Descrittione del nobil Borgo d’Intra, e gli huomini degni di lode che sono usciti d’esso
Seguitando la nostra descrittione, dietro la ripa dove il Lago grandemente s’allarga, trovasi il nobile Borgo d`Intra. Questo è posto in una amena pianura alla ripa del Lago, tra piacevoli, e fertili colli di grano, vino, olive, et altri beni, et è posto nel mezzo de due nobilissimi, e utili Fiumi, uno che descende dalla Valle Intrasca, nominato di San Giovanni, verso Levante; e l`altro da Ponente, dimandato volgarmente il fiume di S. Bernardino. Et scorre dal monte Rosso. E da i monti addimandati il Valdo, ove sono boschi infiniti, dove si tagliano grandissima quantità de legnami, che s`addimandano Borre, e Borretti, quali, per lo tempo delle gran pioggie, accrescendo l`acqua nel detto fiume, vengono a sboccarsi nel Lago. Sopra poi il fiume nominato (come habbiamo detto) di San Giovanni. Oltre alli casamenti con li suoi molini, che parte sono della communità, e parte de particolari, si veggono ancora sei belli edificij, dimandati Reseghe, le quali servano mirabilmente per seggar le borre in tavole, e travetti; per condurle a Milano, et altrove, per servirsene per utile delle fabriche, e casamenti. Et i borretti per abbruggiare per commodo de` Tentori, et altri artisti. Ancora, ci sono in Intra due altri edificij, ch’erano ancora essi due altre Reseghe, l`uno de` quali, è stato accomodato, per Maglio, e fabrica d`Archibugi. E l`altro s`adopra per segare il marmo in lastre, per uso e commodo della fabrica del Duomo di Milano, per fare il solegato, et altri lavori, et il tutto si fa per artificio d`acqua. Hor non è di lasciar che non si dichi, come l`acque di questi due Fiumi sono di diversissima qualità, Onde quello dalla parte Orientale è nocivissimo a chi ci entra dentro, e quel poi che è alla parte Occidentale è salutifero, et ha molte virtù, e massime a quelli che patiscono ulcere nelle gambe.
Hor dirò, come questo nobil Borgo, fu dalla sua antica fondatione chiamato Borgo di Sant’Ambrogio. E si tiene ch`egli fosse fabricato da` Romani, onde si scuopre ancora sino ad hoggi le vestigie, e fondamenti d`un`antico Castello, che quivi era fabricato. Et anco si vede una lastra di Marmo nell`antica Canonica con lettere maiuscule che dicono.
Caius Marius Consul Romanus, humili loco natus, septies Consul factus est, in campo Savidico vincit Cimbrios apud aquas sestias. Queste lettere furono copiate già molti anni sono, ma hora essendo mezze consumate non si possono leggere. E se ne tratta appresso di Cornelio.
Questo Borgo, con gli altri luoghi di Lombardia, furono rovinati, e saccheggiati dalla Tirannia de gli Oltramontani et perciò ogni cosa andò in rovina. Si trova poi per scritture autentiche, fatte dell`anno 1270, e del 1297; che la Città di Novara dominava in Real libertà, nel qual tempo tutta Vall’Intrasca era governata dalla libertà di Novara, e sotto la loro Signoria il detto Borgo fu riedificato con grande aumento. E per farlo populoso d`habitatori, i Novaresi comandarono ad una parte de gli huomini delle Terre di detta Vall`intrasca, che si dovessero trasferire ad habitar nel detto Borgo di Sant`Ambrogio; Onde dalla nuova edificatione, et habitatione, non fu più domandato Borgo di S. Ambrogio, ma Intra, per essere egli fabricato nel mezzo di quei due nobili Fiumi. Ben che altri dicono che così fosse chiamato, perche da quivi s`intra nella Vall`Intra sca, come suo vero passaggio. Fu adunque il detto Borgo habitato da gli huomini della Vall`Intrasca per accrescimento d`habitatori. E detti huomini perciò si dimandano Borghesi, che vuol dire huomini aggiunti al detto Borgo. E benche molti di loro siano ritornati ad habitar nelle loro antiche Terre e Ville, nondimeno hanno però sempre ritenuto il nome de Borghesi, e concorrono alli carichi, e massime Camerali. Pervenne poi la Vall`Intrasca, il Borgo, e la Città di Novara nelle mani di Luchino Visconte Signor di Milano, che morse l`anno 1349. E dopo fu dato in feudo alli Signori Borromei l`anno 1466.
In questo Borgo si veggono sei Chiese, tra le quali v`è la Collegiata, e Parrochiale, detta S. Vittore, e quella di Santa Maria. La Chiesa di Sant’Antonio, quella di Santa Marta, la Chiesa di San Gio.Battista, e quella di S. Rocco.
La Chiesa Collegiata, e molto antica, e vi fa residenza il Prevosto, e sei Canonici, e quivi s`essercita il colto di Dio honoratamente, e stanzano nella Canonica contingua alla Chiesa. E per esser essa Chiesa capo di Pieve, e però tutta la tenuta della Pieve è divisa in sei Regioni nelle cose spirituali, per prebende delli sei Canonici residenti. Onde, tra tutti sei hanno sotto di sè Terre, e Ville in numero quarantacinque. Et questo bastimi haver detto della Collegiata, senza scrivere tutti i luoghi delle sei Regioni distintamente.
La Chiesa di Santa Maria é antichissima, et si tien per certo ch`essa fosse fabricata da S. Giulio. In questa v`è eretta una Scola de Confrati, con habito rosso sotto il titolo dì S. Giuseppe. Questa ha rediti più de cinquecento scudi l’anno. De quai maritano ogni anno quattro povere fanciulle Vergini di detto Borgo, alle quali danno lire ducento di dota per ciascuna. E più pagano il medico, e le medicine a tutti i poveretti, et ogni tre mesi dispensano a poveri alcuna quantità di grano. Oltre, che in Intra v`è un Hospitale di Sant`Antonio, detto ancora de` Pellegrini, il qual e benissimo soccorso da questi Confrati. Non mancherò anco di dire, (favellando delle limosine) come nella Chiesa Collegiata oggi anno il giorno primo dí Quaresima, si fa una larga limosina d`un pane per ciascuno, di modo che molte volte passano ottomile pani. Vedesi ancora la Chiesa di Santa Marta, dove è eretta una Scola de Disciplinanti, con habito bianco. Che passano il numero di cento, et è compagnia antica, fondata dalli Beati Domenico, e Rainero da Pisa.
Vedesi ancora la Chiesa di S. Giovanni, la quale è stata rinovata, e fatta vaga da pochi anni in qua, (si come i Confrati di Santa Marta vanno tuttavia reedificando la sua). Questa Chiesa di S. Giovanni, ella è posta sopra la ripa del Fiume della Vall`Intrasca, e da questa Chiesa egli si chiama il fiume di S. Giovanni, e passasi sopra un mirabile, et artificioso ponte degno di lode, per la sua architettura. In questa Chiesa v`è eretta una Confraternita de` Signori Cavaglieri Gierosolimitani di S. Giovan Battista, con habito Argentino.
Oltre, che ad accrescimento di Nobiltà a questo Borgo vi si vede ancora un Monastero di Monache dell`Ordine di Sant`Agostino. Che sempre hanno portato buon nome. E l`ultima Chiesa che voglio dire, ella si chiama S. Rocco, che fu fabricata dalla fameglia de Giulij, che furono ancora padroni di tutte quelle case, che ci sono vicine in quella tenuta, dimandate volgarmente il Castellazzo.
Questo Borgo è libero d`ogni Datio e pedaggio. E quivi ogni quindeci dì, in giorno di Sabbato si fa un grosso mercato a sembíanza di Fiera; dove ci concorrono non solo tutte le Terre dell`una e l`altra ripa, ma ancora d`altri luoghi lontani. e massime per lo molto concorso di bestiami di tutte le sorti, che vengono dal Valesano, e d`altre parti di Terra Tedesca, con altre gran quantità di grassina, che non solo servono a detto Borgo, et a i luoghi del Lago, ma ancora apportano gran beneficio alla Città di Milano, et ad altri luoghi.
Da questo Borgo in ogni età sono fioriti huomini di valore, e d`ingegno acutissimi, in ogni professione, et anco ne gli studij, e però ci sono stati gran numero de` Dottori, e Causidici espertissimi, e componitori. Sicome ancora di presente fioriscono molti Dottori Leggisti, Fìsici, Causidici, ricchi mercanti, et altri simili e quasi tutti sanno leggere, e scrivere perchè sempre tengono un mastro di grammatica in Communità.
Accedere qui alla Tavola dei Capitoli della Historia del Lago Maggiore..., Bordone e Locarni, Milano 1603
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