Traiamo dall`edizione 1926 dell`annuario diocesano Novara Sacra l`utile, e pur aggiornabile scheda sul monumento in oggetto.
Ovviamente, come già per altri testi, molto si può aggiungere e modificare, ma queste poche righe possono servire da base per i futuri studi che di questo monumento verbanese si compiranno nelle pagine del sito del MSV.
«La vita religiosa di Suna e di una porzione di Pallanza, alle origini, si svolse nella cornice della chiesa matrice di Intra.
I canonici di San Vittore che avevano la cura spirituale delle due popolazioni le raccoglievano in un antico oratorio dedicato alla Vergine Assunta, elevatesi dove è l’attuale chiesa della Madonna di Campagna, al vertice di un triangolo che ha per base Suna e Pallanza. L’insufficienza di tale servizio religioso non tardò a farsi sentire; sicché già fin dal 1364 il vescovo di Novara Guglielmo Amidano, accogliendo i voti delle popolazioni, senza stralciare da Intra, anzi salvaguardando la maggior parte dei diritti del canonico di Intra, loro destinava un vicariato perpetuo che tenesse la residenza accanto al piccolo oratorio.
In capo a due secoli nemmeno il piccolo, antico oratorio fu più pari all’aumentato numero della popolazione e al rinnovato fervore di pietà; e proprio mentre le lotte di preponderanza tra Francia e Spagna facevano delle nostre contrade, immiserendole, il teatro delle guerre dell’Europa intera, le due popolazioni trovavano in sé tanta fede, tanta forza di energia e tenacia da darci l’attuale chiesa della Madonna di Campagna. Il decreto vescovile che autorizza la demolizione dell’antico oratorio e la costruzione della nuova chiesa è del 13 settembre 1522. Dell’antico oratorio fu risparmiata la tavola della Madonna delle Grazie che ora sta sopra l’altare della cappella omonima, e il campanile. La costruzione della nuova chiesa procedette così alacremente che in capo a pochi anni il nuovo tempio era edificato; mentre, appena bastò tutto il secolo per l’opera di decorazione e di abbellimento. La chiesa è a tre navate terminanti in altrettante bellissime absidi e caratterizzata da una cupola sorretta all’esterno da una teoria di agili colonnine che le danno vaghissimo aspetto e richiamano assai da vicino la cupola della chiesa delle Grazie di Milano. Le cappelle terminanti le navi laterali cantano rispettivamente le gesta di san Bernardo di Chiaravalle e di san Lorenzo Martire di Roma, in grandi affreschi che vengono attribuiti al vercellese B. Lanino e ai bolognesi Procaccini; la navata centrale coi suoi grandi affreschi dell’abside, della tazza e del tiburio, attribuiti ai Procaccini, sono un grandioso poema di Maria. È tutta intiera - quadri e stucchi - di Camillo Procaccini quel gioiello che è la cappella delle Madonna delle Grazie, che si apre nella navata di sinistra. Il coro – di noce scolpito e intarsiato - è opera di artisti vigezzini che lo lavorarono nell’ultimo scorcio del millecinquecento.
È questa l’opera di maggiore splendore della nostra chiesa; splendore accresciuto dalla vicinanza di un piccolo seminario, scomparso in seguito alla riforma tridentina; e dalla fama di celebrato santuario che vi chiamava vere folle di devoti. Il vescovo G.A. Arcimboldo il 5 gennaio del 1547 la consacrò; il venerabile Bescapè [= Bascapè] la chiamò nella sua Novaria Sacra insignis basilica.
I due secoli che seguono segnano un’epoca non del tutto letizievole per la nostra vita religiosa. Il cardinale Serbelloni, con decreto dell’anno 1572, istituiva nell’unica chiesa della Madonna di Campagna due parroci porzionari – l’uno per Suna, l’altro per Villa di Pallanza – con l’obbligo di servizio a turno. L’innovazione non fu fortunata, perché, più che a gloria di Dio e a vantaggio delle anime, servì a provare una volta di più la verità del detto di Pascal: la vanità e l’ambizione sono irreparabilmente ancorate nel cuore dell’uomo. Le cause di dissenso e di discordia, condivise anche due popolazioni, e non sempre contenute nelle serene regioni dell’idea, furono tali e tante, che il cardinale Morozzo, con decreto dato da Intra, l’11 maggio 1822, assegnò al parroco di Villa di Pallanza la chiesa di Santo Stefano, già sussidiaria della parrocchia, e la chiesa della Madonna di Campagna alla parrocchia di Suna, fino a che non si fosse provvisto alla costruzione di una nuova chiesa adatta alle esigenze della parrocchia.
I Sunesi furono così lieti della soluzione che non si diedero davvero fretta di costruire la nuova chiesa; cosicché da più di un secolo sono possessori fortunati e soli della bellissima chiesa che amano di indomito amore e per la quale attendono altre epoche di lustro e di splendore, quando davanti alla salma di Contardo Ferrini accorreranno le folle a cantare l’inno dei Confessori di Cristo.
La chiesa della Madonna di Campagna, come la antica “cappella” o oratorio sulle cui rovine sorse, è dedicata a Maria SS. Assunta; ed è monumento nazionale».
Fonti bibliografiche:
Testo tratto da: NOVARA SACRA, Annuario Diocesano, 1926, pp. 245-248.