STRUMENTI CULTURALI

del Magazzeno Storico Verbanese

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Articolisti:
Reina, Pietro
Titolo Articolo:
Un oscuro ma autentico eroe [Giovanni Tagini - 1914]
SottoTitolo Articolo:
Testata ospitante l'articolo:
L`Eco del Verbano. Giornale del Lago Maggiore e dintorni
Data:
1914 feb 01
Progressivo di Edizione:
1914 feb 01
Luoghi di residenza del Giornale:
Arona
Riferimento a Biblioteche:
Novara, Biblioteca Civica Negroni
Note Generali:
Un oscuro ma autentico eroe
Per gentile concessione della spett.
Gazzetta del Popolo della Domenica, di Torino, letteraria illustrata, pubblichiamo oggi la figura e la bibliografia del nostro amico G. Tagini, facendo voti che le pubbliche autorità lo tengano in quella considerazione ch’egli si merita, e presentandolo come esempio da imitarsi alla gioventù arnese.
[fotografia con la seguente didascalia: Giovanni Tagini (Fotog. Siccoli) Il pescatore-eroe di Arona].
Ecco il ritratto di Giovanni Tagini abile pescatore di Arona, alle dipendenze della nobile casa conte Giberto Borromeo.
Egli fu fotografato quando arrivò alla riva del lago portando, come si vede, due enormi lucci sulle spalle, del peso di Kg. 16 complessivi, presi colla
fosna, la terribile e nelle sue mani infallibile arma come il luccio, detto il lupo del lago, tant’è la distruzione di pesci che esso fa per ogni pasto.
È però doveroso ricordare anche i fatti di altruismo dovuti al coraggio ed all’abnegazione del Tagini.
Nel 1891 egli, con pericolo della propria vita, salvava dalle acque una ragazzina di 4 anni, certa Barberis Giuseppina, che stava per affogare nel lago.
Nel 1897, ancora col pericolo della propria vita, salvò da morte certa un ragazzo di 7 anni, Giamminola Giuseppe, restando nell’acqua, per riuscire nel salvataggio, un quarto d’ora, fatica questa che gli procurò un anno di malattia gravissima.
Nel 1899, sempre affrontando la morte salvò dalle acqua, naufraga, una giovane di 18 anni, certa Brustia Giovannina, cameriera dell’«Albergo Ruffoni». Pel salvataggio da lui operato nel 1905 lasciamo la parola al periodico locale
L’Eco del Verbano del 2 settembre 1905:
«Per poco lunedì il lago non ha fatto una nuova vittima. Verso il mezzogiorno alcuni ragazzi da 8 a 10 anni, garzoni addetti ai lavori della stazione, stavano bagnandosi alla
riviera, gettandosi in acqua dal noto pontile in legno.
D’un tratto il pescatore Tagini, che stava poco discosto in barca facendo asciugare le reti al sole, udì gridare, fuggendo spaventati, quei ragazzi, mentre uno di essi, additando un punto, balbettava: al nega, al nega.
Il Tagini d’un balzo fu
[sul] pontile e scorse infatti un corpo nudo brancolare sul fondo e venire a galla: protendersi, a rischio di venire travolto, afferrare il ragazzo per i capelli fu l’affare di un minuto; poi coll’aiuto del garzone accorso riuscì a trarlo sull’assito».
Quasi ciò non bastasse, ad onore del modesto ed oscuro eroe, narriamo: In una notte del maggio 1907, imperversando un fortissimo vento, si spezzò la catena che teneva fermo al galleggiante il grandioso piroscafo
Italia, e questo, sollevato dalle onde, sarebbe stato gettato alla riva, se il Tagini, che in quella notte aspettava che cessasse il forte vento per pescare, non l’avesse veduto e non fosse accorso colla barca, dopo di aver lasciato uno de’ suoi uomini a custodia del piroscafo, a chiamare i guardiani dell’imbarcadero, i quali, diretti sempre dal benemerito capitano Ormezzano, accorso anch’egli prontamente, si recarono con un canotto sul piroscafo in balia delle onde, e, dato fuoco alle caldaie, poterono ricondurre l’ all’imbarcadero.
Il Tagini ed i suoi uomini, per questo atto, furono dalla Direzione dell’Impresa di Navigazione del Lago Maggiore premiati in denaro.
Il Tapini fu due volte encomiato con attestati di pubblica benemerenza; ma se fosse stato sin d’allora in vigore la fondazione Carnegie egli potrebbe oggi avere nel suo salvadanaio un bel gruzzolo di quattrini.
Arona. Pietro Reina.
A Cura di:
   [Sergio Monferrini]
Allegati:


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Carlo Alessandro Pisoni (Luino, 1962 - Varese, 2021). Seguendo le orme del padre Pier Giacomo, dal 1991 al 2017 è stato conservatore, per gentile concessione dei principi Borromeo, dell'Archivio Borromeo dell'Isola Bella. Appassionato studioso e ricercatore, ha sempre voluto mettere a disposizione degli altri conoscenze e scoperte, togliendo la polvere dai fatti che riguardano Lago Maggiore e dintorni; insieme a studiosi e amici, ha riportato alla luce tradizioni, eventi e personaggi passati dal lago, condividendoli con la sua gente.

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