STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

La scheda che stai visualizzando è visibile GRATUITAMENTE.

Elenchi di funzionari e cariche pubbliche in «CANNOBIO»

Denominazione:
Cannobio
Breve Abstract:
P. Morigia, Historia del Lago Maggiore... (1603): Relazione dei Miracoli della Santa Pietà di Cannobio
Abstract:
Relatione de’ Miracoli della Santa Pietà di Cannobio

Egli è cosa ragionevole, che havendo io descritto il Borgo di Cannobio che hora raccontiamo i varij, e stupendi miracoli che avvenero nell`istesso Borgo l`anno 1522 de` quali ne favella il P. Leandro Alberti nella sua Descritione d`Italia, et io nella mia Historia di Milano; benche non così compiutamente, come hora col divino favore, io intendo di fare secondo la vera relatione d`essi di nuovo havuta in iscritto dal dotto Sign. Gio. Francesco Sasso di sopra nominato.
E adunque da sapere, che nella casa d`un hosto di detto Borgo, nominato Tomaso de` Zachei, v`era una tavoletta, over quadretto di legno lungo un palmo, e mezo in circa, et alquanto meno larga, coperta di carta pergamina, sopra la quale era dipinto il Salvator nostro in atto de Pietà, cioè, deposto di croce, e quasi asceso sopra il Sepolcro, in mezo alla sua Santissima Madre, che dal lato destro l`abbracciava, et dal lato sinistro ci stava il diletto Giovanni Evangelista, con le mani aggroppate insieme, che quasi per maraviglia, e compassione pareva mirarlo.
Adunque un Mercordì a gli 8 di Gennaio l`anno già detto, in circa alle due hore di notte, una figlia dell`hosto, d`età de anni tredeci, essendo stata mandata dalla madre co’l lume a pigliare alcune cose nella camera dove cotal quadretto era attaccato al muro, e riguardandolo, con divotione vidde che da quelle Sante Imagini n`usciva lagrime sanguigne. Et ella tutta spaventata si mise a gridare, e chiamar ad alta voce la madre, Al grido della quale, non solo la madre, ma anco il padre, e tutti gli altri, che per divina díspositione in quella hosteria all`hora si trovarono, tutti corsero alla detta camera, dove che tutti chiaramente viddero ciò che di già la figliuola haveva veduto. Et appressatisi alla tavoletta con candelle accese in mano, viddero particolarmente l`imagine di nostro Signore versare sangue vivo, non solamente da gli occhi ma ancora dalle cicatrici delle mani, e del costato. E l`imagini della Santissima Maria nostra Signora, e quella di S.Giovanni, viddero haver gli occhi tutti insanguinati, con questa differenza però che il sangue di S. Giovanni compariva come incorporato con acqua. Per le qual cose restarono tutti attoniti, e stupefatti di tanta novitade, e con pianto cominciarono a gridare mísericordia, misericordia. A i gridi de` quali ci concorsero molte persone della Vicinanza, di modo che ad un tratto quella camera si riempì. Onde a questo nuovo concorso rinovossi il miracolo con gran maraviglia di tutti. Percioche, l`effigie di nostro Signor di nuovo mandò fuori sangue da gli occhi, dalle cicatrici, e dal costato, il che poco appresso fu anco veduto pieno di sangue gonfiare, e poscia ritornare nel suo primiero stato. E nell`istesso tempo la Gloriosa nostra Signora gettò da gli occhi goccioli di sangue, le quali scorsero per le guancie, e poco dopo ella si vidde alzare alquanto la destra mano, avvicinandola più che prima al costato del suo figliuolo, nel modo apunto c`hoggi ancora si vede nella tavoletta. Ne vi mancò S. Govanni da mostrarsi con gli occhi ripieni tutti di sangue chiaro come già innanzi erasi mostrato.
Hor veggendo tutti quei che quivi si trovarono tali, e straordinarij, e miracolosi effetti della divina Clemenza. Tutti inginocchiati, con alte voci chiedevano Misericordia. Ma non passò molto che altre nuove miracolose maraviglie apparvero. Percioche alle cinque hore in circa della medema notte, tutti quegli che quivi erano dimorati veggiando, videro l`effigie del nostro Redentore rilevarsi dalla tavoletta a sembianza di corpo vivo, con gli occhi, con le piaghe, e con le lividure del sangue. Et indi a poco rinovandosi i miracoli, da gli occhi e dalle cicatrici dell`istesso Redentore, e da gli occhi parimente della Regina del Cielo fu veduto uscire nuovo sangue. E da S. Giovanni lagrime come poco avanti s`è detto. La mattina del giorno seguente che fu il Giovedì quelle miracolose Imagini già vecchie, et annegrite, si viddero da tutti tutte rinovare, colorite, e di tal vaghezza, non altrimente come se all`hora, all`hora fossero state da eccellente mano dipinte. Ma quel che di maggior stupore è, et che rende grandissima maraviglia è, che la sera del medesimo Giovedì, poco dopo il segno dell`Ave Maria, dal costato che pareva che risplendesse dell`effigie di nostro Signore uscite una picciola Costa ad essa effigie proportionata, restando però la piaga del Costato alquanto più grande che prima non era. La qual costa vedevasi tutta insanguinata con qualche poco di carne intorno, come se di vero, e vivo corpo ella fosse stata con violenza spicata, e con essa n`uscì insieme gran copia di sangue con impeto tale che molte gocciole di quello saltarono addosso a molti de gli astanti che quivi erano. Onde restarono tutti come fuori di se stessi, e posti in ginocchioni, non cessavano di chiedere a sua divina Maestà con dirotissimi pianti misericordia. Laonde, di questo nuovo caso di subito ne fu dato avviso al Prevosto della Collegiata d`esso Borgo, il qual trovandosi all`hora indisposto, ci mandò i Canonici dell’istessa Chiesa, i quali senza indugio, giunto che furono al luogo delli miracoli, e per udita, e per veduta certificati della verità di così meraviglioso successo, cominciarono a far orationi, e cantare alcune divine laudi, dopo le quali uno de gl`istessi Canonici, nominato Bernardino Sasso, altrimenti detto Carmegno (il qual poi fra poco successe meritamente nella Prepositura) con quella riverenza maggiore che si deve, levò detta miracolosa Costa dalla tovaglia che sotto la tavoletta era distesa, sopra la qual cadendo tal Costa, ci haveva lasciata co`l sangue stampata la sua forma, et in un Calice la ripose; La qual poscia insieme con la tovaglia, et altri panni tinti del sangue delle sopradette Imagini, e massime di quel di nostro Signore. E li detti Canonici la sera medesima lo portarono con solenne processione alla Chiesa principale di S. Vittore. Il che, poscia in processo di tempo tutte queste Sacre, e pretiose Reliquie, furono trasferite in un Tempio, che fra pochi anni nel luogo de` miracoli fu eretto, e nell`altare d`esso furono riposte: eccetto però la miracolosa Costa, la qual fu lasciata nell`istessa Chiesa di S. Vittore.
. Questa è tenuta fino al giorno d`hoggi in grandissima riverenza, come un tesoro preciosissimo, e custodita sotto diversi chiavi. Et ella si mostra in un bellissimo Vaso di cristallo ogni anno publicamente nell`ottavo giorno di Gennaio, e nella seconda festa della Pentecoste, con l`occasione della solennità grande; che quivi ne` detti due giorni per tali miracoli far si suole. E nelli giorni medesimi si lascia ancora vedere il Quadretto delle miracolose Imagini.
Ancora si mostrano (benche di rado) a quei che quivi per divotione, o per voto ci vanno, e che sono desiderosi di vedergli: ma non già a tutti ugualmente. Alli miracoli già narrati miracoli altri nuovi si aggiunsero, percioche la notte seguente alla Gíobbia l`Imagine del Salvatore due volte fu veduta stilar sangue non solamente da gli occhi, ma anco dalla cicatrice da mano sinistra, e nell`istesso tempo la Beatissima Vergine Maria anch`essa stilò sangue da gli occhi. Di più nel giorno seguente, che fu il Venerdì su l`imbrunirse della sera da gli occhi delle medesime due Imagini uscì un`altra volta sangue, il qual si sparse per le guancie, essendovi presente gran moltitudine di persone.
Dopo alcuni giorni nostro Signore volse alcune meraviglie di nuovo moostrare. Onde alli 28 del medesimo mese di Gennaio in Martedì circa la prima hora di notte. Et il dì 4 Febraio, parimente in Martedì intorno all`hora del desinare tutte tre quelle diuotissime Imagini furono vedute come sudate, mandar fuori molte gocciole d`acqua, le quali da li à poco da loro stesse si rasciugavano. Et ali 17 del medesimo mese di Febraio in Giovedì vicino alle sette hore di notte le istesse Imagini furono vedute da molte persone per lo spacio di due hore asperse d`un certo liquore che rasembrava sangue vivo, massime quella del Redentore, di maniera tale che il suo innocentissimo corpo pareva, che all`hora all`hora fosse stato fiagellato.
Sarebbero anco da scrivere molti altri miracoli ma per non essere contenuti ne` processi autentichi, et altre scritture approvate, però non gli starò a raccontare.
Hora divolgatasi la fama di questi così stupendi miracoli, non solo per tutte le Terre del Lago Maggiore, e suoi confini, ma ancora in molte città di Lombardia, era quivi ogni giorno gran concorso di Forastieri, e di personaggi graduati. E molti vi hanno riportati dal Signor gratie segnalate. Onde poi la casa di quel hosto dove cotali miracoli seguirono fu da Cannobini eretta in un bellissimo, e vaghissimo Tempio sotto il titolo della Santissima Pietà. Non mancando tuttavia il Signore di conceder gratia a tutti quei che con vera fede, humiltà, e divotione ricorrono a quella Santa Pietà. Alla quale il B. Carlo Borromeo portava gran divotione, e più, e più volte la visitò anco poco avanti il suo passaggio al Cielo ci celebrò la sua penultima Messa. E la sostenne di larghe limosine, e di varie Indulgenze, si come hanno fatto altri Prelati, e Sommi Romani Pontefici.
Hor per fine di quanto voglio dire di questa Santa Pietà, narrerò un caso notabile avvenuto gli anni adietro, e questo è, che un Sacerdote andò una mattina per celebrar la Messa all`altare di quella miracolosa Pietà, et avanti che cominciasse la Messa, per compiacere ad un mercadante forastiere suo amico, fece toccar la Santa Pietà con un dinar d`argento di detto mercadante, e gli lo diede; Hor dirò cosa mirabile d`udire, che fu, che a pena incominciata c`hebbe il Sacerdote la Messa, subito incontanente perse la vista, ne potendo in modo alcuno seguire i Sacri misterij. accortisi della cagione, e stimulato dalla propria conscienza, tutto ripieno di confusione, rivoltosi al popolo che quivi stava, e publicamente confessò il successo di quel danaro, e che perciò credeva d`esser stato percuosso di subita cechità. Onde, restituito il dinaro dal mercatante nelle mani del Sacerdote, et esso lo ripose sopra l`altare, e subito (cosa mirabile fu) che ad un tratto ricuperò il lume de gli occhi, e seguitando senza impedimento la Messa pervene al fin di quella. Et in testimonio di tal miracolo quel dinaro si conserva fino ad`hora nella Chiesa della Pietà: mostrandolo a chiunque per divotione desidera di vederlo.
Altro non dirò, di questi, miracoli salvo che tengo che fossero segni, e prodigij delle gran calamità, guerre, e Pestilenze, che dopo poco seguirono nella Lombardia, e massime allo Stato di Milano, et però l`anno medesimo l`Armirante mandò ad assediar Arona con un`essercito di quattordici mila soldati secondo il P. Leandri Alberti, essendo esso Armirante Generale del Re di Francia in Italia, come si dirà più chiaramente. Et fecesi il fatto d`arme alla Biccocca luogo de` Signori Arcimboldi dove furono morti tre mille Svizzeri, e ventidue Capitani e fu l`anno medesimo, e l`anno seguente mettendo Francesi l`essercito al Castello di Milano, dopo haver preso Milano furono morti del Campo Francese più di otto miglia. E passato un`anno venne così fatta Pestilenza, che levò la vita a più di cento quaranta mille persone tra la Città, e questo fu l’anno 1524, oltre ad altre sciagure.




Accedere qui alla Tavola dei Capitoli della Historia del Lago Maggiore..., Bordone e Locarni, Milano 1603



Informazioni di Copyright: si segnala che il materiale pubblicato nel presente sito è sottoposto alle vigenti norme per la protezione intellettuale di copyright. Qualsiasi citazione dello stesso dovrà obbligatoriamente fare riferimento alla pubblicazione originale del 1603 o successive anastatiche, nonché alla pubblicazione elettronica del Magazzeno Storico Verbanese in cui la riedizione è ospitata. La mancata osservanza delle norme verrà segnalata alle autorità competenti.
A Cura di:
   [Luciano Besozzi]

La scheda che stai visualizzando è visibile GRATUITAMENTE.

Magazzeno Storico Verbanese

A tutti gli amici e studiosi che nel tempo avete condiviso o vi siete interessati alle attività della Associazione Magazzeno Storico Verbanese, dobbiamo purtroppo comunicare che in seguito alla prematura scomparsa di Alessandro Pisoni, la Associazione stessa, di cui Alessandro era fondatore e anima, non è più in grado di proseguire nella sua missione e pertanto termina la sua attività.

Leggi di più

 

Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

Leggi la biografia

 

Ra Fiùmm - Associazione Culturale Carlo Alessandro Pisoni

Vai alla pagina facebook Ra Fiùmm