VITA
DI
S. ARIALDO
MARTIRE
(1)
Proemio
La Chiesa di Gesù Cristo fu in ogni tempo combattuta e perseguitata non meno da nemici esterni, che interni. Di ciò non deve punto maravigliare il cristiano, e molto meno prenderne scandalo, sapendo che quella guerra, ch`ebbe incominciamento contro del suo divino fondatore e maestro, durerà sino alla fine del mondo sì per la Chiesa e sì pei singoli membri della medesima, che si propongono di seguitarne gl`insegnamenti; onde sta scritto che tutti quelli che vogliano piamente vivere in Gesù Cristo, soffriranno persecuzione. I brevi cenni che siamo per dare della vita e del martirio di S. Arialdo, ci serviranno di prova.
1 La vita di questo Santo fu scritta da diversi autori contemporanei o di età vicini al medesimo, in parte avversi e in parte a lui favorevoli. Tra questi è da annoverare il B. Andrea, monaco Vallombrosiano e discepolo del nostro Santo, la cui vita per questo è sommamente pregevole. Fu pubblicata dal Puricelli insieme con quella di S. Erlembaldo, compagno di S. Arialdo, in Milano nel 1657 in fol., e riprodotta dai Bollandisti nel T. V del mese di giugno sotto il dì 27, e recentemente in Parigi dall’ab. Migne nel suo Corso completo di Patrologia Latina, T. CXLIII, a. 1843. Altra vita fu scritta da un Anonimo sul principio del seguente secolo (XII), che dall`Alciati, non si sa per quali motivi, è chiamato Arnolfo, e dal Puricelli, per altri che non sembrano molto forti, e detto Landolfo il giovane, ossia Landolfo da S. Paolo. Anche questo fu pubblicata dal medesimo Puricelli.
Contrarii al Santo e apertamente fautori degli Ecclesiastici simoniaci e concubinarii furono un altro Arnolfo nell`opera intitolata Gesta Archiepiscoporum Mediolanensium (appresso il Migne suddetto nella citata Patrologia T. CXLVII) e Landolfo il vecchio nella sua Historia Mediolanensis (pubblicata ivi stesso), nella quale, scrive il Muratori negli Annali (a. 1067), la bugia e l’insolenza trionfa. Merita perciò di esser letta la dissertazione scritta contro di questi dal dottissimo Puricelli De continentia Clericorum, pure edita dal Mígne nello stesso Tomo. Della vita di S. Arialdo scritta dall`Alciati parlerò più innanzi. Giovera però qui avvertire che la narrazione degli avversarii ebbe il trovare, in confronto dei primi non pochi fautori, tra quelli che scrissero posteriormente, tra i quali nominerò il Fiamma, Tristano Calco, il Corio, il Ripamonti e più tardi il Verri ed il Morbio, i quali ciecamente prestarono, o vollero prestar fede ai nemici del Santo.
Dopo questi parlarono più o meno diffusamente di Arialdo quasi tutti gli storici Ecclesiastici, come il Baronio, il Fleury, il Rohrbacher: inoltre il nostro Ven. Bescapè (Novar. p. 134 e seg. 339-342), il Voit nella Vita di S. Gregorio VII, e quasi tutti gli Storici Milanesi, tra i quali nominerò il co. Giorgio Giulini, che ne tratta ampiamente nella p. IV delle sue Memorie dalla p. 6-135, e parecchi altri che sarebbe lungo l’annoverare.
- A Cura di:
- [Luciano Besozzi]
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Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo,
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