I giardini, leggiadro ornamento delle ridenti sponde Verbanesi, delizia e cura dei villeggianti e degli abitatori, ammirazione ed invidia de` viaggiatori stranieri: sono moltissimi e facilmente belli, aggraziati come li ha la natura d`una maestosa cornice e d`un fulgido specchio. L`arte si giova studiosamente, per farli più splendidi, di ciò che nella loro ubicazione rinviene apprestato dal caso, spesso meglio fecondo d`ogni vivace fantasia, e vi fa sorgere le più vaghe piante di remoti paesi in mezzo ai fiori più nuovi e ricercati.
Per la maggior parte, sono i giardini dipendenza e fregio delle abitazioni o delle ville, ma ve n`ha pure di quelli creati dall`industre speculazione di rinomati giardinieri ed orticoltori.
Non ci faremo ad enumerare né gli uni né gli altri, ché a noi supplisce la fama, e soltanto avvertiremo che non tutti i proprietarii vietano ai loro giardinieri, il commercio di piante, arbusti e fiori, con cui destandosi il loro economico interesse se ne tien eccitata ]a diligenza e l`alacrità nelle colture.
Non si potrebbe dare eccessiva lode alla pluralità dei nostri giardinieri, coll`asserirli dotati di uno slancio ed intrapredenza singolarissima nell`introdurre piante esotiche e nuove, e nel tentare le culture più difficili e svariate; per lo che un progresso continuo è loro distintivo caratteristico.
Considerevolissimo è il commercio delle piante e fiori da piena terra e da tiepidario, e degli alberi da frutto qui prodotti; lo si valuta a più di L. 100 mila.
Cinque fra i primarii o prevalenti giardinieri fecero a gara a decorare la nostra esposizione colla mostra pregevolissima e col vago sceneggiamento dei loro prodotti.
Le piante tropicali, appartenenti alle stufe del Signor Tallacchini a Comerio, coltivate dal ben noto giardiniere Ascanio Rigamonti, colpivano magicamente lo sguardo dei conoscitori.
È raro il vedere piante così ben coltivate, così prospere, alle quali le cure del giardiniere, abbiano saputo conservare il tipo delle loro origini.
Gl’intelligenti rimanevano sorpresi, al vedere una raccolta di
Croton d`una forza e vigoria tale, che pochi in Europa potrebbero contrapporne da competere con quelli. Così diremo di un
Ficus dealbata, della
Dracoena Reginae, della
Dracoena Guilfoylei Moore, della
Begonia rosaeflora, del
Cochliastema Jacobianum o di moltissimo altre piante ammirabili per la superba vegetazione.
Davanti al descritto complesso di piante stava un altro gruppo dello stesso genere di coltura, del quale è grande elogio il dire che potesse sostenere la vicinanza del primo. Apparteneva questo alla casa Borghi di Varano, avente a giardiniere Luigi Martignoni; vi figuravano una
Caryota urens, un esemplare di
Musa Zebrina, un
Pandunus elegantis, un`
Alocasia Jenningsi ed una
Atropurpurea e varie altre bellissime piante.
Qual genere distinto dai sopraccennati di di tepidario, brillava per la ricchezza di esemplari, una numerosa collezione di
Conifere della Ditta Santino Macciacchini e figli di Belgirate, la quale con dispendio e sacrificio adornava di quello sue graziose piante l`ingresso dell`esposizione.
I fratelli Rovelli quantunque si tenessero fuori concorso come espositori, hanno assunta l`ornamentazione dell`insieme dell`esposizione, completandola con
Muse,
Cicadee,
Palmizii variati ecc. Avendo inoltro dovuto riempiere il vuoto lasciato da espositori annunciati e poi mancati, vi hanno sfoggiata una quantità ammirabile di piante da stufa, e da pienaterra, e specialmente un gruppo di Conifere assai bene assortito, con alcune nuovissimo e rare, fra le quali predistinto il
Larix Kaempferii o Pino d`oro, una raccolta di
Retinospore e fra esse rimarchevoli la
Filicoides, il
Weitchi, il
Microsperma ed altri varii e d`ugual valore. Il Giurì rese altissima lode a questa sceltissima collezione di
Coniferi giapponesi deplorando di non poterla premiare.
Domenico Cerutti Orticoltore e Fiorista in Pallanza, espose due ampli e bellissimi mazzi di fiori, con vago disegno contesti; il Giurì ritenendoli presentati, non come argomento di concorso ma qual semplice ornamento, votava al Cerutti mille ringraziamenti ed onorevole menzione per la maestria dimostrata. Lo stesso espose un variato e copioso assortimento di piante da fiori, molto considerato ed encomiato per buona cultura e scelta d`esemplari.
Medaglia d`argento dorato
Rigamonti Ascanio da Comerio, per piante da stufa di recente introduzione.
Medaglia d’argento
Rigamonti Ascanio da Comerio per piante da stufa in genere.
Martignoni Luigi di Varano, id., id., id.
Medaglia di bronzo
Macciacchini Santino e Figli di Belgirate, per collezione di coniferi.
Cerutti Domenico di Pallanza, per assortimento di piante da fiori.
Menzione Onorevole
Cerutti Domenico di Pallanza, per mazzi di fiori.
- A Cura di:
- [Carlo Alessandro Pisoni]
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Biografia Carlo Alessandro Pisoni
Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo,
dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio
Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a
disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago
Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi
passati dal lago, condividendoli con la sua gente.
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