Descrittione di Besozzo, Monà, Brebio, e Legiuno
Ora non mi par da trapassare senza scrupulo che avanti ch`io vadi più oltre nel scrivere gli altri luoghi dietro la ripa del Lago, ch`io non dichi alcuna cosa di Besozzo, Monà, Brebio, e Legiuno; per essere eglino meritevoli che di loro si faccia nominatione, et anco perche sono nella contenuta del medesimo Lago, e vicini alla descritta divotione.
Volendo adunque favellare di Besozzo, dico che egli è Borgo Nobilissimo, et habitato da nobili, e giace in Collina vicino al Lago Maggiore da due miglia in circa, e vedesi il suo Castello rovinato, che in quei tempi era fortissimo, veggonsi molti casamenti comodissimi secondo il sito del luogo, e giardini delitiosi, abbondevoli de frutti delicati, con terreni fertili, et abbondevoli, ha una Chiesa Collegiata, Disciplinanti, et Hospitale. Da esso sono usciti gran numero de Illustri personaggi: i quali con le loro degne qualità, e virtù, hanno fatto famoso questo Borgo, et immortalati loro stessi. Da qui sono discesi due Beati Alberti, et il Beato Nicò, e la Beata Contessa che fiorì sino del ottocento. Oltre ad altre nobili Besozze che sono fiorite ne` sacri Chiostri di santa Vita. Da qui nacque Bianchino Vescovo di Bergamo, che del suo patrimonio fondò, e dotò una Collegiata nella Terra di Monate, col suo Arciprete, e Canonici dì perpetua residenza.
Cose assai sarebbono da raccontar di Pietro Besozzi, qual fu un`archivio di Sapienza, che de commun consenso de` Leggisti, fú chiamato Doctor Subtilis, e si riferisce ch`egli scrisse più che Bartolo: ma perche l`opere sue non furono stampate, vogliano come si ha per publica voce, che Bartolo se sia appropriato parte dell`opere del Besozzi, come si dice che fece Aristotile delle fatiche di Platone. Il medemo Bartolo, et il Decio nelle loro opere allegano il Besozzo, D. Gio. Pietro fu negli studii molto consumato, come appar dalle sue opere date alla stampa; Questo Besozzo fu de` primi della congregatione di S.Paolo Decollato. E Paganino Besozzo sino dell`anno 1387 fioriva un archivio di Sapienza, essendo Archidiacono del Duomo di Milano. Oltre che sono fioriti, e tuttavia fioriscono molti Nobili, e letterati spiriti nelle dignità Ecclesiastiche. Sarebbe anco da narrare de molti nobili Besozzi Dottori del Collegio di Milano, e di detto Collegio ci sono stati fino al numero de sei Dottori tutti in un tempo, e Vicarii di Provisione, e di Giustitia, Secretarij dell`Eccellentisso Senato, Ambasciatori appresso al nostro potentissimo Re, e Dottori Fisici, si come anco di presente ne fioriscono alquanti altri.
Oltre, che da questo Nobil luogo sono usciti molti Cavalieri di Milizia, Capitani, Alfieri, Luogotenenti, e Soldati valorosi, senza ch`io racconta d`un gran numero d`altri virtuosi. Et essendo questo luogo Capo dì Pieve, però il suo Prevosto ha sotto la sua iuridittione le seguente terre nel Spirituale, cioè Cardona, Movallo, Turro, Borgo, Brebia di sotto e di sopra, Istra, Cadrezzà, Osmà, Comabio, Terna, Varano, Cazzago, Inarsio, Bernà, Biandron, Bregan, Birdilo, Olcinasca, Crud, Comero, Voltor, Cropello, Gavirà, Fignano, Armino, Cocho, Trevisago, Caldana, Carnisio, e Monà, et il Priorato di Besozzo di cinquecento scudi l`anno era ius patronato dell`istessa casa Besozza. Resta a dire che questo nobil Borgo, over Castello, e situato in un sito amenissimo, et tra un bellissimo fiume che gli passa a piedi del colle, con fonti, et altre delitie, et è fabricato nel circolo de quattro laghi che lo fanno abbondevole de delicati pesci, oltre che lo rendono riguardevole.
Volendo hor dire alcuna cosa di Monà, del quale il Lago di Monà ha preso il nome, bisogna che si sappia come questo nome egli lo prese dal Santissimo Mona di casa Borra, Arcivescovo di Milano secondo il testimonio di Bonaventura Castiglione, nel libro Gallorum Insubrum Antiquae sedes. Et afferma che haveva apresso di se certi Annali antichi che narrano questo. Et anco ci fabricò un Tempio, e ciò fu di cento et ottanta anni dopo il Natale di Christo. Di questo luogo ne fa nominatione Strabone. Et anticamente era Castello. Et in questo luogo ci stava un Arciprete con alcuni Canonici di perpetua residenza. Che fu fondata e dotata (come habbiamo detto) da Branchino Besozzo, Vescovo di Bergamo, et il tutto fu traslato in S. Tomaso di Milano con tutte le sue ragioni, dal B. Carlo Borromeo.
Hora vorò favellar di Brebia, et dico che era anticamente Castello, che di già fu habitato da i popoli Orobij, avanti che i Romani lo dominassero. I Romani poi li fabricarono un famosissimo tempio dedicato alla Dea Minerva apresso ci fecero ancora i Bagni. E Gneo Ferentino fu il primo che in Brebia ci ponesse i Bagni, et in quel luogo si facevano le lavande, per esser luogo amenissimo, e commodissimo a tal lavature. Dove si veggono ancora due lastre di Marmo con alcune lettere antiche con carateri Romani che sono notati da Gaudenzo Merula nella sua opera De Gallorum Cisalpinorum Antiquitate, ac origine. E da Bonaventura Castiglione nei libro Gallorum Insubrum antiquae sedes. Onde anco afferma che la Nobile famiglia Brebia di Milano haver havuto origine quivi.
Questo luogo haveva una Chiesa insignita fabricata da S. Giulio, sino dell`anno 390, di strutura honorata, e magnifica, et era collegiata, co`l suo Prevosto, e dicciotto Canonici residenti, Ciminiarcato, e Maceconicato, et il Prevosto esserciva piena giuridittione, conferiva beneficij della sua Chiesa, e Pieve, scomunicava, et interdiceva: ma essendo poi col tempo declinata dal suo splendore il B.Carlo Borromeo trasferì sei Canonicati in S. Tomaso di Milano, et il restante fu trasportato nella Chiesa di Santo Alessandro di Besozzo.
Adesso, voglio che diciamo alcuna cosa di Legiuno terra antichissima. Questo luogo adunque secondo il Testimonio del grande Alciato, del Merula, e Castiglione, di sopra nominati, fu così detto da una Legione de soldati che quivi missero i Romani per ostare a Francesi, e Tedeschi, e però dalla Legione fu chiamato Legiuno. Così da detti autori è detto Legiunum. Et già fu luogo grande, populoso, e celebre, e v`erano memorie de marmi antichi, et é opinione, a parer de molti che questo luogo fosse nobilitato da Giulio Cesare quando egli andò a debelar i Savoiardi, et essendosi fermato quivi gli habbi dato il nome della sua Legione. E non è meraviglia, essendo questo luogo passo di traghettar il Lago verso Domossola, e quinci nel Vallese, e poi nella Savoia.
Dirò ancora come l`anno 8o6 il corpo di S.Primo, e le Reliquie di S.Feliciano furono concesse da Papa Sergio II ad Angelberto Pusterla Arcivescovo di Milano, il qual portategli da Roma gli collocò in questo luogo in una Chiesa dedicata al suo nome. E la memoria di cotal cosa si vede scolpita in un marmo in detta Chiesa, e notata da Bonaventura Castiglione, e riconosciuti dal B. Carlo Borromeo. Sotto la cura di Legiuno essendo egli capo di Pieve, ci sono sotto molti membri, come S. Giovanni, Ariolo, Cilina, Cerro, Reno, Ballarà, il Monastero di Santa Caterina, ci sono poi tre terre di cure sotto questa Pieve, cioè Laveno, Ceresolo, e Mombello.
Accedere qui alla Tavola dei Capitoli della Historia del Lago Maggiore..., Bordone e Locarni, Milano 1603
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- A Cura di:
- [Luciano Besozzi]
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