STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Elenchi di funzionari e cariche pubbliche in «PALLANZA»

Denominazione:
Pallanza
Breve Abstract:
P. Morigia, Historia del Lago Maggiore... (1603): Descrizione del nobil Borgo di Pallanza
Abstract:
Descrittione del nobil Borgo di Pallanza, ricco, e populoso

Passato S. Bernardino, il Lago fa un gran gombito, e piegatura et evvi quivi Pallanza; Borgo nobilissimo, habitato da molti gentil’huomini, Feudatari, Dottori, e ricchi mercatanti, ben populato, ben casato, et ha belle piazze. Giace adunque questo Nobile Borgo, al mezzo giorno, alla ripa del Lago, in un sino d’esso di lunghezza di miglia tre in circa, et altro tanto in larghezza, e riguardevole.
Fu già detto Borgo anticamente fabricato quasi nella cima d`un colle, nominato Castignola. il quale è di salita d`un miglio, ma senza discommodo. Nella sua sommità vi è un Tempio antichissimo che si tiene che fosse fabricato da gentili, il qual dopo fu sacrato a San Remigio Vescovo, e già anticamente era la Chiesa Parrocchiale d`esso Borgo. E poco lontano d`essa Chiesa, alquanto più alto, si veggono le rovine, e vestigie d’una Torre e Castello, e d`altri edificij. Et ancora si dimanda il Castellazzo. Discendendo poi dal detto colle alquanto si trovano delle rovine, et edificij antichi, ove giaceva la prima edificatione di Pallanza. Nel qual luogo v`è una Chiesa dedicata a S. Bartolomeo Apostolo.
Questa è stata la prima fondatione di detto Borgo. E per quanto si trova in una Cronica antica scritta a mano, che sta riposta appresso del dotto, et eccellente Gio. Pietro Biumio, Dottor dell`Illustro Collegio di Milano, Pallanza fu edificata da un Troiano nominato Palanzo. Et la eresse in Città. Dicendo, Alter dictus est Pallanzus, qui civitam fundavit, quam ex suo nomine Pallanzum appellavit etc. E questo dice, e nomina molti Troiani, che in quelli contorni fabricarono alcune Città chiamandole dal suo nome. Come la Città d`Angera, da Anglo, da Belforte, la Città di Belforte, appresso a Varese, da Bario la Città di Barri, vicina a chivate. Da Lecco, la Città di Leuco, cioè Lecco. Et così de altri Troiani. Si come appare nella Cronica di Tolomeo Vescovo. E ciò fu de mille, e cent`anni in circa che nostro Signor venisse al mondo.
La seconda edificatione di detto Borgo, fu cominciata, vicino alla prima fondatione, et i fabricatori discesero con i casamenti fino a piedi d`esso colle, ove di presente, si dimanda la Villa. Et anticamente egli era cinto di muraglie con le sue porti, come ancora n`appare alcuni vestigij. Fu poi la terza volta, accresciuto dietro la ripa del Lago, et di tempo in tempo esso aumentando in fabriche fino al presente.
Questa seconda edificatione d`esso Borgo, si tiene ch`ella fosse fatta da Pallante Liberto di Claudio Cesare Imperatore Romano; e che egli imponesse il nome a quello Borgo, nominandolo Pallanza, dal nome Pallante. Andando esso con Narciso, parimente Liberto, di detto Imperatore, e caro suo compagno, in esso luogo. Come evidentemente si può vedere da due gran lastre di Marmo bianchissimo, nelle quali ci sono scolpito alcune figure di rilievo, con alcune lettere, le quali sono state ritrovate nell`antica Chiesa di S. Stefano Primo Martire, situata in asso Borgo, mentre che la Capella Maggiore di detta Chiesa, è stata aggrandita. La qual si tiene ch`ella fosse fabricata dal detto Narciso, et erretta ad honore di Agrippina Matrona, e moglie d`esso Claudio Imperatore. Alla quale esso Narciso sacrificò una Vittima, havendo havuto nuova della morte d`essa Agrippina: mentre che si trovava co’l suo caro compagno Pallante, nel detto luogo di Pallanza. Poichè Pallante fu quello che fece, che Claudio Imperator prendesse Agrippina per moglie. Come si legge appresso Svetonio Tranquillo. In vita Claudij Cesaris Imperatoris, E che Narciso fabricasse quel Tempio ad honor dí detta Agrippina, per compiacere a Pallante et quivi facesse sacrificio.
Noi sappiamo secondo il testimonio di tanti gravi auttori, che Claudio Imperatore hebbe tre moglie. Cioè, Valeria Messalina, et Aprippina, Madre di Nerone, che fu poi Imperatore. Et perciò si può credere che detto Tempio fosse fabricato da Narciso ad honor di queste tre donne, poiché si legge in detto Marmo. Matronis Sacrum con quel che segue. E le lettere, sono maiuscole, e grande. E le figure sono scolpite nel marmo di rilievo. Anticaglia veramente degna di farne gran capitale.

MATRONIS SACRVM PRO
SALVTE
C. CAESARIS AVGVSTI
GERMANICI
NARCISSVS. C. CAESARIS.

Della grandezza, e ricchezza di questi due Liberti. Narciso e Pallante, ne favellano molti autori, tra`quali, è Seutonio, Titolivio, Sesto, Aurelio, Cornelio Tacito e Filippo Bonaldo. Onde essi erano quei che maneggiavano l`Imperio. E furono al tempo de gli Apostoli, e che S. Pietro teneva la sedia in Roma.
Questa nobilissima anticaglia, è stata trovata l`anno 1601. la qual presta gran nobiltà a questo Borgo. Percioche non è da star in dubio, che l`antichità non rende tutte le cose più riguardevoli, e non dia più Maestá che le Moderne: secondo l`autorità di Pomponio Mela, di Solino, et altri autori. L`antichità è detta Sacrosanta, e della sua eccellenza ne scrisse Cicerone, Terentio, Titolivio, et altri.
Ma ritornando dove ci partimo, dico, che dopo quella seconda edificatione, questo Borgo fu accresciuto di fabriche dietro la ripa del Lago nella pianura, e questa si può convenevolmente chiamar la terza edificatione; E questo fu nel tempo che Otto Quarto Imperatore, concesse in feudo il Castello di S. Angelo alli Signori Barbavari, posto in una isoletta da quivi poco distante, E la detta ripa di Pallanza dove i Sign. Barbavari ci fabricarono un Castello, appellato fino ad hora il Castello de Barbavari, et ancora da essi posseduto. E ciò fu dell`anno novecento ottanta quattro, a tal che fino all`anno presente che io autore scrivo questo Lago sono scorsi, più de anni seicento. Onde benche detto Castello sia in gran parte rovinato, per le tante rivolte de gli Oltramontani, di diverse nationi, che questi nostri luoghi hanno dominati, Tuttavia si vede ancora al presente una gran Torre di pietre vive, la qual`è di gran circuito, et altezza, et è habitabile.
Questo Borgo si trova havere verso Settentrione una grande, e spaciosa campagna, assai fruttifera, nella quale si vede una bellissima, e nominatissima Chiesa dimandata volgarmente la Madonna di Campagna. Ma realmente ella si chiama la Madonna delle Gratie, per le molte gratie che ogni giorno si ricevano in quel luogo dalla Madre di Dio. E quivi ci concorrono molti popoli (oltre a quei di quelle riviere) d`altri paesi. Ella è tutta involta con copula. Et in essa si veggono pitture rare, stuchi, oro, et altri ornamenti che oltre la diuotione la fanno vaga, con un buon Organo, e bellissimo choro, et è bene officiata.
Appresso a questa Chiesa si vede un monte a sembianza d`una Collina, dimandato il Monte Rosso, il qual fa una veduta mirabile, per esser pieno, e ripieno, de Viti, Lauri, Olive, et altri delicati frutti, con un adornamento, de diversi casamenti, che lo rendono riguardevole. E produce vini eccellenti, così bianchi, come rossi. Questo Monte si stende per lo spacio di tre miglia con i vignati, dietro la ripa del sino del Lago fino ad un luogo detto il Basso et quivi poco lontano ci scorre il fiume Tocce detto la Tosa. del qual ne tratteremo più oltre,
In capo del sino del Lago di questo Borgo, si veggono spaciosissime praterie, alle migliaia di pertiche, tutte in bellissima pianura, che rendono abondantissima copia di fieno, con bellissimi pascoli. Per li quali vi scorre l’arenoso, e spacioso fiume della Tosa, che è navigabile, et è abbondantissimo di Temoli, e Trutta.
Di modo che questo Borgo da ogni sua parte, è fertile, delitioso: et abbondevole. Et in esso se gli fa il mercato in dì di Sabbato, d`ogni quindici giorni, perchè l`altro Sabbato si fa a Intra. Et non sono mercati, ma più tosto fiere, per lo gran concorso, e moltitudine delli popoli che quivi concorrono da ogni parte etiandio di lontan paesi, per vendere, e comprar le cose bísognevole al vivere humano, et altre mercantie. Oltre che in detto Borgo ci sono gran numero di mercatanti da Grani: li quali con la licenza dell`Illustrissimo Magistrato Straordinario di Milano conducono a casa loro gran copia de grani, che comprano nello Stato, e fuori d`esso. Onde si può dire che detto Borgo sia il granaio del Lago Maggiore, e d`altri molti luoghi. E specialmente de Sig. Svizzeri di qua da i monti, per la confederatione fatta a gli anni passati tra essi, e la felice memoria della Catolica Maestà Filippo Secondo, quali vanno a detti mercati, per fornirse di grano.
Ancora quivi si fanno due Fiere ogni anno di bestie bovine, e cavalli: condotti in quel luogo da Terra Tedesca, in gran numero, et a migliaia. Una di dette Fiere si fa per la festa di S. Michele, e dura quasi un mese. E l`altra si fa il Sabbato delle Palme, alle quali ci concorrono grandissimo numero di mercatanti da diverse Città, così di questo Stato di Milano, quanto d`altri stati, fino da Bologna.
Questo Borgo è benissimo dotato di fabriche, ha una grande, et allegra piazza. Et del publico si paga il Podestà, qual` è eletto dal Governator dello Stato di Milano, e sempre è Dottor di Leggi. Et ancora il publico paga il Medico, et un Maestro di Grammatica, et le gravezze in Camera di Milano. Et è de fuochi quattrocento in circa, che si può paragonar a molte Città.
Oltre che inmediatamente è sottoposto alla Città di Milano, et alla Maestà Catolica del Re Filippo, come Duca di Milano. Et l`anno 1467 l’ultimo del mese di Gennaio il detto Borgo comprò per mezzo de tuoi Sindici, et Ambasciatori, dalla Eccellentissima Duchessa Bianca Maria Visconta Sforza, e da Galeazzo Maria suo figliuolo amendue Duchi di Milano, il censo, conventione, che pagava detto Borgo a detti Duchi, et ogni ragione spettante ad essi et alla loro Ducal Camera nel modo che di già era venduto da detti Duchi all`Illustri Signori Conti Giovanni, e Vitaliano Fratelli Borromei da` quali hebbero la retrovendita, e poi fecero nuova vendita. I Sindici furono gli spettabili D.Nicolao Regna Giovanni Morigia, e Giovannino Viano Pallanzotti. Le quali scritture stan hora nell`Archivio di Pallanza.
Hor è da dire come in questo Borgo v`è una Chiesa Parrocchiale, e Collegiata, dove risiede il suo Prevosto, e suoi Canonici, quali portano le almucie di pelle sopra le spalle, come fanno quei delle Città, et dimandasi S. Leonardo. Questa è fabricata alla moderna, havendo i Pallanzotti gettati a terra la vecchia, e fatto quella moderna tutta in volta con tre navate, con sei bellissime colonne grosse di Miarolo, con ornamenti di marmo lavorate con vaga Architettura e così dentro, come di fuori, ella è tutta di vivo solio. Oltre, che in essa si vede un Choro, et un Tabernacolo di bellissima architettura, e di gran spesa, che insieme con la Chiesa possono star al paro di quelle, non solo che si trovano in quei contorni, ma ancora delle Collegiate di molte Città. Questa Chiesa ha ancora una Torre, per le campane, tutta di pietre vive benissimo lavorate di solio, con ornamenti di Marmo, con le scale dentro di vivo per salirve sopra, larga nel suo circuito brazza cinquantaquattro, Opera veramente che basterebbe ad un huomo di qualunque Città. E vicino all`altezza d`un huomo, si vede inserto in essa una gran lastra di marmo, con alquante lettere alla Romana intagliate in essa, che dicono.
Dicatum summo Deo, Alme Virgini, Divisq; Ioanni Baptistae, et Leonardo. Initiumq; anno 1520, die 16. Martij Sub Reverendo Domino Francisco Morigia, Rettore Aedis huius. Et in questa Chiesa v`è una Capella d`un iuspatronato di casa Morigi. Et ci sono collocate diverse Sante Reliquie.
Si veggono oltre di questa, ancora altre Chiese cioè, quella di Santa Caterina, che fu Prepositura de Frati Humiliati. E quivi ci sono alquante Sante Reliquie, con belle Ancone, et una confraternita del nome di Giesù. Dalla parte d`esso Borgo detto la Villa, v`è la Chiesa di San Stefano, E quivi in breve se gli errigerà un Hospitale per albergo de poveri infermi. Nel colle di Castignuola, si vede la Chiesa di S. Bartolomeo Apostolo, nella qual ci sono riposte molte Sante Reliquie, et una Ancona bellissima.
Nella cima poi del sudetto colle v’è posta l`antichissima Chiesa di S. Remigio. Nella bella campagna di questo Borgo, vi si vede la bellissima Chiesa della Madonna delle Gratie, la qual (come habbiamo anco detto) ella è degna di lode in ogni sua parte. E quivi ci sono riposte molte Sante Reliquie. Et verso Oriente, si vede la parimenti bella, e divota Chiesa, e Monastero di San Bernardino, del qual habbiamo favellato, dove si veggono prospettive mirabili, giardini ameni, Prati, boschetti, et piante vaghissime. Nell`Isola poi di Sant’Angelo contingua a Pallanza, e sua giuiridittione si vede la Chiesa di S. Giovanni Battista, la qual anticamente serviva per Parrocchiale a detto Borgo. Di modo che questo Borgo viene ancora nobilitato delle dette otto Chiese che si possono visitare con commodo, e recreatione, de i divoti, e sono per lo più bene officiate, ornate, ben tenute, e dotate di bellissimi paramenti di seta, et oro.

Delle Famiglie nobili d`esso Borgo.

Volendo hora favellare delle famiglie nobili, et antiche che sono uscite, e che ancora fioriscono nobilmente in esso Borgo, primieramente dirò che la famiglia de Barbavari tiene il primo luogo tra le nobili, per antichità, e dominio, essendo che (come habbiamo detto, e di nuovo diciamo) passano più di seicento anni, quando da Otto Quarto imperatore li fu dato in Feudo, con titolo de Conti, onde ne furono veri Signori, come si può leggere appresso al Dottor Piotto Novarese, in quel suo trattato sopra la l. si quando. C. unde vi, nel suo Indice in verbo Novarie in due, o tre luoghi. Si come anco ne scrive il Corio, et il Boffo nelle loro Croniche, et il R. P, Leandro Alberti. Onde ancora hanno molte ragioni di presente, e Decime e Dominio nel fiume della Toce, perché anticamente il detto fiume con le sue ragioni di pescare, datiare, e di tener li porti sopra esso fu acquistato da un Giacopo, e Georgio Fratelli Barbavari, nel Castello di Pallanza, ancora a nome di Guido loro nipote, sino l`anno 1311 il 25 Ottobre. Questa concessione, et acquisto fu confermata dall`Arciviescovo Giovanni Visconte, a detti Barbavari con titolo de Nobili sino l`anno 1332 il 13 Giugno. Onde le ragioni di detto fiume, sono poi di tempo in tempo state confirmnate alli Signori Barbavari, sino a l`anno 1589. che di nuovo furono confirmate al Nobile Bartolomeo Dottor Fisico del Collegio di Milano, a suo nome, e de gli altri Barbavari Condomini. De Barbavari, e de gli huomini Illustri che sono usciti di questo ceppo, io ne parlerò nella mia Historia delle quaranta Case nobili, che ho da dare alla stampa, che hora non compatisse tanta longhezza.
Ci sono ancora i Morigi, che passano più di quattro cento anni che sono annidati in questo nobil Borgo, dove da questo ceppo quivi piantato, ne sono usciti molti huomini valorosi in diverse virtù, Oltre a gli Illustri Feudatarij, Dottori, e Capitani, et altri virtuosi, e nobili spiriti di questo ceppo, e pur l`anno passato morse il Signor Christoforo Morigi, huomo di molto valore, che ha fatto fabricar una Torre bellissima che Signoreggia tutta quella Riviera con bellissimi e nobilissimi casamenti, tutti Isolatí. Questo nobile Morigia ha lasciato quattro figliuoli, cioè, Hercole, Gio. Maria, Gio. Pietro, e Gio. Battista; Et Hercole attende a gli studij per dottorarsi in Leggi civili, E Gio. Maria Ecclesiastico, attende à gli studij per Dottorarsi in Teologia. Da questo antichissimo ceppo Morigi nacque la Beata Caterina, da Pallanza fondatrice della Sacra Chiesa, e Monastero della Madonna del Monte sopra Varese, adorna d`un gran numero de miracoli in vita, e dopo morte. Onde veramente ella arreca gran nobiltà a casa Morigia, et a questo luogo. E chi vuol sapere la vita, e miracoli di lei, legga la sua Historia composta da me presente autore, stampata in Milano.
Appresso, in detto Borgo fiorisce ancora molto nobilmente la famiglia antica de Viani, dove sono usciti molti huomini valorosi. E ancora di presente fiorisce in detto Borgo il nobile Dottore nell’una, e l`altra legge, Guido Viano, degno di molte lodi. Questo è Feudatario della Terra di Suna, e di Rovegro. Et per lo molto suo valore, è stato Vicario di Giustitia, Giudice d`amendue le giudicature, del Gallo, e Cavallo di Milano. Podestà di Como, e Consultor celebratissimo. Delegato in Spagna alla Maestà del Re Catolico, et alla Corte del Duca di Lorena. Ancora fiorisce Ottavio suo figliuolo, Dottore dell`una, e l`altra Legge. Oltre al Dottor Fisico Camillo Viano, Et Hercole Morigi, parimente Dottor Fisico insieme con alquanti Causidici, e letterati et Dottori, de quali esso Borgo in ogni età sempre ne ha posseduto, che hanno fatto honore alla sua Patria, si come ancora fanno di presente, i viventi. Ci sarebbono da raccontar d`altri nobili, et antichi d`esso Borgo, de quali non ho havuto informatione.
Ancora in ogni tempo, sempre questo Borgo ha havuto molti ricchi Mercatanti, come tuttavia di presente ne fioriscono molti. E non è da tacere una cosa degna di memoria, meritevole di esser saputa. Nel tempo adunque che Francisco Sforza. primo Duca di Milano di questo nome faceva rifabricar il Castello di Milano, si ritrovava tra gli altri Mercatanti di questo Borgo, un Pallanzotto, della famiglia de Bartolotti, ricchissimo. La onde hebbe più volte a dire, che del suo havere haverebbe di panno Cremisile coperto una gran parte del Lago Maggiore; ll che fu rapportare al Duca, il qual lo fece chiamare, e condannolo che facesse fare uno di due torrioni di marmo del Castello di Milano. Onde il Mercadante essequì puntalmente quanto dal Duca li fu commesso, e fece fabricare quel Torrione che riguarda verso porta Vercellina, tutto a sue spese, e nominolo la Pallanzotta. E dopo fornito così gran fabrica, fece dipingere sopra la sua casa in Pallanza, una fontana, con un motto che diceva. ANCORA NON ME DISPERO. Atto generoso e degno di memoria eterna.




Accedere qui alla Tavola dei Capitoli della Historia del Lago Maggiore..., Bordone e Locarni, Milano 1603



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Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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