STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Elenchi di funzionari e cariche pubbliche in «CANNOBIO»

Denominazione:
Cannobio
Breve Abstract:
Informazione Istorica del Borgo..., parte I - Cap. 14 - Delle guerre e battaglie fatte dal popolo di Cannobio; e delle fazioni che già regnarono in esso borgo.
Abstract:

CAPO XIV.

 

Delle guerre e battaglie fatte dal popolo di Cannobio;
e delle fazioni che già regnarono in esso borgo.

Nel tempo che Cannobio insieme con la sua pieve viveva in libertà si fecero diverse guerre e battaglie navali tra esso Borgo ed altre Terre del Lago Maggiore, e particolarmente Locarno, il qual Borgo soleva sovente infestare e danneggiare, ora questa ora quella Terra del detto Lago. Il perché poi i Principi Visconti, cioè Giovanni e Luchino fratelli de` Visconti padroni di Milano andarono con grosso esercito ad assediarlo per acqua e per terra, e finalmente lo presero, riducendolo poi sotto il lor dominio, come scrisse Galvagno Fiamma nella citata sua Cronica di Milano, nel lib. 18, cap. 30 sotto il titolo speciale De obsidione terrae de Locarno, come narreremo più oltre.

Regnarono eziandio in Cannobio e nella sua giurisdizione non poco tempo le perniciose e diaboliche fazioni dei Guelfi e Ghibellini, per le quali si commisero molti omicidii, abbruciamenti di case, ed altri infiniti mali, prevalendo però per lo più la Ghibellina, come più grossa e potente.

Dopo le dette fazioni dei Guelfi e Ghibellini, altre nuove risse e discordie nacquero in Cannobio; conciofosseché tra gli abitanti della parte superiore del Borgo e gli abitanti della parte inferiore della riva si venne a gran gara e contesa per l`elezione principalmente dei Consiglieri del Consiglio generale di esso Borgo e della pieve, commettendosi diversi ammazzamenti, abbruciamenti di case e molti altri mali ; e ciò successe circa gli anni del Signore 1310; la qual rissa e discordia finalmente cessò, essendosi fatto da ambe le parti compromesso per pubblico Istromento nel magno Matteo Visconte, Vicario Imperiale nella Lombardia ed allora Podestà di Cannobio e della pieve ; il quale come arbitro eletto dichiarò, comandò ed arbitramentò che tra cotali parti fosse e dovesse essere perpetua pace, rimettendosi l`una e l`altra scambievolmente tutte le ingiurie, offese, percosse, ferite, omicidii, rapine ed altri mali tra loro seguiti ; che ciascuna parte fosse tenuta e dovesse a tutto suo potere difendere che alcuna parte o singola persona di Cannobio o della pieve non fosse scacciata fuori di esso Borgo e pieve contra ragione e giustizia; che tutti quei del medesimo Borgo e pieve della parte inferiore della riva, i quali erano stati scacciati per l`altra parte, fossero restituiti e reintegrati nel possesso di tutti i suoi beni a lor tolti senza ragione; che il Consiglio generale di Cannobio e pieve dovesse eleggersi a questo modo, cioè che due parti del detto Consiglio fossero della parte superiore del Borgo e la terza parte fosse della parte inferiore della riva, attesoché la parte superiore del Borgo era maggiore della parte inferiore della riva; che si facesse uno Statuto (come poscia fu fatto) che la Communità di Cannobio e pieve, o alcun particolare di esso Borgo e pieve non andasse nè mandasse a fare invito di genti per fare guerra ad alcune persone ovvero Università se non fosse di volontà almeno di tre parti del detto Consiglio, eccetto se fosse per servizio di esso Matteo arbitro o dei suoi amici, nel qual caso si potesse tale invito fare di volontà della maggior parte di esso Consiglio ; che tutti li banditi di Cannobio e della pieve fossero liberati e cancellati dai bandi e condanne contra loro seguite da indi addietro, dando però essi banditi idonee sicurtà di stare perpetuamente quieti e di non offendere alcuno; che tutti li maggiori d`anni quindici e minori d`anni ottanta, essendo ricercati, fossero tenuti e dovessero giurare sopra il Messale della Chiesa di San Vittore di Cannobio di osservare con tutte le forze lor in perpetuo la detta pace con li sopradetti capitoli, ovver precetti ed arbitramenti, e come più ampiamente si contiene nell`istromento di essa pace ed arbitramenti rogato in Milano ai 23 di luglio 1315 essendovi presenti li sindaci e procuratori d`ambe le parti; il quale istromento trovasi appresso P. Giorgio Gabrino del luogo di Trafiume della pieve di Cannobio, notaro di Milano, da cui io ne ho avuto copia.

Vero è che la sopradetta rissa e discordia tra gli abitanti della parte superiore del Borgo e gli abitanti della parte inferiore della riva rinnovossi poi nel tempo che dominava Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, cioè circa gli anni del Signore 1430; nel qual tempo seguirono molti mali e scandali tra esse parti, e ciò per occasione di eleggere i consoli ed altri ufficiali di esso Borgo e per altri interessi, ed in segno di parzialità e per differenza, una parte, cioè quella degli abitanti della parte superiore del Borgo detta dei Ghibellini portava un ramo di lauro, e l`altra degli abitanti della riva appellata dei Guelfi un ramo di olivo.

Il che intendendo poi il prefato Duca Filippo Maria Visconti, al cui dominio Cannobio con la sua pieve era già sottoposto, per levare siffatta rissa e discordia e ridurre detto Borgo in pace e quiete, fece col parere di Francesco Mansueti Giurisperito Perugino e suo consigliere, da lui con ampia autorità delegato in questo negozio, alcuni begli ordini da osservarsi, per li quali cessò ogni tumulto e bisbiglio ed il tutto acquetossi nel detto Borgo come ne appare dalle lettere dell`istesso Duca Filippo Maria date in Milano, alcune sotto il dì 15 Luglio 1433, altre sotto il dì 13 d`Agosto 1434 ed altre sotto il dì 18 del medesimo mese di Agosto 1434, le quali lettere ducali si trovano registrate nel volume degli Statuti Generali della Communità di Cannobio e della Pieve; e gli esecutori di esse furono Bianchino Visconti Cameriere e Commissario Ducale, Antonio de` Federici Giureconsulto e Capitano del Contado d`Angera, e Galvagno Camperio, Podestà, ovver Vicario di Cannobio e pieve, come nell’istesso volume degli Statuti Generali dopo le dette lettere generali si legge.

A Cura di:
   [Gioacchino Civelli]

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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