A grado a grado, che in cerca di tesori o di materiali per le arti, andarono gli uomini penetrando nelle viscere della terra, e sotto la crosta superficiale del loro pianeta, s`avvantaggiarono le scienze fisiche e naturali, e si svolsero e spiegarono molte pagine della storia degli esseri organizzati e dell`uomo primitivo, del quale numerose vestigie ed avanzi, dopo il seppellimento di molti secoli, emersero a narrare ai tardi posteri gli usi ed i costumi.
Nella escavazione di parecchie torbiere di questa regione furono richiamati alla luce in abbondanza, quei rozzi monumenti che diradano alquanto le tenebre storiche dell`età, più remota dell`uomo, e che consistono in vasellami, armi ed utensili di varia specie.
Intorno ai laghetti di Varese, di Bardello, di Comabbio e d’altri siffatti fra noi numerosi, sussistono e si scorgono ancora sorger dal fondo a poca distanza dalla riva, le palafitte ed i piantoni su cui costruivano le loro capanne le genti antiche e fra quei pali si raccolgono cocci di vasi, e arnesi di pietra e ossi degli animali, delle cui carni nutrivansi. Riguardo a cotesti depositi lacustri, è nostra opinione che gli studii fatti sui loro giacimenti, potrebbero essere vantaggiosamente corroborati dai lumi, che sarebbe in grado di fornire l`arte ceramica; ciò specialmente con l`esame pratico dei frammenti di vasellame più o meno rozzamente foggiati e decorati, adanliticamente lavorati, e non cotti ecc.
Un certo numero degli indicati oggetti, costituivano alla nostra esposizione gran parte della classe di cui ragioniamo.
Inviati dal benemerito D. Carlo Tinelli, che li raccolse dalla sua ricca torbiera di Mombello, scorgevansi ridestanti curiosità e riflessione.
Un canotto, lungo forse 4 metri, fatto con fusto d`un albero, quasi perfettamente conservato ed analogo certamente alle piroghe dei selvaggi del Nuovo Mondo.
Buona porzione d`altro canotto; due seghe, una grande ed una piccola, una freccia ed una lancia tutte di pietra piromaca o selce focaja. Oltre a queste, v`erano frammenti di vasi e pentole di terra semicotte, e perfino sugheri per la sospensione delle reti da pesca.
Nuovo motivo di osservazione davano i coltellini e le frecce silicee di varie forme, o pezzi di vasi e d`ossi estratti dalle stazioni lacustri del Lago di Varese, e presentati dal dott. Quaglia Benesperando.
A solleticare, non a saziare la studiosa volontà dell`attento visitatore, succedevano ai sopraccennati, due oggetti dell`età del Bronzo.
L`uno, trovato sul fondo d`una torbiera, distinguevasi essere stato un`azza o piccola scure; l`altro, un oggetto ancor misterioso, non già per la forma, essendo evidentemente la copia colossale di un osso del vitello, ma per l’uso cui fosse stato destinato; fu questo rinvenuto a quasi due metri sotterra, nelle vicinanze di Travedona mandamento di Gavirate.
Vedevansi pare alcune
ammoniti fossili trovate nella creta inodore che sta nell`istmo tra Bardello e Biandronno, sulla riva del Lago di Varese, scoperta interessantissima, per la scienza geologica.
Fra gli altri soggetti da cui si formava cotesta classe, erano interessanti:
Un libro sull`arte del bello scrivere, stampato nel 1539 con esemplari diversamente figurati; ed un antico Breviario Romano, manoscritto in stampatello; non che un saggio del grado di perfezione a cui era giunta l`arte tipografica nel 1478 in Milano presso la Società di Leonardo ed Oldorico Tentonici [
sic, per Teutonici].
Medaglia d’argento
Tinelli D. Carlo di Laveno, e Quaglia Dott. Benosperando di Bardello, per lo zelo nelle ricerche e giusto apprezzamento degli oggetti riflettenti gli studii, sugli usi e costumi dei popoli delle epoche preistoriche.
Medaglia di bronzo
Guglielmetti Sac. Teologo d`Intra, per la conoscenza data del trattato sull`arte del bello scrivere, lo studio del quale è ancor utile.
Menzione Onorevole
Finetti Agostino di Cannobbio [sic], per la conservazione d`un antico breviario.
Coppa D. Giuseppe di Pallanza, per un esemplare dell`arte litografica, antica in Italia.
- A Cura di:
- [Francesco Malingamba]
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Biografia Carlo Alessandro Pisoni
Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo,
dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio
Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a
disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago
Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi
passati dal lago, condividendoli con la sua gente.
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