STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Denominazione:
Verbania, loc. Pallanza
Breve Abstract:
Lavatoio pubblico
Abstract:
Per secoli le donne di Pallanza hanno lavato i panni in riva al lago. La mattina presto, al primo chiarore, le lavandaie scendevano verso il lago con il cesto dei panni sulle spalle e la briella contro un fianco. Giunte fin sulla ripa sistemavano la briella sulla risacca e qui, con le mani in acqua, vi passavano gran parte della mattina, piegate a sfregar biancheria e a ciarlar fra loro nonostante la durezza del lavoro. Tutto avveniva in piazza, davanti a tutti, indigeni e forestieri. Con il bello e il cattivo tempo. D`estate e d`inverno. A Pallanza non vi era lavatoio, non ce n’era bisogno, c’era già il lago.
La pubblica decenza ebbe però il sopravvento: sapone, camicie e mutande sporche, non dovevano stare in bella mostra in riva al lago; nel 1927 una ingiunzione del sindaco obbligò tutte le lavandaie a lasciare la riva e a trasferirsi al lavatoio pubblico che nel frattempo era stato costruito ai piedi della Castagnola.


Il lavatoio pubblico
A Pallanza il lavatoio pubblico è stato la costante e mai mantenuta promessa di una lunga teoria di Amministrazioni. E l’Amministrazione fascista, che nulla aveva promesso, l’ha fatta realtà.
Esso sorge ai piedi della Castagnola ed è stato costruito su un terrapieno più alto della strada dalle quale si può vedere nella sua elegante e snella costruzione.
Esso è stato progettato dal geometra Vincenzo Rossi che ne diresse i lavori, ed è stato costruito dall’impresa Garroni e Rossi di Suna.
È un padiglione con colonnato di snella costruzione, che occupa una area di metri quadrati 162.
Entro il padiglione, il cui esterno è decorato con fasci littorii campeggianti un tricolore, sono due capaci vasche, una per il lavaggio, ed una per la risciacquatura, costruite in cemento armato.
Attorno alla vasca di lavaggio possono prendere posto ventiquattro lavandaie per le quali sono state predisposte tutte le comodità possibili.
Fuori del padiglione è stato costruito, pure in cemento armato, un serbatoio di riserva capace di 25 metri cubi.
Il liquido elemento viene fornito dall’Acquedotto Pallanzese.
Accanto al lavatoio c’è un piazzale erboso cintato ove distendervi la biancheria.
In questa utilissima costruzione, la genialità del giovane geometra Rossi ha posto tutto ciò che l’arte e la scienza moderna suggeriscono al riguardo.

La Gazzetta, 23 aprile 1927


Oggi il lavatoio non esiste più. Il boom economico con la diffusione in ogni famiglia degli elettrodomestici - lavatrice in testa - portò il lavatoio ad progressivo inutilizzo. Già alla fine degli anni Settanta dello scorso secolo le donne che vi lavavano i panni si potevano contare sulle dita di una mano. Non più usato, superato dai tempi, l’edificio cadde in rovina diventando ritrovo per sbandati; il prato che lo circondava ebbe miglior sorte: fu trasformato in orto, coltivato a pomodori e rape.
Nel 2005 anche i pochi brandelli di muro che fino ad allora avevano resistito alle ingiurie del tempo crollarono definitivamente; calcinacci e orti furono quindi sgombrati per far posto ad un`area verde con campo da gioco per ragazzi.
A Cura di:
   [Leonardo Parachini]

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Magazzeno Storico Verbanese

A tutti gli amici e studiosi che nel tempo avete condiviso o vi siete interessati alle attività della Associazione Magazzeno Storico Verbanese, dobbiamo purtroppo comunicare che in seguito alla prematura scomparsa di Alessandro Pisoni, la Associazione stessa, di cui Alessandro era fondatore e anima, non è più in grado di proseguire nella sua missione e pertanto termina la sua attività.

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Biografia Carlo Alessandro Pisoni

Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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