STRUMENTI CULTURALI

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Elenchi di funzionari e cariche pubbliche in «LOCARNO»

Denominazione:
Locarno
Breve Abstract:
Santuario [da Bartolomeo da Ivrea] fondato di S. Maria del Sasso sopra Locarno
Abstract:
Bartolomeo da Ivrea
e del Santuario da lui fondato di S. Maria del Sasso sopra Locarno.

È degno di essere qui ricordato un uomo pochissimo conosciuto nella sua patria natale, ed assai benemerito della città di Locarno, sua patria adottiva. È questi frate Bartolomeo da Ivrea dell`ordine de` Minori Conventuali di S. Francesco nel convento, ora soppresso, di Locarno, religioso di singolare pietà, e che fu tenuto mai sempre in grandissima venerazione dai nostri maggiori pel Santuario, detto volgarmente della Madonna del Sasso sopra Locarno, da lui fondato. Fu mosso a questo da una visione ch`ebbe l`anno 1480 nella notte precedente alla festa dell`Assunta, nella quale apparsagli la Bt. Vergine col divino Infante tra le braccia, gli fece intendere, come le sarebbe stato di sommo aggradimento l`essere onorata in quel luogo. Manifestato da lui questo desiderio della B. Vergine ai fedeli di quei dintorni, ognuno concorse con oblazioni spontanee all’erezione di quel Santuario.
La famiglia Masina, alla quale da principio si rivolse, cedette generosamente il fondo, sul quale s`incominciò la prima fabbrica di una chiesuola l`anno 1485, che fu poi consacrata l’anno 1487 al 15 di luglio. Bartolomeo si trasse ad abitare colà presso questa chiesa in una grotta vicina vivendo alcuni anni vita eremitica, ed ivi anche chiuse placidamente i suoi giorni poc`oltre il principio del secolo XVI, e venne sepolto nella chiesa dell`Annunziata da esso lui eretta alle radici del sasso, su cui torreggia il Santuario, colla seguente iscrizione:


Quae lector fabricata vides huc rupe sacella
Frater id extruxit Bartholomaeus opus.
Diva parens, tibi, qui dum viveret, addit honorem,
Et tandem moriens hac requievit humo.
Mente Deum coluit, Francisci sancta secutus
Dogmata, et ad superos sic sibi fecit iter.


S. Carlo Borromeo facendo la visita della sua diocesi fu due volte a questo Santuario, la prima nel 1567 il 5 ottobre, nella quale rimase preso sì vivamente del sito, che aveva concepito il disegno di formar ivi un Seminario o Collegio, il quale poi non ebbe effetto per cagione di quello che indi a non molto venne eretto in Ascona: e la seconda il 4 agosto 1570, nella quale ritornato dalla visita di esso Santuario disse rivolto ai circostanti queste parole, che furono prese come un vaticinio:

Accorreranno a questa chiesa tutte le genti

il che fu vero: poiché da quel tempo crebbe la fama di questo Santuario anche tra i popoli lontani, così che rendendosi insigne per miracoli, i PP. Conventuali che abitavano nel convento inferiore, vennero nella determinazione di erigere in quel luogo una Chiesa molto più ampia con annesso convento.
Concorsero all`edificazione di questa segnalati benefattori e paesani e stranieri, tra i quali meritano speciale menzione un Cristoforo Orelli ed un Giovanni Lussio, de` quali farò parola più sotto. Vi furono adoperati per adornarla i più valenti artisti. Essa poi fu consacrata l’anno 1616, e nel seguente vi fu trasportato il simulacro di Nostra Signora, che venne solennemente incoronato il giorno 15 maggio del detto anno (1617).
In questo convento circa un secolo dopo terminava la sua mortale carriera l’anno 1712 il p. Antonio Bonensi da Locarno, lasciando tuttora vivo nei posteri il buon odore di sue virtù, come anco dirò a suo luogo.
Nel 1848 essendo stati soppressi dalle autorità civili i PP. Conventuali, furono ad essi sostituiti per la custodia del Santuario i P.P. Cappuccini, che vi presero la direzione in quell’anno medesimo. Tra questi degnissimo di menzione e il P. Luigi Alberto da Locarno, che per diciotto anni continui presiedette ad esso, e venuto a morte ebbe quivi pure la sepoltura l’ anno 1869 nel piazzale dinanzi la chiesa.
Il Santuario poi continuò sempre e continua tuttora all’essere frequentato da numerosi devoti ed arricchito di preziosi doni; tra i quali non deve omettersi quello recentissimo di un magnifico dipinto dell`insigne, artista Antonio Ciseri di Ronco di Ascona, professore di pittura in Firenze, collocato l’anno 1810 sull’altare della cappella sotto il portico a sinistra di chi entra e rappresentante il trasporto del corpo di N. S. Gesù Cristo alla sepoltura, dono pregevolissimo dell`avv. Bartolomeo Rusca,(1) giustamente ammirato da quanti si recano a visitare il santuario.
Delle virtù di Bartolomeo da Ivrea e del santuario da lui fondato, molti scrissero in vario tempo; in particolare poi sono da ricordarsi l’operetta di Giangiacomo Stoffio, canonico dell`insigne capitolo di S. Vittore di Locarno col titolo: Descrizione della Chiesa di S. Maria dei Sasso presso Locarno, pubblicata l’anno 1625, e le Memorie intorno ad essi scritto da Bartolomeo Fanciola, e alcuni anni dopo dal Righetti col titolo: Memorie per lo straniero, che visiti il santuario di Nostra Signora dei Sasso, Locarno, 1824. A questi si aggiunga La Madonna del Sasso sopra Locarno, Reminiscenze scritte dal sacerdote A. B. (Angelo Bolzani). Medio tra questi due ultimi per cagione di tempo e più diffuso è il libretto, che ha per titolo: Il Santuario di S. Maria del Sasso sopra Locarno, per Carlo Gilardi di Locarno. ivi, 1857. Degli autori di queste operette farò parola più innanzi a suo luogo.

(1) Del medesimo Ciseri sono anche le due tele grandiose rappresentanti l’una il “Redentore”, e l’altra il “Date a Cesare quello ch`è di Cesare e a Dio quello ch`è di Dio”, che furono a lui commesse dallo stesso avvocato Rusca, il quale le destinava a decorare il nostro Santuario, ma ne furono escluse per la troppo grande dimensione, e perciò restarono nella casa dei committente. - Un Gesù deposto dalla croce dello stesso Autore si ammira nella Chiesa di Magadino, e un S. Antonio nella spelonca in quella parrocchiale di Ascona. - Il Ciseri è anche autore di un quadro assai lodato rappresentante il Martirio dei Maccabei.

Fonti Bibliografiche:
V. De Vit, Il Lago Maggiore. Stresa e le Isole Borromee, vol. III, Prato 1876, pp. 465-469.
Autore:
   [Vincenzo De Vit]
A Cura di:
   [Anna Elena Galli]

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