Dell’Isola Renata
Adesso è da dire come l`Illustrissimo Sig. Conte Renato Borromeo, non solo è patrone, e legitimo Sign. dell`Isola della Vitaliana, della quale habbiamo fatto parlamento, ma ancora, è vero Signore di tre altre Isole, che pur giaceno nell`istesso Lago. Una delle quali è nobilissima, et è luogo delitioso, e da Prencipe. Questa giace nel mezo del Lago. Et è tutta murata d`ogni intorno, che cinge in circonferenza lo spacio d`un miglio. E sopra si vede fabricato un Palazzo Signorile, con li suoi apartamenti, e commodi, degno d`un Duca con la sua Chiesa, la qual non serve se non a i Signori Padroni, quando ci vanno a piacere. Et è luogo sanissimo per la bontà dell`aria, la qual è temperatissima. Oltre ch`ella è tutta delitiosa. Onde quivi si veggono un numero innumerabile di piante, di Naranzi, Limoni, Cedri, Pomi Adamo, et altre sorti de frutti rari, e soavi, con li pergolati di tal nobiltà di piante, che cuoprono le vie, et le rendono ombrose, per passeggiarvi sotto per fuggire il caldo, di modo che quivi si gode il fresco, e si prende conforto per la soavità dell`odore di quei confortativi fiori, e frutti, oltre che ci sono altre delitie ch`io non scrivo. Si veggono ancora quivi diverse sorti d’uccelli, et altri volatici, e quadrupedi che si tengono per ricreatione, e diporto. Appresso prendono questi Illustri molto piacere ancora nel Lago, quando è bonaccia barcheggiando, e facendo le pescagioni. Et v`è un porto sicuro dove fanno retirata le barche ne` tempi pericolosi.
Onde l`anno 1599 quando la Regina di Spagna venne a Milano, il Serenissimo Duca di Savoia Carlo Emanuelle si retirò in quest`isola a fare la quarantena, per lo sospetto del Contagio che all`hora era nel Piemonte. Et quivi alloggiò con tutta la sua Corte, con gran contento di lui. E più volte hebbe a dire, che volontieri haverebbe dato una delle sue Città, per haver quest`lsola tanta delitiosa. Onde credo che Proserpína haverebbe cangiate le Piagge di Sicilia, per raccogliere questi soavi fiori, e porgli nel suo grembo, prima che da Pluto fosse rapita. Et Europa havrebbe lasciato le Sidoníe contrade per tessere al suo crine degna girlanda, de i soavi fiori della delitiosa Isola Renata innanzi che Giove trasformato in Toro l`havesse portata in Creta. E parimente l`Api di Aristeo haveriano lasciato il proprio nido per gustare de i soavi, et odoriferi fiori che nascono in questa felice Isola.
Veggonsi apresso, due Isolette dimandate Iselle, cioè, quasi picciole Isolette, le quali sono habitate da pescatori, e fanno fuochi ducento cinquanta in circa. Le quali sono dell’Illustrissimo Sign. Conte Renato.
Seguitando poi la ripa del Lago, dove si vede il maggior golfo, e si trova una Terra nominata Stresa dove quivi ci sono alcune Predere di Sarizzo, e Meiarolo. E questa Terra, è la mità de Signori Borromei, e la mità de Signori Visconti.
Camminando poi dietro la ripa, nel rivolgere del monte, entra la ripa nel Lago, a sembianza d`un gombito, e si trova la Terra di Belgirato; così detta dalla bella, e vaga veduta sua; essendo ella posta alla ripa del Lago, sopra un`amenissimo colle. E produce vini bonissimi, e nobili.
Non molto lontano, caminando dietro la ripa si trova Lesa, Terra nominatissima per la eccellenza de i vini ch`ella produce, et in grande abbondanza. E benché ci siano molti luoghi dietro a quella riviera che producono vini bonissimi, e delicati, tuttavia il vino di Lesa è nominatissimo. Questo luogo è habitato da nobili, et a territorio fruttifero. E quivi l`Illustrissimo Sign. Conte Renato Borromeo ci mantiene un Podestà Dottore, che nelle cose di Giustitia fa ragione a tutti gli huomini c`habitano nelle terre della tenuta del Vergante: le quali sono queste.
Fariolo, Baveno, Campino, Roncato, Somarero, Levo, Cartiano, Isella di sopra, Isella di sotto, Stresa, Binda, Vedasco, Passera, Breisino, Magognino, Stropino, Carpugnino, Cigneso, Vezo, Nocho, Gralia, Brovello, Comnago, Cologna, Belgirato, Lesa, Villa, Soltio, Mena, Dagnente, Ghevio, Sovazza, Colazza, Fosseno, Tapigliano, Corzago, Pessano, Nebiuno, Dormeletto, e la Rotta. E tutte sono dell’Illustrissimo Conte Renato Borromeo, salvo la città di Stresa che è de Signori Visconti. Questo Borgo di Lesa, è benissimo habitato, e ci stanziano molti nobili, e ricchi mercanti, et oltre alla gran copia delle vigne dove si fanno vini si delicati, la sua tenuta, e parimenti tutta fruttifera, ripiena de diverse sorti di frutti, Luoghi ameni, atti all’uccellare, et alle cacciagioni.
Accedere qui alla Tavola dei Capitoli della Historia del Lago Maggiore..., Bordone e Locarni, Milano 1603
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