a libre venti grosse, i migliori però, e più teneri non passano libre quattro. Con ragione si dice cacciatore, o lupo tra pesci, divorando, mordendo, e lacerando ogn’altro, come suo proprio mestiero, tanto che avido di cibo, cacciandosi nel ventre altro pesce grosso si strozza, né potendo respirare infelicemente muore.

Della Tinca

Vi sono in quest’acque tinche eccellentissime, che non puzzano di fango, come quelle d’altre acque limose, ma pascendosi delle scaglie di queste arene d’oro, e d’argento, come fa la trotta, le sue polpe, come la grascia pelle, sono delicatissime, massime carpionate, e condite con questi ottimi bianchi aceti, ed alcuna d’esse è sì grande, ch’arriva al peso di libre dodici grosse. Si pesca in varie guise, con la legna, abboccando l’esca col rete grosso, ma più dandole la fuga facendola uscir dalla tana col caldo della calcina squagliata, che viva ribolle tra l’acque.

Dell’Anguilla

Tra gli vivai di quesso lago si compongono le pietrare per covili dell’Anguille, poco discoste dagli arenosi lidi, ed in essi ricoverandosi, e pascendo la lor fame co’ vicini erbaggi, si fanno sì grosse, che alcuna arriva al peso di nove libre da once dodici, sendo questo un cibo sì delicato, e ricercato, che i golosi lo pagano alcuna volta fino a soldi cinque l’oncia. Quanto alla sua natura, ogni pesce partorisce anguilla, e nissuna anguilla concepe pesce.

Dell’Agone

L’Agone è pesce nobile, però delicato al possibile, poco cresce, ed il maggiore non è più lungo d’una spanna, di peso di mezza libra grossa, ma raro. Questo lago nel secolo passato, e prima ne’ tempi andati ne produceva gran quantità, ma da alcuni anni a questa parte, dicono, che al tempo della generazione di questo pesce, che è nel maggio, in una piena fosse tutto trasportato a forza dell’acque correnti fino al fine del lago, ed ivi passata la foce d’esso, entrati detti pesci nel freddo Tesino tutti morissero, e se ne perdesse la spezie. Hoc unum est, che con molto pregiudicio della pescagione i pescatori hanno patito e patono grave danno, mentre d’agoni salati, una volta l’anno si cavavano molte migliaja, di scudi da quello lago, che ora appena tanti se ne colgono, quanti bastano ad averne tre, o quattro volte in tavola freschi.
Questo pesce nuotando genera, di maggio, e le femine al modo de’ pesci persici, lasciano l’ova sul sasso, e i maschi spargonvi de’ loro semi, da’ quali poi si formano i figli, e questi cresciuti quanto un dito, si dicono cabianchi, i quali sono delicatissimi.
L’agone è di sua natura timido, e per ogni lieve ombra si spaventa, trema, e fugge; egli è semplice senza malizia, però facile a dar nelle reti, vive in schiera con gli altri, né mai nuota, se non accompagnato, credendo così d’esser sicuro dall’ingiurie, e violenze de’ pesci più grandi perseguitato sempre da’ lucci, e dalle trotte. Quello ch’è delizioso a vedersi, ed osservato da’ pescatori si è, che cacciando essi, questi attenti alla preda, e quelli, e questi tutti son presi. Questo pesce è sì delicato, che subito fuor dell’acque si muore; buono in ogni tempo, ma nel settembre, e nell’ottobre, come più tenero, e più grascio, riesce più saporito.

Della Bottatrisa

La Bottatrisa è pesce nobile, sendo delicato, e grato al gusto in ogni modo condito. Questo facilmente inavveduto corre all’amo, ed alla rete, come un porco, e se ne sono presi fino di libre sei. Sempre è buono, ma nell’inverno è ottimo, e quanto più è grascio, più piace. Il fegato però è la parte migliore, come soave è il suo latte. Di questo pesce, né Plinio, né Aristotile, né altri autori nissuno parla, o scrive, ne qua se ne vedono uscire dall’acque, che da quelle verbane, o dal lago Lario detto di Como.

Del Balbo

Il balbo non è buono, né freddo, né caldo, dice l’antico adagio; pure muta natura questo pesce, generato, e nudrito tra l’arene d’oro, e d’argento di questo linfatico fuolo, facendosi sentire al palato de’ ghiotti saporito, e gustoso in ogni stagione.

Del Cavezzallo

Quello pesce è buono nella Quaresima, quando è di grandezza ordinaria fino a libre due, o tre, e se bene pare, che fuor di quest’acque sia poco gradito, quello ch’esce dal lago nostro è però stimato, sì per la sua delicata natura, come per lo sapore, che ritengono le di lui polpe.

Altre spezie di pesci che si prendono
nell’acque del Verbano

Da quest’acque si cavano con le reti, e con altri ordigni da caccia, da calcina, col ferro, e con l’amo, con paste, e con toschi molte spezie di pesci, come

Scavori
Trolli
Arborelle
Stazzoni
Camponi, e
Letti.


Oltre a’ granchi, ed altri pesciolini, che si chiamano Botte, e Bottine, quali si prendono di notte all’oscuro senza luna.


Ecco amorevole lettore l’istoria antica, e moderna del vago, del nobile, e del maggior Lago d’Italia chiamato Verbano. In quest’arte non entrano stile pomposo, frase elevata, concetti od erudizioni sublimi, perché Aristotile, Cicerone, ed Agostino Mascardi affermano bastar la verità a far maestosa questa sorta di scrivere. Fu mio genio di lasciar perpetue memorie de gli uomini, che in quello continente ebbero i natali, vissero, e si fecero grandi seguaci della virtù in santità, sapere, ed armi, arricchito così il Verbano di nobiltà, e di fama onorata . Sarà effetto dell’animo tuo nobile il compatir i difetti osservati, come parto della tua divozione il dar grazie a Dio, se vi troverai cosa buona. Sta sano.


IL FINE
A Cura di:
   [Carlo Alessandro Pisoni]

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Magazzeno Storico Verbanese

A tutti gli amici e studiosi che nel tempo avete condiviso o vi siete interessati alle attività della Associazione Magazzeno Storico Verbanese, dobbiamo purtroppo comunicare che in seguito alla prematura scomparsa di Alessandro Pisoni, la Associazione stessa, di cui Alessandro era fondatore e anima, non è più in grado di proseguire nella sua missione e pertanto termina la sua attività.

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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