STRUMENTI CULTURALI
del Magazzeno Storico Verbanese
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Elenchi di funzionari e cariche pubbliche in «CANNOBIO»
Capo XVI
Del castello ovver rocca detta Vitaliana
e come fu indarno assediato da Anchise Visconti.
Il castello che oggi si vede nel lago poco discosto dalla riva della spiaggia di Canero, ed è nell`istesso luogo e sopra l`istessa isoletta, dove già era quello dei Mazzarditi addimandato Malpaga (come già si è detto nel Capo XIII) fu edificato, o per dir meglio, incominciato l`anno 1519 nel mese di ottobre e finito ì`anno 1521, e lo fece edificare il conte Lodovico Borromeo, allora padron di Cannobio, nominandolo Vitaliana dal primiero nome della sua antica ed illustre stirpe, come tutto si fa chiaro dai versi ed altre lettere latine che in esso castello, ovver rocca, si trovano scritti. Conciossiaché nel frontispizio di un uscio nell`entrare in esso castello dalla parte verso levante vedesi posta una tavola di marmo, nella quale sono intagliati li seguenti versi e parole latine:
Ingredere et specta, mi hospes, tecumque revolve,
Quae sit in adversis virtus, quaecumque rigenti
luncta vides saxo, factum laudante fideli
Helvetio, mediis fortunae in fluctibus egit
Vitalianorum Ludovicus vera propago.
Anno sal. MDXXI.
Solent non ignavi homines apta suis studiis loca diligenter esquirere; hunc idei sibi Luduvicus Borromeus elegit, ut fortunae tela vitaret. Facta sunt fondamenta 1519, VI Octobris ante diem divae Justinae Vitalianae ob memoriam antiquae originis.
Nell`entrare nel medesimo castello dalla parte verso Ponente trovasi nel muro a man destra un`altra gran tavola di marmo, nella quale si leggono gli infrascritti versi riferiti anco dal P. Leandro nella sua Descrizione d`Italia e dal P. Morigia nell`Istoria del Lago Maggiore.
Vitaliana vocor Verbani turris in undis
Edita, primaevae nomina stirpis habeas.
Me Ludovicus sic Borromaeus in altum
Extulit, ut pateat Vitalianus honos:
Simque locus fidis semper patefactus amicis;
Hortibus at nostris sim moribunda lues.
Dopo i quali versi seguitano nella medesima tavola di marmo queste parole:
Si duplicis cognominis causam forte requiris, lector,
Scito illustrem Borromaeorum Comitum prosapiam
A Vitaliano Patavino olim Italiae Rege et Divae
lustinae genitore suam traxisse originem.
Vale et quod Domino turris auguraris id tibi veniat.
Poco dopo che cotal castello fu fabbricato, cioè nel 1523, gli fu posto da Anchise Visconte, valoroso capitano e governator ducale del Lago Maggiore e dei luoghi circonvicini l`assedio intorno a nome del Duca Francesco II Sforza, essendosi colà dentro ritirato e fortificato il sopranominato conte Lodovico Borromeo, bandito per ribelle dallo Stato di Milano per avere seguitato la parte Francese contro di esso Duca Francesco II, come anco fatto avevano nel medesimo tempo molti altri principali cavalieri della Città e dello Stato di Milano. E dopo di avere l`anzidetto Anchise tenuto assediato alquanti mesi il detto castello e tentate diverse vie per espugnarlo, finalmente si partì senza verun profitto, essendo esso castello ben difeso dal detto conte Lodovico, e non mancandogli soccorso di vettovaglie e d`altre cose bisognevoli dal paese dei SS. Svizzeri suoi amici e confederati col Re di Francia, quale soccorso venivagli di notte, ovvero in tempo di gran vento, attesoché allora malagevolmente poteva essere impedito o tolto dagli assediatori. Ed avanti si partisse 1` anzidetto Anchise con l`esercito ducale fece abbruciare quasi tutta la vicina terra di Canero per avere i terrazzani (come si dice) dato di nascosto aiuto e soccorso di vettovaglie al memorato conte Lodovico lor signore e padrone, e ciò fu l`anno 1524.
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Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.