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Elenchi di funzionari e cariche pubbliche in «MACCAGNO INFERIORE»

Denominazione:
Maccagno Inferiore
Breve Abstract:
P. Morigia, Historia del Lago Maggiore... (1603): Descrizione di Maccagno di sotto
Abstract:
Descrittione di Macagno di sotto,
feudo imperiale de’ Sig. Conti Mandelli


Passato Colmegna un miglio, ove si stringono amendue le ripe, e dimostrano la maggior strettezza del lago, appar Macagno. E sono due Macagni contigui, un detto Macagno di sotto, e l`altro di sopra. E quel di sotto dimandasi Macagno Corte Regale. Terra da sè separata da qualunque dominio, ancora dallo Stato di Milano et solamente sottoposta al Sacro Romano Imperio.
Questo è infeudato ne gli Sign. Mandelli, già anni seicento quaranta, con titolo di Contato. Percioche Otto Magno, primo Imperator di questo nome l`anno 962 essendo ritornato da Roma a Pavia, per castigar la crudel tirannia di Berengiario Re d`Italia, e de’ suoi figli, quali grandemente travagliavano la Chiesa, e tutta Italia, mandò parte del suo essercito all`Isola di San Giulio nel Lago d`Orta, vicino al Lago Maggiore: nella cui fortezza Vuilla moglie di detto Re si era retirata; E mentre si teneva l`assedio alla detta fortezza, la qual s`hebbe nel termine di due mesi: L`Imperaror visitò tutto il Lago, e si fermò alcuni giorni nella terra di Macagno di sotto, ove trattava tutti i negotij, e di pace, e di guerra. E perchè gli huomini di detta terra nel tempo che l`Imperator quivi stete, trattarono molto bene, e liberalmente tutta la sua Corte, et i forastieri che quivi venevano, perciò volendo l`Imperatore mostrarsi grato di tal generosità, honorò detta Terra con titolo di Corte Regale. Et poi la concesse in Feudo con titolo di Contado a Tutio, e Roboconte fratelli Mandelli, et a` loro descendenti, con mero, et misto Imperio di gladio, et omnimoda giuridittione, per ricompensa di molti servigi fatti da essi, all’istesso Imperatore contra del Re Berengario, e della Regina Vuilla, e suoi figliuoli.
L`anno poi 1110 Honorio Imperatore Quarto di questo nome, essendo coronato della corona di ferro in Milano, confirmò il detto Privilegio al Conte Otto Mandello. E parimente l`anno 1158 l`Imperator Federico Barbarossa havendo fatto pace con Milanesi, e publicato le leggi de feudi alle Roncaglie, confirmò i detti Privilegi al Conte Anselmo Mandello, et al Conte Roboconte e Conte Guido suoi Nipoti, e figli di detto Conte Tatio Generale della Cavalleria de` Milanesi, il quale da gli Historici, è messo fra li più famosi Capitani della Città di Milano del suo tempo. Questa terra é poscia sempre stata posseduta dalli Sigg. Mandelli, come feudo Imperiale, et anco la possedono al giorno d`hoggi.
Onde, Carlo V Imperatore confirmò al Conte Giacomo Mandello tal privilegio, e ciò fu l’anno 1536 essendo in quel tempo egli Duca di Milano, per esser mancata la stirpe de Duchi Sforzeschi, e ritornato il Ducato al Sacro Imperio. Nel quale Privilegio, Carlo V. non solo conferma i Privilegi passati, ma ancora separa detto luogo ogni volta che fosse stato bisogno dallo Stato di Milano, per li loro servigi, e fede inviolata verso il Romano Imperio.
Ordinando ch`esso Conte Giacomo, e figliuoli, e successori in infinito, fossero honorati come Conti del Sacro Imperio Romano, e godessero de tutti i Privilegi, dignità, honori, gratie et essentioni (senza alcuno impedimento) che godono tutti gli altri Conti del Sacro Romano Imperio, ancor che fossero d`antichissima e nobilissima prosapia, o di consuetudine, o di ragione.
E di più, concesse ancor autorità a detto Conte Giacomo d`instituire in detta terra di Macagno corte Regale, il mercato d’ogni animale, merci, biade, et altre cose, un giorno della settimana designandolo esso Conte (qual assegnò il mercordì); e che li mercadanti, e ciascuna persona che fosse andata a detto mercato per vendere, o comprare, fosse salvo, libero, e sicuro sotto la protettione , e salvaguardia del sacro Imperio.
Questo mercato fu poi concesso dall`Imperatore, con il consenso del medesimo Conte Giacomo al Borgo di Luino, cioè di poterlo fare nel detto giorno di Mercordì d`ogni due settimane una, riservando l`altro Mercordì dell`altra settimana successivamente per esso Conte, come appar per privilegio di tal mercato concesso a gli huomini del Borgo di Luino l`anno 1541. Nel qual attesta, che la terra di Macagno corte Regale, et il Borgo di Luino esser di diversi dominij, cioè, Luino sottoposto al Ducato di Milano, e Macagno corte Regale al sacro Romano Imperio.
Finalmente tutti i detti privilegi, e particolarmente quel di Carlo Quinto sono stati confirmati l`anno 1580 dalla Cesarea Maestà di Rodolfo Secondo al Conte Tatio Mandello primogenito di detto Conte Giacomo. Et hora tutti i detti Privilegi sono goduti pacificamente dal Conte Giacomo, figlio del Conte Tatio, primogenito, et unigenito. Cavaliere veramente di gran stima, per le sue degne, e rare qualità.
Hor dirò come questa terra di Macagno, ella è situata dietro la ripa del Lago, in un bello, e delitioso promontorio. Et ha su nell`alto una bellissima, e forte torre, antichissima, tutta di pietre vive quadrate, ma ella è alquanto ruvinata per le tante rivolutioni di guerre. Oltre, che questa terra ha alle sue spalle, i colli poco erti, et assai piacevoli, ameni, et è dotato di saporosissimi vini, frutti, olive, e anco naranzi, limoni, e cedri, oltre a diversi limpidi fonti di ragionavole copia d`acque. Gode poi per particolar dote aria saluberrima, perchè ella resta distesa tra Levante e Tramontana dalli sudetti colli s`estende in detto promontorio verso meriggio, la qual parte possiede la vista della maggior latitudine d`esso lago verso ponente seguendo la larghezza del Lago, con ammiranda veduta gode la delitiosa ripa opposta, e la quantità delle terre, che vi sono copiosissime d`habitatori. Verso poi Tramontana ella ha un fiume nominato Gionna, il quale non solo innonda, e piacevolmente irriga questa parte di pianura, che vi resta, dando commoda pastura, ad honesta copia d`armenti, ma ancora insieme cadendo porge víolente motto a macchine de molini, e reseghe di legnami; al fine del quale, girando il promontorio, termina con le rive in una spaciosa pianura, a qual parte con dilettevole veduta si scuopre il rimanente del Lago verso Locarno, per lungo tratto. Questo ha una Resega, e tre Molini, et una fornace da calcina.

Di Domenico Macaneo

Non é anco di lasciar da dire come di questa terra sono usciti huomini civili, e degni di lode, come Canonici di San Nazaro di Milano, Ordinarij del Duomo di Milano, Notari, Procuratori, Secretarij del Senato di Milano, e Dottori, oltre a ricchi mercadanti. Ma tra gli altri che dona eterna lode a questa terra, è stato un Domenico de` Belli, detto il Macaneo, citato da molti honorati autori, tra quali uno è Frate Leandro de gli Alberti, nella sua Descrittione d`Italia, et Gaudenzo Merula, de Gallorum Cisalpinorum Antiquitate, ac origine. Questo fu gran dotto, e versificatore, e tanto possedeva la lingua Greca come la Latina. Fu lettor publico nello studio di Turino, e leggeva Humanità. Et il Merula dice in lode di lui. Machaneus vir eruditissimus quem ipse in Augusta Taurinorum Plinium Naturalis Historiae interpretantem audivi. Era ancora Historico over Cronichista del Sereniss. Duca di Savoia. E tra l`altre sue fatiche, egli scrisse la Cosmografia del Lago maggiore, et di questa sua patria con grandissima diligenza, secondo gli allegati da me autori. E nondimeno, per quanta diligenza ch`io ho potuto fare, mai ho trovato alcuna cosa di questa descrittione. Si come ancora il Dottor leggista, e Lettore publico nello studio di Turino Gio. Francesco Sasso, detto il Carmeno da Cannobio, ha usato ogni maniera a lui possibile di diligenza, ne però ha potuto trovar cosa alcuna di tal descrittione. E vero, che il detto Sasso con la sua diligenza ha trovato in Turino alcuni fragmenti di scritture di detto Macaneo da gli abiatici suoi: ma niuna cosa s`è potuto ritrovar della sua Cosmografia fatta del Lago. Questo Macaneo morì in Turino l`anno 1530 in circa. Et è sepolto nella Chiesa di San Domenico di Turino, avanti l`Altar del Santissimo Rosario. Et sopra il coperchio della sepoltura si vede un Angelo scolpito con un libro in mano aperto,nel qual si leggono questi versi.

Taurina vixi studiosus in urbe professor,
Musarum, et morum: vox Macaneus erat.
Chara mihi coniunx fuit Elisina pudica,
Vivens foemineum duxit in astra decus.

Tutto quello c`habbiamo detto è di Macagno di sotto.




Accedere qui alla Tavola dei Capitoli della Historia del Lago Maggiore..., Bordone e Locarni, Milano 1603



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Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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