STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Elenchi di funzionari e cariche pubbliche in «CANNOBIO»

Denominazione:
Cannobio, Santuario della Pietà
Breve Abstract:
La facciata del Santuario
Abstract:
Una visita al Santuario


Se Pellegrini levasse ora la testa dalla tomba, potrebbe lagnarsi di non trovare ancora del tutto tradotto in opera il suo classico disegno con i quattro svelti campanili e le pure linee classiche: e potrebbe lagnarsi del sopracarico di decorazione. Ma dovrebbe pur confessare che, fusione di due stili e di due epoche, il tempio merita il nome di opera di arte.
Oggi un lungo voto è appagato. È finalmente al termine la facciata tutta in granito di Baveno. I blocchi della curvatura centrale in alto toccano sino gli 84 quintali ciascuno. Si cominciò nel 1908 sotto la direzione dell`arch. cav. Febo Bottini e per opera del prevosto D. Pietro Gnappa e dei signori Fabbriceri cav. Gaetano Reschigna, cav. dott. Francesco Zoppi e Carla Pugnetti nel 1909 era ultimata. Vi concorsero con l`obolo le più cospicue famiglie di Cannobio. Una lapide sopra la porticina a sinistra ricorda il fatto e il nome degli oblatori di somme oltre le L. 500. La spesa totale fu di L. 40 mila.
Nel mezzo della facciata un bassorilievo in bronzo fuso imita la miracolosa membrana. Gesù morto sporge dal sepolcro: il corpo ricade verso la Vergine che in atto pietoso lo sorregge, circondandolo con le sue braccia, mentre una mano posa su di una spalla e l`altra, la destra, presso il costato. Le due teste sono addossate in un`unità mirabile. Giovanni, l`apostolo prediletto, dal volto femminile, assiste, accostandosi, alla scena e con lo sguardo verso gli spettatori pare inviti, le lagrime agli occhi, ogni cuore ben nato a impietosirsi avanti a tanto strazio. È di giusta proporzione, buono per studio anatomico é per espressione di dolore tanto difficile a ottenersi. E` opera dello scultore cav. Giulio Branca di Cannobio, residente a Milano. Richiama questo gruppo la Pietà del Gian Bellini.
Al cav. Branca si devono pure i due putti sottostanti, reggenti ghirlande di fiori granitici che fanno da anello di congiunzione fra il medaglione e i cornicioni arcuati della porta. A dir vero, questi putti hanno forme atletiche e richiamano alla mente le produzioni michelangiolesche la notte, il sonno, il crepuscolo, che ornano le tombe dei Medici a Firenze. Forse la maggior vicinanza all’occhio dell`osservatore concorre a dar questo eccessivo risalto di membra poderose.
In alto la Croce, bella nella sua semplicità, spicca fra due angiolini portanti la lancia del soldato Longino e la spugna, istrumenti della passione. Non sono opera d`arte ma l`occhio è appagato e riposa.
Nel frontale granitico s`aprono tre porte, la centrale alta e con bussola, le due laterali piccole, graziose, ben proporzionate e mettono tutte e tre sull`unica navata (1).
L`occhio è subito colpito dagli stucchi e dall`oro a profusione e dalle vetrate a colori.


(1) I battenti della porta di mezzo sono opera e dono del cannobiese Agostino Gallotti che tiene fiorente laboratorio a Napoli. Sono di legno americano coperto di leggero strato di legno di noce. Portano due bassorilievi raffiguranti l`uno il quadretto del miracolo, l’altro la Vergine del Rosario.



P. Svanellini, Il santuario della Pietà di Cannobio (Lago Maggiore). Origine e storia, Luino 1910, p.38.
Autore:
   [Paolo Svanellini]
A Cura di:
   [Anna Elena Galli]

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Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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