Fioriva un tempo questa terra, altre volte anche borgo, per un numero di famiglie cospicue, che diedero alla luce personaggi meritevoli d`essere qui ricordati, se il tempo e fors`anco l`incuria non ci avessero invidiate le più importanti notizie sul loro conto.
Tra queste non dubito di ricordare quella del celebre giureconsulto ANTONIO detto DA CANERO, perché nativo di questo luogo. Fiorì a quanto pare intorno alla metà del secolo XV, e scrisse varie opere, delle quali ci offre i titoli I`Argelati, e sono (pag. 265):
1. De Instrumentorum executione,
2. De Insinuatione,
3. De Quaestionibus,
4. De Excusatione sive mandato.
La prima fu pubblicata anche più volte. L`edizione principale è quella di Milano del 1493 in foglio. Fu poi ristampata insieme colle altre nel Tractat. Magn. T. V, VI e XI, citati dallo stesso. Il medesimo Argelati nelle Aggiunte (pag. 1965) ricorda anche un Tractatus De potestate Papae supra Concilium, che rimase inedito. Sta nella Biblioteca Vaticana n.° 4905. Vedi Monfaucon, Bibl. MSS. T. I, pag. 118.
Anche la famiglia CALDERONA è ricordata tra le distinte di Canero da Del Sasso Carmeno nella Parte II della sua
Informazione Storica di Cannobio. Trovo che di essa fiori nel secolo XV un
Pietro, dello anche
Petrolo, figlio di Giorgio, il quale fu fatto cittadino di Milano dal duca Filippo Maria Visconti con diploma dell`11 maggio 1418, confermato poscia da successori di esso. Uomo assai ricco e pio fu anche
Antonio Stefano Calderoni, il cui sepolcro era un tempo nella Chiesa di S. Bernardino de` Minori Osservanti presso Pallanza. Il Del Sasso ce ne ha conservala I`epigrafe seguente, dalla quale rilevasi, ch`egli era insignito del titolo di nobiltà:
HOC • SEPULCRUM • EST • NOB
D • ANT • STEPHANI • DE • CANERO
ET • HEREDUM • SUOR • MDIV
Fiorì dunque verso la fine del secolo XV e al principio del seguente. Sembra che un ramo di questa famiglia siasi trasportato ad abitare in Germignaga, dove altri ne troveremo, mentre in Canero da qualche secolo più non esiste.
Il Vagliano nelle sue Rive del Verbano alla pag. 89, oltre la Calderona, registra pure tra le famiglie nobili di Canero la Bagiolina e la Croce, ma nulla più ci lasciò scritto di esse.
Tra i più vicini a noi è a ricordare uno Stefano Bottacchi, il quale trasferitosi pei suoi traffichi in Roma, chiese ed ottenne il corpo di S. Fausto martire, estratto dal cimitero di Callisto il 30 decembre del 1679, per farne dono a Canero sua patria, dove fu collocato nella Chiesa parrocchiale di S. Giorgio, e se ne celebra oggidì pure la festa la prima domenica di Agosto.
Era la parrocchia di Canero ab antico sotto la diocesi di Milano, dalla quale non fu staccata e attribuita a quella di Novara che nel 1815 conservando però il rito ambrosiano.
Una straordinaria alluvione del vicino torrente ne distrusse nel 1829 la Chiesa. Concorsero tra i primi a riedificarla un Amedeo Marioni ed un Baldassare Giovanelli, amendue nativi di Canero. Nacque il primo il 22 luglio 1765 e morì prevosto di Legiuno nel 1843. Nel suo testamento memore della patria le lasciò varii legati, in ispecie per la missione, da darsi ogni tanti anni , pel mese mariano e per la solennità delle quaranta ore, li secondo, cioè il Giovanelli nacque nel 1780 e morì in Canero nel 1834. Era oblato di S. Sepolcro in Milano assai stimato per le sue virtù e pel suo zelo. Tanto lui poi, quanto il Marioni furono a favor della patria caldissimi sostenitori del rito ambrosiano, che sotto il card. Morozzo, vescovo di Novara, corse grave pericolo.
Nativo di Canero nel 1716 fu anche Teodoro Bozzacchi, figlio di Carlo Cesare e di Maria Bruschetti. Abbracciò lo stato ecclesiastico e fu laureato in Teologia e sacri Canoni alla Sapienza di Roma, dove fu avvocato della Sacra Ruota. È autore dell`operetta: Metodo perfettissimo di dieci giorni per fare con facililà e frutto gli esercizii spirituali, Milano, 1796, in 16mo. Non ho trovato in che anno sia morto; ma se questo suo scritto fu pubblicato da lui stesso, è facile argomentare, che deve essere passato di questa vita in età molto avanzata.
Appartiene a Canero anche l`ingegnere idraulico, cavaliere Giuseppe Bruschetti, nato nel 1793 e morto nel 1871 in Milano. Fu in qualità di capitano del Genio Civile mandato dal governo del Piemonte intorno al 1845 in Cagliari nella Sardegna, dove salì in tanta stima e considerazione presso quegli abitanti, che vollero farlo loro concittadino. In Milano fu il primo ad introdurre gli omnibus, dando origine ad una società, che tuttora esiste . Ma il suo studio prediletto era l`idraulica, ed a questa consacrò le sue veglie. Scrisse in vario tempo più opere dal 1819 sino al 1864, che furono qua e colà pubblicate; le quali poi insieme raccolse in due volumi in 4.°, stampati in Torino nel 1864 col titolo: Raccolta delle opere idrauliche e tecnologiche di Giuseppe Bruschetti. Queste opere sono anche oggigiorno molto pregiate sia pel Iato tecnico, sia pel lato storico; ma I`autore, come mi fu riferito, non n`ebbe quel profitto, ch`altri seppero trarre da esse innanzi ancora ch`ei le rendesse di pubblica ragione.
Di famiglia similmente originaria di Canero fu Pietro Tarella, nato in Torino verso il 1784 di Francesco e di Margherita Minuti, amendue di Canero, ma trasferiti in Torino per ragione d’impiego. Giovanetto entrò I’anno 1805 semplice soldato negli eserciti napoleonici e fu presente a molte battaglie e colla sua prodezza si guadagnò i gradi più alti. Entrato poscia nell`esercito sardo fu Maggiore nel reggimento Cuneo, e nel 1821 segui i soldati che stettero per la libertà. Quindi costretto ad esulare si recò a combattere in Grecia, dove ebbe il grado di colonnello e rese molti servigi disciplinando le truppe e combattendo da valoroso. Egli perì a Peta, ove stava a fronte di nemici maggiori del doppio, con tutti i suoi e con Andrea Dania capo dei Filelleni, il 15 luglio 1822.1
Ebbe il Tarella due fratelli, nati similmente in Torino, l` uno chiamato Antonio, segretario di un ministero in Torino, morto ivi stesso l`anno 1849, e l`altro per nome Ambrogio, cavaliere mauriziano, che fu medico assai reputato della stessa casa del Re. Morì in Torino I`anno 1855.
1 Vedi Atto Vannucci, I martiri della Libertà Italiana, Milano 1872,
ed. V, pag. 136 e seg., il dott. Luigi Ciampolini, Storia del Risorgimento della Grecia, 1846, Vol. 1, pag. 377 e segg. e Maxime Raybaud, Memoires sur la Grèce ecc., Paris, 1824, dalle quali opere più altre notizie si possono trarre di lui.
- A Cura di:
- [Carlo Alessandro Pisoni]
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Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo,
dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio
Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a
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Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi
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