L’Agone è pesce nobile, però delicato al possibile, poco cresce, ed il maggiore non è più lungo d’una spanna, di peso di mezza libra grossa, ma raro. Questo lago nel secolo passato, e prima ne’ tempi andati ne produceva gran quantità, ma da alcuni anni a questa parte, dicono, che al tempo della generazione di questo pesce, che è nel maggio, in una piena fosse tutto trasportato a forza dell’acque correnti fino al fine del lago, ed ivi passata la foce d’esso, entrati detti pesci nel freddo Tesino tutti morissero, e se ne perdesse la spezie.
Hoc unum est, che con molto pregiudicio della pescagione i pescatori hanno patito e patono grave danno, mentre d’agoni salati, una volta l’anno si cavavano molte migliaja, di scudi da quello lago, che ora appena tanti se ne colgono, quanti bastano ad averne tre, o quattro volte in tavola freschi.
Questo pesce nuotando genera, di maggio, e le femine al modo de’ pesci persici, lasciano l’ova sul sasso, e i maschi spargonvi de’ loro semi, da’ quali poi si formano i figli, e questi cresciuti quanto un dito, si dicono cabianchi, i quali sono delicatissimi.
L’agone è di sua natura timido, e per ogni lieve ombra si spaventa, trema, e fugge; egli è semplice senza malizia, però facile a dar nelle reti, vive in schiera con gli altri, né mai nuota, se non accompagnato, credendo così d’esser sicuro dall’ingiurie, e violenze de’ pesci più grandi perseguitato sempre da’ lucci, e dalle trotte. Quello ch’è delizioso a vedersi, ed osservato da’ pescatori si è, che cacciando essi, questi attenti alla preda, e quelli, e questi tutti son presi. Questo pesce è sì delicato, che subito fuor dell’acque si muore; buono in ogni tempo, ma nel settembre, e nell’ottobre, come più tenero, e più grascio, riesce più saporito.
Della Bottatrisa
La Bottatrisa è pesce nobile, sendo delicato, e grato al gusto in ogni modo condito. Questo facilmente inavveduto corre all’amo, ed alla rete, come un porco, e se ne sono presi fino di libre sei. Sempre è buono, ma nell’inverno è ottimo, e quanto più è grascio, più piace. Il fegato però è la parte migliore, come soave è il suo latte. Di questo pesce, né Plinio, né Aristotile, né altri autori nissuno parla, o scrive, ne qua se ne vedono uscire dall’acque, che da quelle verbane, o dal lago Lario detto di Como.
Del Balbo
Il balbo non è buono, né freddo, né caldo, dice l’antico adagio; pure muta natura questo pesce, generato, e nudrito tra l’arene d’oro, e d’argento di questo linfatico fuolo, facendosi sentire al palato de’ ghiotti saporito, e gustoso in ogni stagione.
Del Cavezzallo
Quello pesce è buono nella Quaresima, quando è di grandezza ordinaria fino a libre due, o tre, e se bene pare, che fuor di quest’acque sia poco gradito, quello ch’esce dal lago nostro è però stimato, sì per la sua delicata natura, come per lo sapore, che ritengono le di lui polpe.
Altre spezie di pesci che si prendono
nell’acque del Verbano
Da quest’acque si cavano con le reti, e con altri ordigni da caccia, da calcina, col ferro, e con l’amo, con paste, e con toschi molte spezie di pesci, come
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Scavori
Trolli
Arborelle
Stazzoni
Camponi, e
Letti.
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Oltre a’ granchi, ed altri pesciolini, che si chiamano Botte, e Bottine, quali si prendono di notte all’oscuro senza luna.
Ecco amorevole lettore l’istoria antica, e moderna del vago, del nobile, e del maggior Lago d’Italia chiamato Verbano. In quest’arte non entrano stile pomposo, frase elevata, concetti od erudizioni sublimi, perché Aristotile, Cicerone, ed Agostino Mascardi affermano bastar la verità a far maestosa questa sorta di scrivere. Fu mio genio di lasciar perpetue memorie de gli uomini, che in quello continente ebbero i natali, vissero, e si fecero grandi seguaci della virtù in santità, sapere, ed armi, arricchito così il Verbano di nobiltà, e di fama onorata . Sarà effetto dell’animo tuo nobile il compatir i difetti osservati, come parto della tua divozione il dar grazie a Dio, se vi troverai cosa buona. Sta sano.
IL FINE
- A Cura di:
- [Carlo Alessandro Pisoni]
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Biografia Carlo Alessandro Pisoni
Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo,
dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio
Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a
disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago
Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi
passati dal lago, condividendoli con la sua gente.
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