«Chiesa parrocchiale.-La tradizione popolare vuol ricollegare il primo sorgere della sua chiesa all’opera di s. Giulio. Certo il primo nucleo della chiesa di San Pietro è antichissimo. E’ questa la parte corrispondente all’attuale navata sinistra, e fa capo all’altare della Madonna Incoronata, dipinta sulla parete del campanile; il dipinto è di fattura classica, e viene attribuito al Lanino, al Luini, e da alcuni allo stesso Gaudenzio Ferrari. Eretta la compagnia del Carmine, venne questo altare dedicato alla Madonna del Monte Carmelo, e ornata di cornice in legno, grandiosa e dello stesso stile dell’altar maggiore. A fianco della chiesa verso la valle sorgeva la casa parrocchiale e del chierico beneficiato. Prima del 1617 od almeno in quell’anno, come appare dall’inventario del 29-XI-1617 erasi iniziata la costruzione della nuova chiesa. Abbinata alla casa parrocchiale, in parte, venne costruito il coro con le altre due navate e la sacrestia. L’altare, detto allora di S. Carlo e ora della B. V. del Carmine, venne costruito nel 1648, benedetto nell’agosto del 1649.
Nel 1650 il parroco Fontana otteneva dal vicario generale il permesso di vendere i beni, che durante la peste del 1629-1630 erano stati lasciati alla chiesa, onde tener fronte alle spese della costruzione della nuova chiesa.
L’altar maggiore, unico nel Vergante per la sua ricchezza di statue, 28, venne iniziato dopo il 13-VII-1684, essendo di tale data il contratto stipulato tra il curato Fontana (coi fabbricieri Simone del Pozzo di Brovello e Giovanni Maffiolo di Graglia) ed i fratelli Raimondo e Clemente Verga, intagliatori di Arona. Il tutto, compresa la cornice al baldacchino sovrastante l’altare, per lire imperiali 380. E per scarsità del denaro si impegnavano i fabbricieri a pagare parte della somma (lire novanta) con l’equivalente in vino e grano al prezzo corrente dei due paesi. E’ da notarsi che il don Fontana è presente all’atto e si firma: «altre volte curato di Graglia» e firma a nome del fabbriciere Del Pozzo; il che fa supporre che don Fontana doveva essersi ritirato a vita privata o era passato ad altra parrocchia. A nome del Maffioli, firma il prete Carlo Guazzi, cappellano di Brovello. L’atto pare scritto dal curato De Filippis ed è confermato dal notaio Francesco Maria Visconti di Vezzo. I Verga ricevevano il saldo completo l’8-XII-1686.
L’opera loro però era incompleta, mancando la doratura e la relativa decorazione. Con scrittura 26-V-1689 venne dato tale incarico all’indoratore Gian Carlo Bersani di Miasino. Al quale il curato Vietti, coi fabbricieri _Simone Dal Pozzo e Giovanni Domenico Delsignore «hanno dato e consegnato il tabernacolo nudo con tutte le sue figure, puttini ed angelini con piedistalli et due statue delli Santi Pietro e Paulo, come anche il cornice del baldacchino che sta sopra il tabernacolo, per essere indorati con colori di biadetto fino in tutto e per tutto alla forma del tabernacolo della collegiata del Borgo d’Intra, et che l’oro debba essere fino di tutta perfezione, et questo per lire cinquecento… L’opera debba essere perfetionata alla più longa per la festa di S. Michele, che sarà alli 29 settembre prossimo avvenire»
L’architrave venne ordinato dal fabbriciere Bernardino della Motta nel 1661 per lire 290 ed eseguito da Francesco Porella di Arona.
Della bella e ricca balaustra, che abbraccia i tre altari principali, non si conosce l’epoca della costruzione; ed è in marmo nero. Nel 1617 era in legno. Pure non si conosce l’origine dell’altare di San Zaverio. La chiesa non è consacrata. Il campanile è di stile romanico e risale forse al secolo XIII.»
Fonti bibliografiche:
Testo tratto da: NOVARA SACRA, Annuario Diocesano, 1932, pp. 245-246.
- A Cura di:
- [Valerio Cirio]
La scheda che stai visualizzando è visibile GRATUITAMENTE.
Magazzeno Storico Verbanese
A tutti gli amici e studiosi
che nel tempo avete condiviso o vi siete interessati alle attività della Associazione Magazzeno Storico
Verbanese, dobbiamo purtroppo comunicare che in seguito alla prematura scomparsa di Alessandro Pisoni,
la Associazione stessa, di cui Alessandro era fondatore e anima, non è più in grado di proseguire nella
sua missione e pertanto termina la sua attività.
Leggi di più
Biografia Carlo Alessandro Pisoni
Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo,
dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio
Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a
disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago
Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi
passati dal lago, condividendoli con la sua gente.
Leggi la biografia