«La chiesa parrocchiale fu ampliata sul finire del secolo XVI; allora fu innalzato dalle fondamenta il coro e il maestoso peristilio, sostenuta da 36 colonne di granito, che circonda in forma di quadrilatero tutta la chiesa. Fu consacrata dal Venerabile Bescapè [=Bascapè] il 5 settembre 1599, la festa della consacrazione si celebrava nella terza domenica di settembre di ogni anno e fino al 1848 veniva in tal giorno a celebrare un canonico di Gozzano. Fu abbellita in seguito. Il volto del coro venne dipinto nel 1733 da Tranquillo Grasso che fece vari lavori al Sacro Monte di Varallo. Costui dipinse anche una tela a grandi quadri, che occupano le tre pareti interne del coro. I fatti più rimarchevoli della vita di
san Giacomo Maggiore, patrono del paese. Sono pregevoli i due reliquiari che risplendono accanto all’altar maggiore, le intarsiature in legno degli stalli del coro e del davanzale dell’organo: quest’ultimo è opera del Serazzi.
L’altare maggiore, di stile barocco, ha pregio per la grande varietà dei marmi di cui è composto e cioè: del bianco a bardiglio di Carrara, diaspro di Sicilia, nero di Ravenna, giallo di Siena, saravezza della Toscana, ardese di Bergamo, misto di Francia, verde di Varallo formanti un bell’assieme dalle linee agili.
In fondo alla chiesa, dal lato destro, sorge la cappella di
Sant’Urbano Martire già dedicata a Santa Maria Maddalena e più tardi a San Carlo. Sull’altare, ristaurato a nuovo, a spese del prevosto Mons. Gaetano Mongini, in un’urna dorata sono composte le ossa del martire, esposte per la prima volta alla venerazione dei fedeli il 19 ottobre 1873. Di fronte sta la cappella di
Santa Colomba, una volta dedicata a Santa Cristina. La tradizione racconta che il corpo della santa era dapprima riposto in casa Buzzio, ma, i misteriosi rumori che si facevano udire, venne trasferito in chiesa il 25 novembre 1708.
Sotto il portico della parrocchiale, verso levante, si ammira nel muro un affresco trasportato da una porta pubblica di Gozzano per cura e a spese di Giacomo Maria Mongini nel 1818. Vuolsi che sia opera di Gaudenzio Ferrari o almeno della sua scuola».
Fonti bibliografiche:
Testo tratto da: NOVARA SACRA, Annuario Diocesano, 1927, pp. 127-128.
- A Cura di:
- [Valerio Cirio]
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Biografia Carlo Alessandro Pisoni
Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo,
dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio
Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a
disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago
Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi
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